IL TRENTESIMO ANNO










 


..

Faceva la spola fra mare e città, fra corpi bianchi e corpi abbronzati, tra una voglia improvvisa e l'altra, tra la spuma
nel sole e la spiaggia notturna, in totale balìa dell'estate.

E ogni mattina il sole sorgeva rotolando più in fretta
e sempre più in fretta si rituffava nel mare davanti ad occhi insaziabili.
Adorava la terra, il mare e il sole che lo angosciavano così terribilmente con la loro presenza.
Maturavano i meloni; lui li scarnificava.
Moriva di sete.
Amò un miliardo di donne, tutte simultaneamente,
senza distinzione.


Ma io chi sono, nel settembre dorato,
se da me tolgo tutto ciò
che gli altri hanno fatto di me?
.
Chi sono quando volano le nuvole?
.















.
Lo spirito che alberga nella mia carne è un imbroglione
anche peggiore di quella finta santa che lo ospita.

Incontrarlo ecco quel che temo sopra ogni altra cosa.

Poichè tutto ciò che penso non ha niente a che vedere
con me.
 
Ogni mio pensiero non è altro che il germogliare di un seme estraneo.
Non sono in grado di pensare a nulla di ciò
che mi ha veramente toccato, penso invece a cose
che non mi toccano affatto.

I miei pensieri sono politici, sociali
o di qualche altra categoria ancora,
di tanto in tanto sono anche pensieri solitari e inutili,
ma in ogni caso fan parte di un gioco
dalle regole prestabilite,
ed io talvolta penso anche di cambiarle queste regole.
Ma non il gioco. .Il gioco mai!

Io, questo fascio di riflessi, questa volontà ben addestrata.
Io, nutrito con le scorie della storia,
con le scorie delle pulsioni e degli istinti.

Io,
con un piede nella natura selvaggia
e l'altro sulla strada maestra
che conduce all'eterna civiltà.

Io impenetrabile, miscuglio di tutti i materiali,
infeltrito, insolubile e tuttavia, facile da togliere di mezzo
con un colpo alla nuca.

Io fatto di silenzio
, ridotto al silenzio...
 
:











.
.
Come mai per un'intera estate
ho cercato la distruzione nell'ebrezza,
oppure l'esaltazione nell'ebrezza?

Certo, solo per non dovermi render conto
che sono
uno strumento fuori uso
sul quale, tanto tempo fa,
qualcuno ha suonato qualche nota, che io,
nella mia inquietudine continuo a variare
e da cui tento con rabbia di ricavare
un brano musicale che porti la mia firma.

Come se fosse importante che ci sia qualcosa
che porti la mia firma!

I fulmini han trafitto gli alberi, squarciandoli.
La follia s'è abbattuta sugli uomini, frantumandoli dentro.
Sciami di cavallette son piombati sui campi
lasciandovi
la traccia dei loro pasti.
Alluvioni hanno distrutto colline,
acque di torrenti, il pendio.
I terremoti non han dato tregua.

Queste sì che son firme, le sole!


Se non fossi immerso nei libri, in storie e leggende

in giornali e notizie..sarei una nullità,
un coacervo di eventi inesplicati. [..]

Non è merito mio se riesco a vedere e a sentire,

i miei sentimenti, invece,
quelli, li merito davvero, .
questi aironi
sopra  bianche spiagge,

questi viandanti notturni,
questi giramondo affamati che han scelto il mio cuore
come strada per i loro vagabondaggi.

:












.
.
Al mattino faceva sempre più fatica a svegliarsi.
Socchiudeva gli occhi in quella poca luce, si girava
dall'altra parte, affondava la testa nel guanciale.
Implorava altro sonno.

[...]
Esiste è vero un'isola nell'Egeo, di cui gli ha raccontato
qualcuno; dove ci sono solo fiori e leoni di pietra;
gli stessi fiori che da noi hanno una fioritura breve
e modesta sbocciano là due volte l'anno,
grandi e splendenti.
La scarsità di terra, la roccia dura li sprona.

La povertà li sospinge tra le braccia della bellezza.
.
[...]
Ora andava sempre in piccole piazze, nel ghetto
o nei caffè dei vetturini a Trastevere, e ogni giorno
alla stessa ora vi sorseggiava lentamente il suo Campari
Prendeva abitudini e le coltivava, anche quelle minime.
[...]
Al telefono spesso  diceva: Miei cari, oggi purtroppo
non posso.Forse la settimana prossima.
.
La settimana seguente staccava il telefono.
Ormai neanche per lettera si impegnava con promesse o spiegazioni. ,Aveva trascorso con gli altri tante inutili ore,
ma neanche adesso utilizzava le sue ore,
piuttosto le volgeva verso se stesso,
ne assaporava il profumo.
.
Cominciò a godersi il tempo:aveva un sapore puro e buono.
Voleva ritirarsi completamente in se stesso.

Ma nessuno se ne accorgeva
oppure nessuno voleva ammetterlo

Stava bene da solo, non chiedeva più nulla,
smantellava gli edifici del desiderio,
rinunciava alle proprie speranze
e diventava di giorno in giorno, più semplice.



[ Ingeborg Bachmann - Il trentesimo anno ]


,



Commenti

  1. Un abbraccio...ci vuole, dopo la poesia alla quale abbiamo dato aria...l'estate, quale più struggente rappresentazione? ma posso continuare? no! non devo! Grazie a te, e a me. Grazie alle parole create, donateci da questa donna...

    RispondiElimina
  2. Non è merito mio se riesco a vedere e a sentire,
    i miei sentimenti, invece,
    quelli, li merito davvero, .questi aironi
    sopra bianche spiagge,
    questi viandanti notturni,
    questi giramondo affamati che han scelto il mio cuore
    come strada per i loro vagabondaggi.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post più popolari