Io non sono per le verità assolute da prendere come vangelo ..tuttavia riconosco che in questa citazione c'è del vero.In modo particolare,è vera, se si considera che tutta la pittura [e più in generale tutta l'arte] del Novecento, è tesa proprio a trasportare sulla tela, la nebbia, la confusione, la melma, l'incertezza dei sentimenti che ci vive dentro.
Mai come nel '9OO l'arte tutta è diventata la voce dell'inconscio, e delle sue tensioni, delle sue angosce. Ma a parte questo significato io ci vedo un elemento di verità al di là delle epoche storiche in questa affermazione. Mi spiego: secondo me qualsiasi artista, nel suo sforzo di cogliere un aspetto della realtà o dell'immaginazione, non fa altro che chiudere in un opera, qualcosa di molto più vasto, che come la nebbia sta a nascondere altre verità, altre forme, altro spazio mentale.. voglio dire che qualsiasi opera d'arte è sempre e comunque "un rimando ad altro" è sempre "simbolo" "metafora" di un "altrove", di uno spazio "diverso". E'come uno sforzo di chiudere in una immagine o un testo, cio' che è l'ignoto, il diverso, il mistero del mondo e nel mondo. In fondo la nebbia è proprio questo elemento, che sta a celare, a velare il contorno esatto della realtà, e in questo scontornare lo spazio del nostro vivere, crea di per se stessa spiazzamento, stupore, attesa di una rivelazione. Per me l'arte, la vera arte è tutto questo.Un guardare la realtà consueta da un punto di vista nuovo e inconsueto,come se non la riconoscessi più! Come se l'anello dell'abitudine e dello sguardo "consueto" alle cose fosse saltato ,spezzato, e noi fossimo, all'improvviso, di fronte all'ignoto.Al puro mistero.
Un po' quello che ti succede una mattina che esci e ti trovi in mezzo alla nebbia, in un mondo che più non conosci, e questo ti obbliga ad nuovo sforzo di comprensione. Ad un "riconoscimento del tuo spazio tempo. Non so se sono riuscito a esprimermi e a far capire ciò che intendo ma la frase, io la leggo in questo modo.
A me l'arte piace vederla così... guardarla così come fa quel bambino. E... sì, purtroppo ho la tendenza ad attaccarmi alle parole che vedo scritte :P E' un piccolo difetto che devo ancora correggere :)
i miei complimenti carlo! hai dato un'attima risposta, parlare di arte, soprattutto dell'arte del novecento che è una lunga catena di interrogativi, è molto difficile. "l'opera d'erte è un alttrove"... verissimo
Grazie per il passaggio, è proprio così, da mia nonna ho imparato "una misura del vivere"...
Cosa mi dici allora di tutte quelle opere dalle spatolate vive e corpose che tutto sembrano meno che un'idea in mezzo alla nebbia?
RispondiEliminaIo non sono per le verità assolute da prendere come vangelo ..tuttavia riconosco che in questa citazione c'è del vero.In modo particolare,è vera, se si considera che tutta la pittura [e più in generale tutta l'arte] del Novecento, è tesa proprio a trasportare sulla tela, la nebbia, la confusione, la melma, l'incertezza dei sentimenti che ci vive dentro.
RispondiEliminaMai come nel '9OO l'arte tutta è diventata la voce dell'inconscio, e delle sue tensioni, delle sue angosce.
Ma a parte questo significato io ci vedo un elemento di verità al di là delle epoche storiche in questa affermazione.
Mi spiego: secondo me qualsiasi artista, nel suo sforzo di cogliere un aspetto della realtà o dell'immaginazione, non fa altro che chiudere in un opera, qualcosa di molto più vasto, che come la nebbia sta a nascondere altre verità, altre forme, altro spazio mentale..
voglio dire che qualsiasi opera d'arte è sempre e comunque "un rimando ad altro" è sempre "simbolo" "metafora" di un "altrove", di uno spazio "diverso".
E'come uno sforzo di chiudere in una immagine o un testo, cio' che è l'ignoto, il diverso, il mistero del mondo e nel mondo.
In fondo la nebbia è proprio questo elemento, che sta a celare, a velare il contorno esatto della realtà, e in questo scontornare lo spazio del nostro vivere, crea di per se stessa spiazzamento, stupore, attesa di una rivelazione.
Per me l'arte, la vera arte è tutto questo.Un guardare la realtà consueta da un punto di vista nuovo e inconsueto,come se non la riconoscessi più!
Come se l'anello dell'abitudine e dello sguardo "consueto" alle cose fosse saltato ,spezzato, e noi fossimo, all'improvviso, di fronte all'ignoto.Al puro mistero.
Un po' quello che ti succede una mattina che esci e ti trovi in mezzo alla nebbia, in un mondo che più non conosci, e questo ti obbliga ad nuovo sforzo di comprensione.
Ad un "riconoscimento del tuo spazio tempo.
Non so se sono riuscito a esprimermi e a far capire ciò che intendo ma la frase, io la leggo in questo modo.
Grazie per lo spunto e per essere passata di qua.
:-*
A me l'arte piace vederla così... guardarla così come fa quel bambino.
RispondiEliminaE... sì, purtroppo ho la tendenza ad attaccarmi alle parole che vedo scritte :P
E' un piccolo difetto che devo ancora correggere :)
i miei complimenti carlo! hai dato un'attima risposta, parlare di arte, soprattutto dell'arte del novecento che è una lunga catena di interrogativi, è molto difficile. "l'opera d'erte è un alttrove"... verissimo
RispondiEliminaGrazie per il passaggio, è proprio così, da mia nonna ho imparato "una misura del vivere"...