Paesaggio I



 











Premetto... che non sono mai stato un fan di Susanna Tamaro  nè del cattolicesimo, ma certe volte, di fronte a certe sue riflessioni, non posso non sentirmi stimolato a pensare..

Per questo voglio riportare un suo brano che mi pare pieno
di spunti, "centrato", in tema con altri miei Post recenti.


Voi che ne pensate?
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"...Non temere, non è per la mia vita che sono triste, ma perché, da un po’ di tempo a questa parte, intorno a me non sento altro che storie di matrimoni che vanno a rotoli. Ascolto sfoghi, richieste di consigli e, mentre li ascolto, ho il senso della mia impotenza. Più vado avanti con le domande, più cerco di capire, più ho l’impressione che sia stato messo il tetto su una casa senza essersi posti prima il problema delle fondamenta.
Il matrimonio risulta così non un progetto tra due esseri umani adulti e consapevoli, ma la fuga in un sogno di due bambini.

Ne parlavo l’altro giorno con una mia amica: anche lei  riceve diverse confessioni e richieste d’aiuto da parte di coppie in crisi:
«Mi sembra di essere all’asilo», ha detto lei, «non faccio altro che parlare con persone-bonsai.
Sono grandi di età, ma piccolissime di testa. » Come si fa a mettere in moto un processo di crescita e di costruzione in un rapporto quando entrambe le persone sono solo capaci di accusare l’altro e di pretendere di aver ragione?
Eppure quelle stesse persone — in un giorno spesso neanche molto lontano — si sono scambiate una promessa impegnativa.

Cos’è successo dopo?
Da dove divampa quell’odio che in poco tempo distrugge ogni cosa? «Forse»., ho risposto all’amica, «non bisogna chiedersi cosa è successo dopo, ma cos’è successo prima. »
O meglio, cosa non è successo prima!

Perché è evidente che queste persone sono giunte a compiere un passo così importante senza aver mai affrontato il passo precedente, quello della conoscenza di se stessi.
Si giunge all’idea del matrimonio sulle ali inebrianti dell’innamoramento A questo segue il dovere della rappresentazione sociale: il vestito, la cerimonia, le bomboniere, il ricevimento, la casa, il viaggio di nozze. E così uno o due anni volano via, con gli anni vola anche l’innamoramento e allora subentra negli sposi l’idea di aver preso una gran fregatura. «Pensavo che lei fosse diversa... non pensavo che lui fosse così.., credevo che il mio amore lo/la cambiasse... »

Perché nessuno ha mai detto loro che gli unici in grado di cambiare noi stessi siamo noi stessi? E nessuno dice loro che forse il solo modo per far vivere il matrimonio è proprio quello: crescere nella propria individualità interiore, conoscersi e riconoscere nella giusta luce, il senso della vita di coppia.

Si tratta di un passo difficile, che richiede coraggio, ma soprattutto grande umiltà.
E' molto più facile, poi, mettere tutto in mano agli avvocati e trovarsi di nuovo liberi. Ma ancora una volta sarà una libertà solo apparente, perché la libertà vera è indissolubilmente legata alla conoscenza profonda di sé e del proprio progetto.



[ S.Tamaro - Cara Mathilda ]


 
 

                              



  

Commenti

  1. Non ho mai letto la Tamaro, anch'io non sono una sua "fan", ma in effetti queste parole possono mettere in crisi chiunque.. Parlavo giusto qualche giorno fa con un mio amico di questi problemi, coppie che si sfasciano, chi subito, chi dopo molti anni.. C'è di che preoccuparsi!
    Per quanto riguarda il tuo commento alle mie foto, ho letto nella colonna di sinistra del tuo blog questa frase che rispecchia proprio quello che io sento: "Il vero viaggio di scoperta
    non consiste nel cercare
    nuove terre, ma
    nell'avere nuovi occhi"

    - M. PROUST -

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  2. ho letto della Tamaro solo "Va' dove ti porta il cuore" e mi era anche piaciuto.
    per "crescere" in due occorre prima conoscere a fondo se stessi ed essere capaci di vedere nella propria individualità anche le sfumature dell'altro.
    Blue

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  3. Ho letto poco di lei ma credo che sappia aprire il suo cuore.

    (P.S. Stai attento Klim, aprendo il tuo blog si aprono altre finestre, anche quella di ebay)

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  4. Anch'io della Tamaro ho letto Và dove ti porta il cuore...e che dirti quel libro mi aveva proprio commosso...per crescere in due, bisogna saper accettare anche qualche piccola sfumatura diversa dalla nostra, bisogna saper capire, ma sopra ogni cosa è la conoscenza che gioca un ruolo fondamentale...

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  5. io ho letto proprio Cara Mathilda.

    Non amo la Tamaro. Ma se mi chiedi perchè nessuno ci dice che è attraverso la propria individulità che si raggiunge il vero senso della coppia ti rispondo che siamo pigri... che è più facile pensare che come i pasti, tutto ci debba essere servito pronto, o semicotto... Ma sta nel cucinare, nello sbagliare, nel imparare a sentire i sapori, nell'imparre ad amare il gusto della propria vit unita a quella di un altro...

    Non è che in due ne si fa uno buono. Sono due cose buone che ne creano una terza ancora più buona...

    Ma si sa... La coppia non è un piatto dietetico, non è un fast food, non è un quattro salti in padella. E adesso non si adatta alle mode del momento.

    Forse sono andata fuori tema, forse non l'ho svuluppato in toto... Forse ho preso una frase per il tutto.

    Forse avevo solo voglia di dire quello che ho detto.

    Mi manchi.
    Un bacio

    Vale

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  6. Ciao Klimt, senti un po'....intanto mi risulta che la Tamaro sia una donna che non si è mai sposata e che sia lesbica. Questo non è un dato irrilevante, perchè nella relazione tra due donne io credo sia richiesto meno il mettersi in gioco reciprocamente, il cercar di capirsi con tanta difficoltà che invece è tipico di una relazione donna/uomo. Le donne tra loro si capiscono meglio, sono solidali, sono esseri simili per natura, l'uomo e la donna no. Quindi il parere della scrittrice può far riflettere ma non mi pare molto profondo nè particolarmente interessante.
    Il fatto che il matrimonio, al giorno d'oggi, sia vissuto con troppa leggerezza, con immaturità e poca voglia di mettersi in discussione, è innegabile. Io credo che un matrimonio non richieda coraggio ed umiltà (come dice la Tamaro che sposata non è, lo ripeto) ma soprattutto sapersi mettere in dicussione, superare, crescendo, le difficoltà della vita ed infine saper anche abbassare il capo e talvolta sacrificarsi, da ambedue le parti.
    Questo il credo di una che il matrimonio l'ha vissuto in pieno, con molto sacrificio.
    Un salutone, ciao, Vera
    P.s. Mi è uscita "Leonard Cohen" di Vecchioni e sono scoppiata in lacrime....mi suscita tante emozioni belle ma anche tristi.

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  7. P.S. Comunque noto che i maschietti non hanno commentato....che sia un segno?

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  8. to Vera:
    allora, allora...
    che la Tamaro non fosse sposata lo sapevo e ne tenevo conto nel leggere ciò che scrive, nel senso che una cosa,è parlare e una cosa è vivere le esperienze.
    Che fosse lesbica non lo sapevo ma non credo che incida più di tanto sul contenuto di questo suo brano :o)

    oddio poi se mi sbaglio, che qualcuno mi corregga eh!per carità.

    Ma a parte queste annotazioni, dici bene tu: il fatto che non ci siano pareri dei maschietti lascia molto perplessi.
    Possibile che non si sentano queste cose?
    chissà..potrebbe già essere questo, il primo dato su cui riflettere.

    Ma questo rafforza ancora di più l'idea che davvero ci sia un analfabetismo che investe sia la vita sentimentale che la conoscenza di se stessi.
    Voglio dire..tutti apprendono nozioni, competenze, conoscenze tecniche, ma chi si occupa mai, oggi, di trasferire alle persone, un bagaglio minimo di riferimenti per attraversare la propria vita sentimentale e di relazione?
    io per primo mi ci metto..Siamo tutti costretti a maturare da soli,sulla strada di una maggiore consapevolezza. E lo facciamo o per nostra precisa volontà e motivazione, oppure dopo aver subito cadute e fallimenti poco gratificanti.

    E a questo punto poi mi verrebbe da pensare a Pavese, quando parlava di Uomo e Donna come di due razze diverse,ostili, come due specie animali contrapposte, in lotta fra loro, perchè proprio diverse nel modo di essere.

    eppure.. eppure come si potrebbe mai spiegare allora l'Amore? l'esistenza di questo fenomeno tanto meraviglioso e al tempo stesso misterioso?

    e cosa pensare allora di tutti quelli che notano come nella donna esista da sempre una parte maschile e nell'uomo, femminile?
    Io non credo a una diversità "strutturale" assoluta.

    Credo piuttosto nella carenza di conoscenza, di consapevolezza, di "cultura", di coscienza di se stessi, in rapporto agli altri.Oltre a quello che sottolinei tu:la disponibilità a mettersi in gioco, a cambiare, a crescere.
    In pratica mi pare che le persone avanzino nel buio più completo, nel corso della loro vita..ciò che manca è una luce, una torcia..
    Viene da dire che si va troppo a tentoni e che si prendono un sacco di pali in faccia, in sto modo.
    Al buio capita cosi E NON POTREBBE POI ESSERE DIVERSO!
    Non credo insomma che ci sia una legge non scritta che si debba andare per forza a tentativi fra errori e mazzate prese,rimanendo sempre "al buio" anche dentro noi stessi.

    Soltanto che confesso una cosa, mi sento un extraterrestre a volte, a pormi queste domande e a riflettere su questi temi.
    Chissà, forse lo sono per davvero!
    :o) :o)

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  9. Benvengano gli extraterrestri allora!
    Comunque, Klimt, la realtà è che siamo sempre più impegnati a guardare il dito che indica la luna, più "avanziamo" e più regrediamo dentro. C'è pochezza in giro, come saggiamente sottolinei. Pochezza mentale, culturale, sentimentale....
    E mi fermo, perchè è mattina e se inizio con questi pensieri chissà la mia giornata come finirà. Grazie, è sempre un piacere leggerti e ragionare sulla scia dei tuoi pensieri. Vera

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