LA TIGRE E LA NEVE.........[K]

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Bello.
Ma bello come può essere solo la bellezza che ci proviene dalla poesia. Che è una bellezza rotonda, integra, di rara perfezione.
Non è ovviamente solo un film quello che ci regala Benigni ma è una visione della vita, della realtà e dei valori che abbiamo attorno.
E’ soprattutto una favola raccontata col mezzo cinematografico e  come tutte le favole è fatta col materiale del cuore e parla al cuore. Per cui è perfettamente inutile portarsi la testa ragionante dentro la sala.Ogni autentica opera d’arte esige innocenza, sguardo puro e nello stesso tempo costringe a ritornare innocenti e bambini.
Portarsi la mente razionale per gustare questo film  sarebbe come portarsi una chiave inglese per tentare di “smontare un po’ d’acqua dal mare”. Non serve a nulla. Il film è un film sulla poesia e la voglia di credere alla vita.
Si entra in sala col cuore e ci si lascia portare con lo stesso stupore di quando bambini si ascoltavano le favole. Si passa dal primo tempo visionario e comico ad un secondo tempo drammatico e lirico. Ma il film incanta. E’ gioia per gli occhi. E’ un inno intenso e traboccante di gioia. che trasmette nel momento in cui ci fa intravedere la poesia della vita. Che è “un’altro sguardo” rispetto al nostro consueto.

Per cui Attilio potrebbe anche apparirci un folle nell’inseguire un amore tanto inespugnabile e inattaccabile anche da quella enorme follia che è la guerra!
Benigni tuttavia non si compiace a mostrarci la crudeltà e la violenza della guerra: si limita agli scenari apocalittici di Bagdad. La sofferenza ci viene risparmiata per quanto riguarda le scene truculente ma la violenza ugualmente viene suggerita ed evocata ad esempio al posto di blocco americano e traspare nella concitata reazione al limite di una crisi nervosa dei soldati davanti ad un malcapitato motociclista “imbottito “di medicinali.


E’ un film che ti fa ridere di un sorriso liberatorio e poi subito dopo di un riso amaro e riflessivo. Un film che a tratti ti fa gli occhi lucidi e che poi ti commuove fino a toccare punte di lirismo assoluto in un paio di scene. Ma ciò che impressiona è “la leggerezza” con cui sfiora argomenti ostici, universali, eterni e attuali  al tempo stesso.
Ecco, questa leggerezza dona al racconto un qualcosa in più, che ne eleva il tono e la vicenda.
Quando un'opera  tocca questa semplicità e leggerezza io credo che svetti sull’intero panorama cinematografico.
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E’ il Benigni cultore di Dante quello che vediamo, con quella sua anima poetica che era già stata evidenziata da un altro grande che oggi ci manca. Era Fellini che lo volle come attore nella "Voce della luna". 
Credo che più che in qualsiasi altro film precedente, erompa lo sguardo poetico di Roberto, con un precisione chirurgica nella scelta delle scene,  delle immagini liriche delle stesse citazioni di altri poeti. Si nota la padronanza, questa volta.
Il materiale di cui è fatto questo film è la poesia. Pura e sublime.
E il virtuosismo di Benigni sta nell' innestare la follia di un amore privato capace di tutto, di superare tutto, dentro quell’altra follia micidiale  che è la guerra! 
Roberto è il vero mattatore di tutta l’opera e la riempie con una interpretazione pirotecnica si, ma anche capace di variazioni
incredibili. Da vero virtuoso, come nel suo recitare il Padrenostro ad Allah, senza cadere nel grottesco ma anzi accentuando la sua trepidazione per la sorte di Vittoria (nome anch’esso assai simbolico io direi), fino a quell’esilarante invenzione in cui lui armato di uno scacciamosche parla di “armi di distruzione di massa”.
Un'altra nota di merito di questo Benigni superlativo è aver fatto recitare (si fa per dire) alla cara Nicoletta Braschi il ruolo di  paziente in coma per almeno metà film. Interpretazione riuscitissima. Direi la  miglior interpretazione di sempre  della moglie di Benigni. Come dire.. stavolta l’ha proprio voluta mettere a suo agio!

I critici potranno ridurre il valore del film  dicendo che tecnicamente Roberto non sarà un gran regista e su questo posso concordare,
ma le storie che ci racconta, le visioni che ci regala, le sue interpretazioni, queste sue favole leggere,
sono poesia e incanto portate sullo schermo. Piacerà questo film. Ne sono convinto.
Piacerà anche in America, per cui non escludo che possa concorrere anche a più di un premio.

Ha dichiarato Roberto:
"Mi rendo che ci sono opere moderne documentaristiche che vanno alla testa. Il mio film va al cuore e lo spacca in due, entra nella coscienza e nell'anima con l’amore e apertamente contro la guerra. Ci sono anche scene feroci, perché c'è la morte violenta sullo sfondo del conflitto, ma io non pretendo di essere Esopo, intendo far distrarre e commuovere, perché i film non cambiano il mondo, ma aiutano a pensare. Consolano e possono toccarti dentro con la forza del sentimento, la più sovversiva ed estrema del mondo. La cosa bella del comico è quella di riuscire ad andare a toccare con leggerezza alcuni argomenti. Vedere una bella storia d'amore non è buonismo, è potenza senza  ideologia".

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Commenti

  1. sono indecisa se andare a vederlo. Benigni, dirò, mi ha un po' stufata. L'unica immagine del film che mi è capitato di vedere in un tg mi sembrava alquanto melensa......certo questa è una bella recensione :)

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  2. Aspettavo giusto una recensione scritta da un non addetto ai lavori, per decidere se vederlo o no. :-)

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  3. Carissimo, ancora non ho visto il film ma credo che andrò presto.
    Per quanto riguarda i link non capisco, a volte quando apro l'anteprima mi appaio link non miei, allo stesso modo, scorsa settimana, aprivo il blog e a sx c'erano i link dell'azione cattolica!!
    Vediamo che succede in questi giorni. Te ci capisci qualcosa?

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  4. ti ho invitato perchè mi piace come scrivi,le tue idee e sarei felice se ti unissi a noi..
    a presto :)

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  5. Benigni è forte, però c'è una cosa, nei suoi films, che mi dà fastidio...E' la presenza ossessiva di sua moglie come attrice principale. Possibile che non veda mai possibile inserire qualcun'altra al suo posto? Inoltre io non amo il fatto che alcuni registi, autori, sceneggiatori lavorino sempre con gli stessi attori (leggi, ad esempio, Benigni, Ozpetec, Almodovar, Salvatores.....). Questo, se da un lato può far in modo che dall'attore, conoscendolo, si possa tirar fuori il suo meglio, dall'altro toglie freschezza ed originalità al film, che pare "già visto".
    Ehi, non c'entra nulla ma....che coinvolgenti queste musiche arabe di sottofondo. Aisha, poi, mi fa letteralmente e sempre IMPAZZIRE!!! LA trovo di gran sensualità

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  6. sulla moglie di Benigni mi pare di essermi espresso in modo illuminante.
    Il ruolo che più le si addice è questo di donna in coma.Se vai a vedere gli altri film che ha girato ritroverai sempre la sua solita "fissità".Ma qui si vede il Genio!!
    Qui sta il lampo magistrale di Benigni.
    Avrà pensato:"..se lei sembra già in coma, ogni volta che deve recitare una scena, a Nicoletta diamole un ruolo da paziente in stato vegetativo!!:o)

    Che genio ironico che è Roberto!

    Per l'altro discorso, sull'usare alcuni attori tutte le volte son d'accordo: suicuramente mette più a suo agio il regista, che sa cosa tirar fuori da ognuno, però viene tolta davvero freschezza alla nuova opera che fa.
    Però è un male comune(Fellini,Ingmar Bergman, Almodovar.. e tanti altri)

    Vai a vederlo però e poi mi dici se non è un film sulla Poesia.A me questo è sembrato, più ancora che sulla guerra o l'amore.

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  7. cercavo l'immagine di un cielo stellato e ho trovato il tuo blog, bellissima recensione.

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  8. A me è piaciuto tantissimo e oltre a qualche sorriso mi ha strappato qualche lacrima:) Ciao, complimenti per la recensione. Sely

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