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Non ho grande abilità artistica. Qualche volta accade la poesia, oppure altre volte la danza accade attraverso di me e ho la sensazione a tratti, che esista qualcosa che si può definire l’arte di vivere, l’arte della vita. Potresti commentare tutto ciò?
Quella è la via giusta. Non si può fare della poesia, si può solo permettere che accada. La poesia non è una tecnica, non si può apprendere. È un accadere, e questo vale per qualsiasi forma di arte: non è la tecnica il suo punto focale. Certo, la tecnica è importante e necessaria, ma è secondaria. Se esiste l’essenziale, la tecnica si apprende facilmente, viene da sé. Se manca l’essenziale, ogni bravura e qualsiasi conoscenza tecnica non faranno di te un artista, rimarrai un tecnico. E non è affatto indispensabile essere un tecnico.
La poesia non dovrebbe essere una prova di bravura: deve essere invece la purezza della gioia, la celebrazione della vita.
Non è necessario o essenziale che gli altri ne vengano o meno a conoscenza.
I fiori selvatici sbocciano, nessuno forse lo verrà a sapere, eppure sbocciano!
Sii come un fiore selvatico; non pensare a una rappresentazione. Danza con il ritmo della danza.
Non è necessaria alcuna bravura, alcuna abilità. La tecnica si impone e arriva da sé, piano piano, senza sforzo da parte tua, e allora va bene; ma non è necessario andarne in cerca.
Tu dici: Non ho alcuna abilità artistica. In questo caso l’arte è possibile. Il tecnico, chi ha sviluppato una qualsiasi abilità, è una persona chiusa. Hai mai sentito di qualcuno che sia diventato poeta per aver appreso l’arte della poesia? In realtà, tutte le scuole e le università non fanno altro che allontanare la gente dalla poesia. Più insegnano e più è difficile diventare poeti. Distruggono anziché creare.
Nel momento in cui cominciate a pensare alla poesia come a una capacità, un’abilità, una tecnica, avete mancato il senso di quella realtà.
La poesia è simile all’amore: non si impara. È amore della vita! Fluisce quando sei felice. Quando il tuo essere straripa, fluisce in molti modi. Talvolta nel colore: la pittura è poesia nel colore. Talvolta nella danza: la danza è poesia nel movimento. Talvolta nel canto... e a poco a poco trasforma tutta la tua vita. In quel caso, diventa poesia. Il Buddha e Gesù sono esempi di poesia vivente.
Tu dici: Qualche volta accade la poesia.
Non desiderare e non pretendere che accada anche in altri momenti. Se lo fai, ne distruggerai
la spontaneità. Bisogna aspettare. Occorre essere pazienti. Rimanere aperti, come se si aspettasse un ospite: le porte sono aperte, tu sei sulla soglia e guardi in strada.Il cuore palpita. Ma che cos’altro si può fare? Quando l’ospite arriva, arriva.
La poesia è un ospite: sii ospitale! Non cercare di tirare, di manipolare: la poesia non si può costruire. Non si tratta di un manufatto: è concepita da Dio che abita in te. Qualsiasi poesia reca la sua impronta; se è vera, proviene sempre da lui. Certo, potresti comporre, creare un apparenza di poesia, ma sarà una cosa falsa, priva di vita e di spirito. Sarà morta, senz’anima.
Attendi quei momenti, sono rari, accadono ogni tanto. Ma questo è un bene! La poesia è rara; non è il solito percorso. La danza è rara, accade ogni tanto, ma così deve essere! Lascia che accada. Quando arriva immergiti totalmente. Se non arriva, non inventarla. Se lo fai, creerai qualcosa di falso. Non solo: in quel caso, i momenti reali cesseranno di accadere. Ti chiuderai a quegli istanti di beatitudine.
Desiderare è distruttivo, sempre e comunque!
Tu dici: oppure altre volte la danza accade attraverso di me. È così. Sei sulla strada giusta. Quando la danza accade attraverso di te, si tratta di una danza divina. Quando tu danzi, è una cosa ordinaria, mondana; non reca il tocco dell’ignoto; è priva di ispirazione. È un esercizio ginnico, semplici movimenti corporei: hai imparato dei passi e dei movimenti e muovi il tuo corpo di conseguenza. Non sei posseduto da una energia divina! Quando la danza viene a te, sei posseduto, non sei più tu. Il divino è penetrato in te. In questo caso ha una qualità totalmente diversa. Non sei più colui che danza: vieni danzato. E la differenza è immensa.
Non c’è sforzo da parte tua. Sei semplicemente posseduto. Non sai che cosa stia succedendo. Non sei colui che agisce, né colui che sa, e allora accade qualcosa di grandioso; qualcosa che non appartiene alla sfera terrena.
Sono i momenti di religiosità. Accadono cosi i momenti di vera religiosità.
È più facile per un danzatore conoscere Dio che non per un pensatore; per un pittore più che per un uomo d’affari e un poeta è sicuramente più vicino a Dio di un uomo politico. Questo è il popolo di Dio!
L’artista è colui che gli è più vicino. In un mondo migliore, dotato di maggior comprensione, solo un poeta potrebbe essere un prete o meglio, un uomo davvero religioso.
Lui solo, un poeta selvaggio, ha questa capacità; essa non è propria né del teologo nè del prete canonizzato.
Così era anche nelle società primitive, e così è ancora oggi. Il matto funge da prete, e così il poeta: possono esserlo soltanto coloro che sono ispirati.
Non predicano dal proprio io, si lasciano semplicemente andare all’ignoto; si lasciano possedere. Danzano una danza selvaggia, cantano un canto folle.
A un certo punto scompare l’uomo e al suo posto appare Dio. Allora gli occhi cambiano, rotolano. Il corpo assume un’energia totalmente diversa.Si può avvertire: si sente la presenza e
la trasformazione.
L ’uomo subisce una metamorfosi, un’ebbrezza divina, e a quel punto parla: talvolta in una lingua sconosciuta, talvolta con parole senza molto nesso logico o grammaticale. Ma quelle poche parole possono divenire una chiave verso l’ignoto, verso Dio. Così sono nati i Veda, le Upanishad. Ed è per questo che Gesù appare così squisito! Non ho mai incontrato un poeta più grande di lui, anche se nessuno pensa a lui come a un poeta; tuttavia è uno dei maggiori poeti mai apparsi sulla faccia della Terra. Guardate la poeticità delle sue parole, del Discorso della montagna. Ogni parola è colma di poesia. Nel momento in cui pronunciò quel sermone, doveva essere posseduto; di certo Dio si esprimeva per suo tramite. In quei momenti di certo era all’unisono con lui. Non è lui a parlare: è solo un veicolo, un passaggio, un medium, un messaggero.
E questo è il significato di “Cristo”, di “Messia”: colui che porta il messaggio. Lo consente, diventa un ponte.
Quindi, quando arriva la poesia, lascia che accada. Sii grato.
Quando arriva la danza, lascia che accada. Ma non cercare mai di forzarla. E io so bene, quanto avido sia l’animo umano: vuole sempre di più. Quando accade qualcosa, vuoi che si ripeta e continui a ripetersi. In questo modo lo distruggerai, non essere avido! Dio scompare in presenza dell’avidità. Può esistere solo nella sua assenza. Spera, aspetta.. ma non essere avido.
Inoltre, chiedi: Ho la sensazione che esista qualcosa che si può definire l’arte di vivere, l’arte della vita.
Non c’è separazione tra arte e vita. Se sai come dare spazio alla poesia, alla danza, all’amore; se sai come permettere a tutto ciò di accadere, conosci anche l’arte della vita. Essa consiste proprio in quel concedere e lasciarsi andare, nell’arrendersi, nell’abbandonarsi alla vita. E’ questa l’unica arte della vita.
Si deve imparare in molti modi. La poesia è uno di questi, il canto un altro e la danza un altro ancora. Impara a dare spazio, a lasciar accadere le cose. Impara a essere ricettivo, impara a essere un grembo, a essere femminile. Non essere maschile. Non essere aggressivo. Non cercare di conquistare Dio, la vita, l’amore, la verità! Non essere un soldato: sii piuttosto simile a un’amante, a una donna.
La scienza è maschile, la religione e la consapevolezza sono femminili. La scienza ha distrutto la Terra; la tecnologia è distruttiva. L’equilibrio ecologico sembra essere stato intaccato così in profondità che ora è quasi impossibile ripristinarlo.
La catena della vita è stata spezzata dovunque, e questo è accaduto perché la scienza si è espansa troppo nella consapevolezza umana, e l’uomo ha perso il contatto con le sue qualità femminili. È diventato squilibrato, sbilanciato.
È necessario ripristinare
la religione. Ma con “religione” io intendo il “femminile”; con “religione” intendo la ricettività; non più la conquista, bensì l’attesa dell’ospite in arrivo; non un fare, ma un accadere.
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ho fatto anche io la catena!!!
RispondiEliminaprossimamente cercherò di lasciarti un commento più decente, per questa scelta di belle parole
ciao un abbraccio
RispondiElimina1mi specchio in tutte le superfici riflettenti per vedere se sono sempre io o c'è un ultracorpo al mio posto
RispondiElimina2dormo con un gufo di peluche
3batto i denti di notte e se dormo con qualcuno cerco il contatto fisico
4mangio un'infinità di marshmallows e mastico tantissime big babol ma uso il dolcificante per le bevande o le prendo amare
5interrompo sempre le catene e così non nominerò i successori
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chiara*
La poesia scaturisce dentro di noi dalle nosrtre emozioni, dalle nostre gioie, dalle nostre sofferenze........
RispondiEliminaUn abbraccio
solare
Veleggià il blog... per luoghi iperuranici... ed io quasi nàufrago ... dolcemente.
RispondiEliminaciao Carlo davvero non riesci aleggere gli ultimi post di gennaio??prova fare un aggiornamento poi fammi sapere grazie e ciao
RispondiEliminaReligioni orientali ed altro, tutto interessante. Io sento invece di appartenere alla mia cultura, anche se secolarizzata.
RispondiEliminaBaci privati.
Religioni orientali ed altro, tutto interessante. Io sento invece di appartenere alla mia cultura, anche se secolarizzata.
RispondiEliminaBaci privati.
to xx-maria:
RispondiEliminascusami maria ci tengo a sottolineare che non si tratta di "religione"..
assolutamente no.
non mi piace la confusione fra Stato e Chiesa e il pasticcio che sta avvenendo da secoli in Italia.. figuriamoci se mi piace la confusione fra "cultura" e "religione" !!
appartengo ad una cultura che abbraccia tutte quante le culture
in quanto essere umano la mia cultura è quella umana
mentre non appartengo a religione alcuna. E proprio per non appartenere a nessuna religione ho sviluppatissimo il "senso religioso" o meglio ancora il "SENSO del SACRO".
non si equivalgono le cose..
sono concetti molto differenziati
e lontani anni luce.
un caro abbraccio per essere passata! :-*
un sorriso dolce dolce donato con il cuore..questo posso regalarti oggi..amico mio..
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