POESIA, DANZA E ARTE DI VIVERE

 


 


 






























 


 

         Poesia, danza e arte di vivere
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[ Osho ]


 
   


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Non ho grande abilità artistica. Qualche volta accade la poesia, oppure altre volte la danza accade attraverso di me e ho la sensazione a tratti, che esista qualcosa che si può definire l’arte di vivere, l’arte della vita. Potresti commentare tutto ciò?

Quella è la via giusta. Non si può fare della poesia, si può solo permettere che accada. La poesia non è una tec­nica, non si può apprendere. È un accadere, e questo vale per qualsiasi forma di arte: non è la tecnica il suo punto focale. Certo, la tecnica è importante e necessaria, ma è secondaria. Se esiste l’essenziale, la tecnica si apprende facilmente, viene da sé. Se manca l’essenziale, ogni bravura e qualsiasi co­noscenza tecnica non faranno di te un artista, rimarrai un tecnico.
E non è affatto indispensabile essere un tecnico.

La poe­sia non dovrebbe essere una prova di bravura: deve essere invece la purezza della gioia, la celebrazione della vita.
Non è ne­cessario o essenziale che gli altri ne vengano o meno a conoscenza.
I fiori selvatici sbocciano, nessuno forse lo verrà a sape­re, eppure sbocciano!

Sii come un fiore selvatico; non pen­sare a una rappresentazione. Danza con il ritmo della dan­za.

Non è  necessaria alcuna
bravura, alcuna abilità. La tecnica si impone e arriva  da sé, piano piano, senza sforzo da par­te tua, e allora va bene; ma non è necessario andarne in cerca.

Tu dici: Non ho alcuna abilità artistica. In questo caso l’arte è possibile. Il tecnico, chi ha svi­luppato una qualsiasi abilità, è una persona chiusa. Hai mai sentito di qualcuno che sia diventato poeta per aver appreso l’arte della poesia? In realtà, tutte le scuole e le università non fanno altro che allontanare la gente dalla poesia. Più insegnano e più è difficile diventare poeti. Di­struggono anziché creare.


Nel momento in cui cominciate a pensare alla poesia come a una capacità, un’abilità, una tecnica, avete man­cato il senso di quella realtà.


La poesia è simile all’amore: non si impara. È amore della vita! Fluisce quando sei felice. Quando il tuo essere straripa, fluisce in molti modi. Talvolta nel colore: la pit­tura è poesia nel colore. Talvolta nella danza: la danza è poesia nel movimento. Talvolta nel canto... e a poco a po­co trasforma tutta la tua vita. In quel caso, diventa poesia. Il Buddha e Gesù sono esempi di poesia vivente.

Tu dici: Qualche volta accade la poesia.
Non desiderare e non pretendere che accada anche in altri momenti. Se lo fai, ne distruggerai

la spontaneità. Bi­sogna aspettare. Occorre essere pazienti. Rimanere aper­ti, come se si aspettasse un ospite: le porte sono aperte, tu sei sulla soglia e guardi in strada.Il cuore palpita. Ma che cos’altro si può fare? Quando l’ospite arriva, arriva.

La poesia è un ospite: sii ospitale! Non cercare di tirare, di manipolare: la poesia non si può costruire. Non si tratta di un manufatto: è concepita da Dio che abita in te. Qualsiasi poesia reca la sua impronta; se è vera, proviene sempre da lui. Certo, potresti comporre, creare un apparenza di poe­sia, ma sarà una cosa falsa, priva di vita e di spirito. Sarà morta, senz’anima.

Attendi quei momenti, sono rari, accadono ogni tan­to. Ma questo è un bene! La poesia è rara; non è il solito percorso. La danza è rara, accade ogni tanto, ma così deve essere! Lascia che accada. Quando arriva immergiti totalmente. Se non arriva, non inventarla. Se lo fai, cree­rai qualcosa di falso. Non solo: in quel caso, i momenti reali cesseranno di accadere. Ti chiuderai a quegli istanti di beatitudine.
Desiderare è distruttivo, sempre e comunque!



Tu dici: oppure altre volte la danza accade attraverso di me. È così. Sei sulla strada giusta. Quando la danza accade attraverso di te, si tratta di una danza divina. Quando tu danzi, è una cosa ordinaria, mondana; non reca il tocco dell’ignoto; è priva di ispirazione. È un esercizio ginnico, semplici movimenti corporei: hai imparato dei passi e dei movimenti e muovi il tuo corpo di conseguenza. Non sei posseduto da una energia divina! Quando la danza viene a te, sei posseduto, non sei più tu. Il divino è penetrato in te. In questo caso ha una qualità to­talmente diversa. Non sei più colui che danza: vieni dan­zato. E la differenza è immensa.
Non c’è sforzo da parte tua. Sei semplicemente posseduto. Non sai che cosa stia succedendo. Non sei colui che agisce, né colui che sa, e allora accade qualcosa di grandioso; qualcosa che non ap­partiene alla sfera terrena.
Sono i momenti di religiosità. Accadono cosi i momenti di vera religiosità.
È più facile per un danzatore conoscere Dio che non per un pensatore; per un pittore più che per un uomo d’affari e un poeta è sicuramente più vicino a Dio di un uo­mo politico.
Questo è il popolo di Dio!
L’artista è colui che gli è più vicino. In un mondo migliore, dotato di maggior comprensio­ne, solo un poeta potrebbe essere un prete o meglio, un uomo davvero religioso.
Lui solo, un poeta selvaggio, ha questa capacità; essa non è propria né del teologo nè del prete canonizzato.
Così era anche nelle società primitive, e così è ancora oggi. Il matto funge da prete, e così il poeta: possono esserlo soltanto coloro che sono ispirati.
Non predicano dal proprio io, si lasciano semplicemente andare all’ignoto; si lasciano possedere. Danzano una danza selvaggia, cantano un canto folle.

A un certo punto scompare l’uomo e al suo posto ap­pare Dio. Allora gli occhi cambiano, rotolano. Il corpo assume un’energia totalmente diversa.Si può avvertire: si sente la presenza e

la trasformazione.
L ’uo­mo subisce una metamorfosi, un’ebbrezza divina, e a quel punto parla: talvolta in una lingua sconosciuta, talvolta con parole senza molto nesso logico o gram­maticale. Ma quelle poche parole possono divenire una chiave verso l’ignoto, verso Dio. Così sono nati i Veda, le Upanishad. Ed è per questo che Gesù appare così squisito! Non ho mai incontrato un poe­ta più grande di lui, anche se nessuno pensa a lui come a un poeta; tuttavia è uno dei maggiori poeti mai apparsi sulla faccia della Terra. Guardate la poeticità delle sue pa­role, del Discorso della montagna. Ogni parola è colma di poesia. Nel momento in cui pronunciò quel sermone, do­veva essere posseduto; di certo Dio si esprimeva per suo tramite. In quei momenti di certo era all’unisono con lui. Non è lui a parlare: è solo un veicolo, un passaggio, un medium, un messaggero.
E questo è il significato di “Cristo”, di “Messia”: colui che porta il messaggio. Lo consente, diventa un ponte.

Quindi, quando arriva la poesia, lascia che accada. Sii grato.
Quando arriva la danza, lascia che accada. Ma non cercare mai di forzarla. E io so bene, quanto avido sia l’animo umano: vuole sempre di più. Quando accade qualcosa, vuoi che si ripeta e continui a ripetersi. In questo modo lo distruggerai, non essere avido! Dio scompare in presenza dell’avidità. Può esistere solo nella sua assenza. Spera, aspetta.. ma non essere avido.

Inoltre, chiedi: Ho la sensazione che esista qualcosa che si può definire l’arte di vivere, l’arte della vita.
Non c’è separazione tra arte e vita. Se sai come dare spazio alla poesia, alla danza, all’amore; se sai come per­mettere a tutto ciò di accadere, conosci anche l’arte della vita. Essa consiste proprio in quel concedere e lasciarsi andare, nell’arrendersi, nell’abbandonarsi alla vita. E’ questa l’unica arte della vita.

Si deve imparare in molti modi. La poesia è uno di que­sti, il canto un altro e la danza un altro ancora. Impara a dare spazio, a lasciar accadere le cose. Impara a essere ri­cettivo, impara a essere un grembo, a essere femminile. Non essere maschile. Non essere aggressivo. Non cercare di conquistare Dio, la vita, l’amore, la verità! Non essere un soldato: sii piuttosto simile a un’amante, a una donna.
La scienza è maschile, la religione e la consapevolezza sono femminili. La scien­za ha distrutto la Terra; la tecnologia è distruttiva. L’equi­librio ecologico sembra essere stato intaccato così in profondità che ora è quasi impossibile ripristinarlo.
La catena della vita è stata spezzata dovunque, e questo è accaduto perché la scienza si è espansa troppo nella consapevolez­za umana, e l’uomo ha perso il contatto  con le sue qualità femminili. È diventato squilibrato, sbilanciato.
È necessario ripristinare

la religione. Ma con “religione” io intendo il “femminile”; con “religione” intendo la ricetti­vità; non più la conquista, bensì l’attesa dell’ospite in arri­vo; non un fare, ma un accadere.


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         Perchè non posso conoscere Dio?
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[ Osho ]


 
   

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Perché non posso conoscere Dio?


Perché lo sei! La conoscenza non è possibile. La cono­scenza presuppone divisione, spaccatura. Colui che cono­sce deve essere separato dalla cosa conosciuta. Per questo non si può conoscere Dio. Puoi essere Dio. Lo sei già.
Ma non lo puoi conoscere.

Lo stesso sforzo cognitivo si basa sulla separazione. La conoscenza divide, separa, spezza; non è mai un ponte.
Per questo continuo a insistere: siate inno­centi, non colti, e sarete in armonia con l’esistenza. Sarete l’esistenza stessa! Siate ignoranti.  Beati coloro che ignorano, proprio come i bambini.
Come mai?
Perché quando non vi è conoscenza, nessu­no sforzo di sapere, scompare anche

la divisione. Vi fondete...vi incontrate.. diventate uno.


Non potete conoscere Dio perché Dio si nasconde dentro di voi; non si può ridurlo a un oggetto. Non può diventare il conosciuto.

Dio è colui che conosce:
la vostra soggettività.
Non la meta, ma colui che cerca. Non è la fine del percorso, ma l’inizio.
E’ l’inizio del viaggio, il pellegrinaggio.
Quindi, non tentare di conoscere Dio: falliresti e saresti frustrato.
Diventa Dio! Sii Dio!
E quando dico: «Sii Dio, uso un linguaggio improprio. Non è esatto. Tu sei Dio! Devi solo riconoscerlo; accorgertene, questo è ciò che intendo quando ti dico di diventarlo.
Guarda dentro di te. Non cercarlo: trovalo! Dio si deve trovare, senza cercare.
Ogni ricerca porta fuori strada, perché la ricerca stessa parte dal presupposto che egli sia separato, lontano, qualcuno o qualcosa d’altro da raggiungere.
Dio è colui che cerca. Egli è la ricerca stessa! 


 



 



 



 



 



 




 

Commenti

  1. ho fatto anche io la catena!!!
    prossimamente cercherò di lasciarti un commento più decente, per questa scelta di belle parole

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  2. 1mi specchio in tutte le superfici riflettenti per vedere se sono sempre io o c'è un ultracorpo al mio posto

    2dormo con un gufo di peluche

    3batto i denti di notte e se dormo con qualcuno cerco il contatto fisico

    4mangio un'infinità di marshmallows e mastico tantissime big babol ma uso il dolcificante per le bevande o le prendo amare

    5interrompo sempre le catene e così non nominerò i successori

    ***
    chiara*

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  3. La poesia scaturisce dentro di noi dalle nosrtre emozioni, dalle nostre gioie, dalle nostre sofferenze........

    Un abbraccio

    solare

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  4. Veleggià il blog... per luoghi iperuranici... ed io quasi nàufrago ... dolcemente.

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  5. ciao Carlo davvero non riesci aleggere gli ultimi post di gennaio??prova fare un aggiornamento poi fammi sapere grazie e ciao

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  6. Religioni orientali ed altro, tutto interessante. Io sento invece di appartenere alla mia cultura, anche se secolarizzata.
    Baci privati.

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  7. Religioni orientali ed altro, tutto interessante. Io sento invece di appartenere alla mia cultura, anche se secolarizzata.
    Baci privati.

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  8. to xx-maria:

    scusami maria ci tengo a sottolineare che non si tratta di "religione"..
    assolutamente no.

    non mi piace la confusione fra Stato e Chiesa e il pasticcio che sta avvenendo da secoli in Italia.. figuriamoci se mi piace la confusione fra "cultura" e "religione" !!

    appartengo ad una cultura che abbraccia tutte quante le culture
    in quanto essere umano la mia cultura è quella umana

    mentre non appartengo a religione alcuna. E proprio per non appartenere a nessuna religione ho sviluppatissimo il "senso religioso" o meglio ancora il "SENSO del SACRO".

    non si equivalgono le cose..
    sono concetti molto differenziati
    e lontani anni luce.

    un caro abbraccio per essere passata! :-*

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  9. un sorriso dolce dolce donato con il cuore..questo posso regalarti oggi..amico mio..

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