Riprendo qui due Post di una mia amica di NAPOLI che reputo importanti per aprire uno squarcio su un "territorio di confine", su un' altra "terra di nessuno" sulla quale tanti, troppi non vogliono nè sanno parlare, quasi trincerandosi dietro paure ataviche.
Interessarsi di Sanità e più ancora di "malati", qualsiasi essi siano, credo sia un impegno e un dovere morale per ogni persona .

Troppi guasti, omissioni, silenzi accompagnano in Italia il già di per sè, dolorosissimo percorso di chi si trova ad affrontare questo "mostro" che è la malattia.

PERCHE'  CHIUDERE  GLI  OCCHI?


 
   

1) Avviso importante per "colleghi"  



 



 


Nelle mie ricerche sull'argomento trovo questa notizia importantissima per i malati oncologici che, come me, hanno fatto richiesta per ottenere il riconoscimento di invalidità previsto dalla legge 104, sentendosi rispondere "l'accertamento da parte della commissione avverrà tra circa 70 giorni, eh?!?".
Copio ed incollo!

NUOVE NORME




Il diritto all'invalidità

Approvata una norma sull’accertamento dello stato di handicap in situazione di gravità. Un aiuto ai pazienti oncologici e ai loro familiari, per curarsi in tranquillità conservando la propria attività lavorativa
di Elisabetta Iannelli

Quindici giorni invece di un anno. Ecco quanto dovranno aspettare da ora i malati di cancro per vedersi riconosciuto un diritto fondamentale per la gestione della malattia e utile anche per chi si prende cura di loro: quello relativo al riconoscimento dell’invalidità e dell’handicap in situazione di gravità.

Il Parlamento ha infatti approvato in questi giorni una norma (inserita nella legge di conversione del D.L. n.4 del 16 gennaio 2006) che stabilisce che l’accertamento dello stato di handicap in situazione di gravità e dell’invalidità superiore al 50 per cento (condizioni normalmente riconosciute al malati di tumore in fase acuta) debba avvenire entro 15 giorni dalla domanda presentata presso la Asl territorialmente competente. La nuova legge ha previsto, inoltre, che l’accertamento da parte della commissione di prima istanza sia immediatamente efficace, senza che il malato debba attendere, come prima, l’ulteriore deliberazione di secondo grado della commissione medica periferica. Fino a oggi, infatti, era necessario un doppio passaggio: dopo l’esame da parte della commissione della Asl di competenza, la pratica doveva ricevere il via libera definitivo da un’altra commissione medico-legale (fino allo scorso anno ministeriale, dal 2006 dell’Inps). L’intero procedimento non doveva di norma superare i nove mesi, ma mediamente l’attesa era di circa un anno e talvolta anche di più.

Per quanto riguarda il malato oncologico, la fase acuta della malattia e delle terapie antineoplastiche, di solito, non si protrae continuativamente per oltre un anno, date le peculiari caratteristiche della patologia. In genere, dopo alcuni mesi, il tumore si è stabilizzato, e viene tenuto sotto controllo mediante apposito follow up o una terapia adiuvante, oppure può aver già fatto il suo corso. Per queste ragioni, la concessione dei diritti derivanti dallo stato di invalidità e di handicap, spesso solo temporaneo, necessita di provvedimenti immediati già al momento della diagnosi, che consentano al malato di accedere rapidamente a tutti i benefici socio-economici e alle tutele cui ha diritto. Nel caso dei pazienti in fase acuta di malattia, le lungaggini burocratiche per l’invalidità si tramutano di fatto in negazione del diritto riconosciuto e garantito, cosa che rappresenta un’evidente contraddizione in termini.

Come noto, il riconoscimento dell’invalidità ha essenzialmente due tipi di conseguenze: un assegno mensile che, se inviato in ritardo, può causare un notevole disagio anche se giunge – spesso dopo un anno - con gli interessi legali, e i permessi retribuiti per assentarsi dal lavoro, validi per il malato ma anche per un familiare (la legge 104/1992 prevede infatti che il paziente o un suo parente abbiano a disposizione tre giorni al mese di congedo retribuito dal lavoro). La mancata fruizione di quest’ultimo diritto non è recuperabile. Se per un anno non si è potuto usufruirne e si è fatto ricorso a ferie, permessi, giorni di malattia, magari rischiando di perdere il lavoro stesso o dovendo ricorrere a sotterfugi, non c’è modo di avere, successivamente, un risarcimento né economico né, tantomeno, in termini di giornate lavorative.

Per questo, la norma appena approvata è molto importante: permette a malati e familiari di curarsi in tranquillità e, al tempo stesso, di conservare la propria attività lavorativa e, nei limiti del possibile, le proprie abitudini di vita. Questo risultato è stato conseguito grazie al grande impegno profuso nell’iniziativa dalla Federazione delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (Favo), che rappresenta più dell’80 per cento delle oltre 650 organizzazioni attive sul territorio nazionale. Le istanze della Favo hanno trovato il favore e il sostegno del Ministro della Funzione Pubblica On. Mario Baccini e, in particolare, del Sottosegretario Sen. Learco Saporito, che si sono attivamente impegnati affinché l’emendamento presentato dal Governo su richiesta della Favo fosse approvato dal Parlamento.

Infine va sottolineato che le votazioni hanno avuto l’approvazione di tutti i gruppi parlamentari, anche dell’opposizione, a riprova dell’importanza della questione e dell’opportunità di abbreviare l’iter burocratico per i malati di cancro.

Elisabetta Iannelli è segretario tesoriere della Federazione delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (Favo)


 

2)  Sanità,  ooh sanità...

 

Venerdì scorso beh, era 17 che ne vuoi sperare, il signor L., 67 anni, così, per prevenzione, va a farsi una colonscopia al secondo Policlinico, dopo un'attesa di circa un mese. Nel corso dell'esame, gli viene riscontrata un'area di un paio di centimetri di sospetta neoplasia, per cui gli viene effettuato un prelievo di tessuto per la necessaria biopsia. 
Gli viene chiesto "Scusi, lei mica ha l'impegnativa per la biopsia?" Il sessantasettenne, ancora non rincoglionito, risponde "E beh, no, come facevo a sapere che ce ne sarebbe stato bisogno, l'esame l'ho fatto per prevenzione, non ho sintomi di nulla, io". 

"Va bene" gli viene risposto "allora ecco qui la provetta col suo reperto, torni lunedì con l'impegnativa ed la provetta". 
"Ma... non potrebbe deteriorarsi??? Magari si falsa il risultato..... E se portassi l'impegnativa al ritiro???"

ERESIA!!!! Come se non fosse suo interesse!!!
Conclusione, il signor L., che è mio fratello molto maggiore, il primo, io sono l'ultima della lunga serie (la sfiga si abbatte sulla famiglia S., ultimamente e siamo alla spasmodica ricerca di almeno un paio di preti ricchioni) si è portato a casa la sua provetta e stamattina, cioè dopo il week end, si è fatto fare l'impegnativa dal medico di base, che per fortuna riceveva e ha riportato la provetta al Policlinico.
Quali siano le condizioni del reperto, dopo tre giorni, e chi può dirlo??????
Parlandone in giro con altre persone, pare che 'sta prassi sia normale.
Ma normale de che ?????


 


Tre domande:

Uno a uno e palla al centro?
Il senso del paradossale esiste ?
Qualcuno, è ancora capace di coglierlo in questo bel paese?

mahhh...


 

             { k }


 
   

Commenti

  1. la malasanità mi ha rubato mio padre diciott'anni fa e invalidato la madre al 100%, per quel vizio comune di negligenza medica...

    quando si appellarono agli amici influenti, contro il loro modo d'essere, non erano più semplici pazienti, ma l'Avv X amico del Prof Y e la moglie dell'Avv X, amico del Prof Z.

    In quel caso ci furono attenzioni per entrambi.
    Ma fuori tempo.
    Nell'ingiustizia dei tempi
    in un luogo che chiamiamo Civiltà.


    non ho molte parole da aggiungere
    oltre alla rabbia.

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  2. a proposito di Napoli e Campania...
    questo lo avete letto?

    http://alex321.splinder.com/post/7253443

    leggilo Carlo.... leggetelo!!!!

    ciao :)

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  3. ... sono di ritorno da tre giorni al Pascale, l'istituto in cui si curano i malati di tumore...
    non ti dico che cosa ho visto con questi occhi, ascoltato con le orecchie,, ma soprattutto non ti dico quante ferite la mia anima, tanto dolore, si si sa, angoscia preoccupazione verso il ministro e quanta indifferenza dei confronti dei malati vengono trattati come sacchi di patate, sballottati a destra sinistra come fossero cose e nessuno che assicura della loro anima... hanno un bisogno che qualcuno si prenda cura del loro dolore... è troppo poco quello che si fà...

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