Tante volte accade che qualcuno dica: «Ti amo», mentre ciò che intendeva era: «Ti amo se...»
In un grado maggiore o minore tutti noi abbiamo delle aspettative riguardo alle persone che amiamo. Ma queste aspettative, per quanto ci possano parere ragionevoli, iniettano un elemento di falsità che il vero amore non contiene. Il falso amore può anche assumere la forma di una mancanza di realismo. Chi si aspetta di essere portata via da un misterioso sconosciuto e salvata da tutti i problemi indulge all’irrealtà.
L’irrealtà ha molti camuffamenti, tra i quali la fantasia e la proiezione sono i due principali.
La fantasia è una falsa immagine alla quale l’amore dovrebbe corrispondere. Facciamo fantasie su un amante ideale, e chiunque non corrisponda a quell’ideale diventa inadatto al nostro amore.
Le radici dì questa irrealtà si trovano chiaramente in noi, non in loro. La fantasia apparentemente dipinge il nostro ideale, di fatto ci mette i paraocchi.
La proiezione distorce invece la nostra percezione in una maniera diversa: appiccica le nostre convinzioni alle altre persone. Chi crede che nessuno lo amerà mai, sta proiettando la sua mancanza di accettazione sugli altri.
La convinzione interiore «io non sono amabile» è così dolorosa che non può essere affrontata, e un modo di diminuire quel dolore, è di smettere di attribuirla a se stessi.
Allora si decide che sono gli altri a sbagliare. Loro ci hanno delusi, loro non pensano che siamo abbastanza bravi, loro non hanno il desiderio di amarci . In realtà non ci sono loro, ma solo le nostre proiezioni.
Anche l’associazione è una cosa rivelatrice. In un classico esperimento che risale agli anni Venti un cineasta russo di nome Lev Kuleshov proiettò alcune semplici immagini ( una ciotola di minestra, una bara e un neonato che giocava con un orsacchiotto) e dopo ogni immagine il viso inespressivo di un uomo che guardava verso la macchina da presa.
Quando questo veniva mostrato, il pubblico «leggeva» ogni genere di significato nell’espressione dell’uomo [ paura, amore, odio ]. Queste interpretazioni mostrano come può essere potente l’effetto dell’associazione.
Il modo in cui la mente unisce le cose nell’associazione è spesso fuorviante. Il fatto è che raramente vediamo le persone per quello che sono. Spesso le consideriamo facendo un’associazione di idee con le persone che hanno popolato il nostro passato.
Ho accennato prima che il falso amore agisce per proiezione spostando i vostri sentimenti su un’altra persona. Se nell’esperimento di Kuleshov qualcuno avesse detto che l’uomo dal viso inespressivo odiava il neonato si sarebbe trattato ben chiaramente di proiezione. Ma esiste un secondo tipo di proiezione basato sui nostri desideri.
Potete considerare una persona degna di fiducia per esempio perché avete bisogno che sia cosi e non importa quante volte essa dimostrerà di non essere degna della vostra fiducia, voi continuerete a proiettare su di lei la vostra esigenza.
Se vi affidate spesso alla proiezione tenderete ad avere il seguente comportamento:
Finite le frasi degli altri al posto loro.
Agite stando sulla difensiva ancora prima di essere accusati realmente.
Chiedete a qualcuno la sua opinione e vi adirate se non corrisponde alla vostra.
Nutrite estreme sensazioni di approvazione o rifiuto per persone che conoscete a malapena.
Sbarazzarsi della proiezione è importantissimo se desiderate distinguere l’amore vero da quello falso. Un fatto è certo: la proiezione nasconde sempre un vostro sentimento che non volete prendere in considerazione.
Un altro ostacolo al vero amore è il bisogno di controllo.
E’ un altro modo del nostro Ego di risolvere i problemi di “paura”. Ogni volta che qualcuno di noi cade in un comportamento in cui esercita il controllo, nell’inconscio è all’opera uno di questi scenari:
Abbiamo paura che qualcuno ci rifiuterà.
Abbiamo paura di fallire.
Abbiamo paura di sbagliare
Abbiamo paura di essere senza potere
Abbiamo paura di essere distrutti.
Nessuna di queste paure ci rende una persona malvagia, o debole. Chiunque, in realtà, deve affrontare simili timori, ma soltanto le persone che non riescono ad ammettere le minacce nascoste dentro di sé, le affrontano affidandosi al "controllo".
Una persona che controlla appare libera dalla paura; questa è la facciata che il controllo presenta al mondo. Poniamo un alto valore sociale nel far credere che abbiamo il controllo della nostra vita, e questo promuove ulteriormente la convinzione dell’Ego che questo comportamento funzioni. Il problema che non viene affrontato è che il controllo in realtà non risolve mai l’insicurezza sottostante.
Al contrario, il controllo aumenta la paura negando che essa esiste.
Di quale comportamento sto parlando?
Nella psicologia clinica, molti generi di comportamento sono considerati finalizzati al controllo: l’attenersi ostinatamente a un punto di vista, l’intolleranza, l’occuparsi dei bisogni altrui, il restare delusi quando le proprie aspettative non vengono esaudite, il farsene continuamente delle false, l’ossessività e la tendenza ad adirarsi quando si incontra opposizione ai propri piani.
il testo è davvero interessante e l'immagine... bravo! proprio ben scelta!
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