A   Helèn
   
 

Ci vuole l’occhio che non hai
e lo sguardo che forse,
in te non s'aprirà mai.

Ci vuole la solitudine
di chi da sempre è uno,

Il coraggio del volo
che accade in campo aperto.

L’attenzione che non troverai
 in nessun altro, se non in te.

Ci vuole il coraggio delle tue paure.
L'abitudine a scartare la strada piana,

La picchiata del gabbiano sul pesce.
Al tempo giusto, il colpo d'ala.

Saper distinguere la meschinità
dalla purezza.
L’artista vero, dall’imbonitore.
Colui che senza stile
nutre il proprio orgoglio cieco
e colui che vive nella carne,
il mistero.

Ci vuole l’inettitudine alle convenienze.

Il tener aperti gli occhi
di fronte all’impostore,
colui che gonfia il petto
pur di mascherare il proprio vuoto.



Ci vuole la pazzia di spremere dolcezza
dalle esperienze estreme,

Il folle convincimento
ch’è sacro far germogliare
la pianta dello stupore.
dall'incanto della vita

Ma ci vuole l’umiltà che tu non hai,
che non avrai mai. 
Se non hai ancora imparato,
imparerai.
Ma dovrai contare le monete
e pagare
a caro prezzo
i tuoi occhi chiusi.



E non ti rido in faccia
solo perché so a memoria
il finale che ti aspetta
nella barzelletta che,
imperterrita
racconti a te stessa.

E conosco le tue verità di cartapesta.
Il tempo che non t'aspetta
I tuoi sacri principi sempre pronti
per essere smentiti da te soltanto.

Ci vuole l’incoscienza
d'abbracciar la sofferenza
pur di non mollar la presa
dal collo della vita,
dal suo respiro ansante.

Ci vuole la forza dolorosa
di lasciar muri
travestiti da persone


Quelli che ti chiudono il cielo.



Cerco ben altro
che i tuoi voli a mezza altezza
l’aroma introvabile ai più:
la saggezza dell'infanzia
che attecchisce e da frutto
sotto il sole della consapevolezza.
   
 

[ k ]


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