Parto





















   
 

Parto.
Parto per un orizzonte
che da qui non vedo
Per un sogno che da qui non sogno
Parto per notti che non conosco
e mattini di doloroso chiarore.

Parto
per issarmi
sull’ebbro battello che,
al crepuscolo, conduce all’ignoto

Parto
per un cielo da conquistare
per un azzurro che mi sappia adottare
per una mitologia d’orizzonti di mare
E nell’andare, compagno di viaggio,
un respiro d’apnea:
gioia e trepidazione,
l’infinito frangersi d’onda
sulla riva dei giorni

Viaggio
come pausa del tempo
ed epifania delle cose.
Strappo e abbandono

Parto
per avere in dono
un tramonto da mago.
 
Per afferrare lo spago
dell’aquilone che mi vola  negli occhi.
Per mettere a fuoco lo spazio,
incendiare lo sguardo,
versarmi un bicchiere di stelle
nella gola riarsa. 
Essere il cannocchiale
che lontano, ricorda il vicino
ed esule del "qui",
incontra l’Altrove.

Parto.
Forse per l’isola che non c’è 
Come rotta,
lo stupore
e il silenzio  soltanto.

Sulla sabbia,
i miei fragili passi 
e nel cielo,
brevi, dei gabbiani, le grida.


   
 

[ k ]



 


Commenti

  1. forse è un po' insolito, di norma si vogliono vedere rispettate le promesse fatte, ma ce n'è una... una che ti ho strappato scherzando un sacco di tempo fa,sullo scrivere peggio... ricordi? Bhè... quella promessa... è sempre bello quando non la rispetti!
    (ma solo quella eh! per le altre non ci sono scuse!)

    Buonanotte, un bacino

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  2. ah... non per tirar l'acqua al mio mulino, ma... non ci starebbe bene "l'isola non trovata"?

    :-) :-*!

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  3. :o) beh grazie per il suggerimento..

    quello musicale certo
    e poi per avermi ricordato che certe promesse "fatte da piccoli"
    NON VANNO MANTENUTE
    assolutamente no!

    di certezze ce ne sono poche attorno a noi
    ma questa ..beh questa..
    è inattaccabile.

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  4. Ha una solitudine lo spazio,
    solitudine il mare
    e solitudine la morte...eppure
    tutte queste son folla
    in confronto a quel punto più profondo,
    segretezza polare
    che è un'anima al cospetto di se stessa...
    infinità finita.

    Emily Dickinson

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  5. Bella.
    Almeno tu cerchi di prendere i fili degli aquiloni, io li lascio andare via.
    A presto
    Lucia

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