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"Perchè sei triste?", gli ho chiesto. "Non sono triste." "Si che lo sei." "Non è quello" ha risposto Mi ha detto che secondo lui la gente vive per anni e anni, ma in realtà è solo una piccola parte di quegli anni che vive davvero, e cioè negli anni in cui riesce a fare ciò per cui è nata. Allora, lì, è felice. Il resto del tempo è tempo che passa ad aspettare o a ricordare. Quando aspetti o ricordi, mi ha detto, non sei nè triste nè felice. Sembri triste, ma è solo che stai aspettando o ricordando. Non è triste la gente che aspetta, e nemmeno quella che ricorda. Semplicemente è lontana. "Io sto aspettando", mi ha detto. Cosa? "Sto aspettando di fare ciò per cui sono nato." |
accidenti...riporti, o tu stesso scrivi, cose VERE...anche TROPPO.Quest'ultima ad esempio è molto significativa. Per natura penso tanto e spesso mi ritrovo nei pensieri degli uomini famosi o no, poeti o filosofi o persone qualunque. Ma a questa riflessione non ero mai arrivata.Non ne sto parlando per dire "ma come mai non ci avevo pensato anch'io?!". Non sia mai,sono piuttosto umile io. Però leggere questa frase mi ha un po' sconvolta e anche sollevata. Perchè allora non si tratta solo di malinconia, o forse stiamo solo cercando di darci una veste più bella...Insomma si tratta di semplice "lontananza". E scusate se ogni tanto ci allontaniamo e se i pensieri sembrano imperscrutabili,nulla di personale!
RispondiEliminabuon ferragosto anche a te :-)