SCOGLI

 

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	Qualche settimana fa, un'amica, mi ha mandato una email, dove mi descriveva qualche momento delle sue giornate passate al mare. Giornate che segnavano finalmente una interruzione, un  distacco dai problemi quotidiani. In modo particolare mi parlava del suo rapporto con gli scogli che caratterizzano gran parte della costa della sua terra. Ho trovato fantastica la descrizione di quella che pare una vera e propria "danza degli scogli". Un lento  avvicinamento, che somiglia molto ad un gioco coltivato fin da piccoli e quasi un patto antico fra il proprio corpo e la mente. Un camminare prestando infinita attenzione a se stessi e a tutto quel che ci "tocca". Andare incontro al mare e nello stesso tempo, immergersi nel mare di percezioni che ci giungono tramite i nostri "sensi" . Fra pensieri, calde sensazioni e desiderio profondo di tornare a "sentirsi". Ad ascoltarsi Grati nel prestare attenzione ai propri piedi, nell'avvertire il vento caldo sulla pelle, nel concentrarsi su ogni minima irregolarità del suolo. Un vero risveglio insomma.  Tornare in contatto con le proprie radici. Tante volte, anch'io ho pensato proprio questo:  ad ogni nuova estate, l'avvicinarsi al mare  è anche questo incontro con se stessi, con la propria corporeità. Una "riscoperta di se stessi" e su questa via, una ricerca come di una nuova armonia, di un equilibrio con le proprie radici sepolte (o troppo trascurate, se non del tutto dimenticate durante l'inverno) . E poi mi piace proprio questa immagine, questo camminare ondeggiando con attenzione sugli scogli aguzzi e insieme trattenere un pò il fiato fino al momento in cui si entra in acqua.Quando infine, ogni tensione per incanto si scioglie, scomparendo nell'abbraccio in cui ti sa stringere il mare. Il mare che ti sa sempre accogliere. Per questo, alla fine, ho deciso di fare un post delle sue splendide parole Grazie Pa.

 

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	Scogli
	Le immagini mi rimandavano la pace che avevo dentro, volevo accostarmi. Vado. Ho bisogno di un risveglio, mi voglio incontrare. Due giorni di mare. Amo gli scogli e cerco di camminare sino a quando è possibile a piedi nudi. Sono caldi al punto giusto, essenza umana. Sento la loro forza, la loro compattezza , sono tutti insieme, poche le buche. Placide e pari. Ed io sopra, ondeggio piano di qua e poi, un po’ di la, la testa per aria, libera dai pensieri. Attenta, senza perdere di vista il contatto con i piedi. E' un gioco. Il mio preferito, da fare al mare, sin da piccola. Come ogni volta, ricomincio a muovermi, dolce, su di loro. È a questo punto che immagino di andare avanti sino al limite Fino al limite, senza farmi toccare ancora dall’acqua. E respiro piano e penso solo ai pesci lì sotto,che sinuosi percorrono tragitti propri. Brucio attraverso la stoffa del costume e dietro immagino mani che mi tocchino le anche. Mi dondolo di proposito. Mi allargo ormai:le braccia sono nastri paralleli agli scogli. Il caldo ed il vento salmastro mi prendono in giro, vogliono stordirmi, spingermi al riparo. Resto tesa ed allungandomi come dinanzi ad un altare, dai miei occhi a fessura intravedo l’azzurro dell’acqua che sazia ogni mia fibra in una grande, lucente pace dorata. Voglio  essere io, adesso. Null’altro. Non devo aprire bocca.Mai più. Solo corpo liquido.