La felicità (r)esistente

 
   La felicità  (r)esistente
     
     
  Viaggiare  portando con  sè,  
     
  soltanto  
     
  ciò che  non  si può perdere.   
     
     
     
  Tutto ciò che potevamo perdere,  
     
  averlo  abbandonato  
     
     
     
 
                      [ k ]  
 
 
 
 
 

Commenti

  1. Credo che la maggior parte delle cose che non possiamo perdere ce le portiamo sempre dietro, perchè vivono nel nostro cuore e nei nostri ricordi. Ciao Serena

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  2. tra le cose che non possiamo perdere... a volte ci portiamo dietro anche i fardelli... ma credo che basti farci la pace per farli divenire esperienze passate da cui spiccare il volo.
    e poi di nuovo viaggiare senza pesi ancora oltre... senza nulla.
    che ispirazione qui!

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  3. Appena l'ho letta, mi ha ricordato una figura bellissima: Biante, uno dei sette savi, che se ne stava immobile a guardare la sua città prima che venisse saccheggiata e, a chi gli chiese perché non mettesse in salvo i suoi beni prima di lasciar la la città, rispose: "Omnia bona mea mecum porto" ("Porto tutte le mie ricchezze con me").

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  4. To Aliante:
    hai compreso benissimo il senso di questo che ho scritto.
    Quanto sarebbe bello poter restare solo con l'essenziale per il viaggio
    E per "viaggiare", così come per vivere, cosa ci serve, in realtà?

    Nulla, se non NOI STESSI.
    Niente, se non un buon rapporto con quel che siamo.
    La consapevolezza della nostra essenza.

    l'ESSENZIALE appunto! :o)

    tutto il resto si può anche abbandonare.

    se ci pensi tutto il pensiero Orientale, indiano soprattutto, ruota attorno a questo punto cruciale.

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