Ma quando niente più sussiste d'un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, soli,. più tenui ma più vividi, più immateriali, più fedeli,
l'odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto,
portando sulla loro stilla, quasi impalpabile, l'immenso edificio
La foto mi devia il pensiero da ciò a cui di primo impatto il testo mi pare si riferisca. E con questo non voglio dire che sia mal abinata, ma anzi che riesca a spezzare il periodare del brano infiltrandosi come a proporre una chiave di lettura differente, come a voler suggerire che forse tra queste righe c'è qualcosa di più rispetto a quello che subito si potrebbe immaginare.
Non solo di morte fisica periscono gli esseri umani, c'è una morte ben più dolorosa, per chi la subisce, a cui possono andare incontro.
E' la morte che deriva da un sentimento spezzato, da un filo sciolto, dal doversi arrendere ad interrompere quel bacio,(meraviglioso per altro, davvero, da fare invidia non c'è che dire!), a sciogliere l'intreccio delle braccia e a lasciarsi andare...
Ben più dolorosa , dicevo, questa morte e ben più pericolosa anche! Dal momento che non uccidendo la totalità dell'individuo, ma solo i suoi sentimenti, può rischiare di condannarlo alla sopravvivenza per il resto dei suoi giorni!
Come fare a sapere quando è il momento di smettere di morire? Quando è il momento di lasciare aperto un piccolo uscio nel proprio cuore, per permettere ad una nuova fiamma, un nuovo soffio di vita di permeare? Come conciliare la propria voglia di nuova vita, pur continuando a rispettare "l'immenso edificio del ricordo"?
E quale rispetto si deve a questo ricordo?
I ricordi non sono nemici, ma hanno il vizio di non voler mai cedere il loro posto di assoluta centralità nella nostra vita (si piazzano ben bene e non c'è verso di convincerli a far fagotto!).
Ma se un grande albero secolare, con i suoi rami folti e tanto alti che sembrano toccare il cielo, per alimentarsi e seguitarsi ad espandere smodatamente, succhia via tutto il nutrimento dal terreno che lo circonda e lo costringe a stare in ombra impedendo così ad ogni nuova vita di farsi spazio, non è forse giusto sfrondare i suoi rami e restituire alla terra il beneficio del sole?
Certo a queste domande non so dare risposta, vorrei ma... c'è qualcuno che in fondo può dire di saper rispondere?
Forse la soluzione è nel trovare, o nell'adoperarsi nella ricerca al massimo delle proprie possibilità, un equilibrio sottile e personalissimo che armonizzi passato e presente, morte e nuova vita!
Se il mio mondo dovesse sprofondare domani, non potrei fare altro che voltarmi indietro, ricordare tutte le gioie, tutti gli entusiasmi, tutte le soddisfazioni che ho vissuto, e accorgermi di quanto sono stata fortunata. (Audrey Hepburn) Non c'è poesia che mi si addice più di questa, la mia paura più grande è quella di dimenticare, voglio ricordare tutto, le cose brutte e le cose belle. Le cose brutte aiutano a crescere, ti fanno cambiare si, forse ti chiudono anche all'amore, alla vita; finchè un bel giorno ti svegli e dici grazie anche per questo, anche per quel dolore che ti sembrava immenso e che hai superato. Passa tutto, prima o poi. Le cose belle inutile dirlo perchè amo ricordarle, che poi sono attimi che riaffiorano alla mente in momenti in cui magari non c'entrano niente. Tutto sia bello o brutto è comunque vita, la nostra, quella che ci è stata concessa, ed io la amo così com'è... Baci Serena
La foto mi devia il pensiero da ciò a cui di primo impatto il testo mi pare si riferisca. E con questo non voglio dire che sia mal abinata, ma anzi che riesca a spezzare il periodare del brano infiltrandosi come a proporre una chiave di lettura differente, come a voler suggerire che forse tra queste righe c'è qualcosa di più rispetto a quello che subito si potrebbe immaginare.
RispondiEliminaNon solo di morte fisica periscono gli esseri umani, c'è una morte ben più dolorosa, per chi la subisce, a cui possono andare incontro.
E' la morte che deriva da un sentimento spezzato, da un filo sciolto, dal doversi arrendere ad interrompere quel bacio,(meraviglioso per altro, davvero, da fare invidia non c'è che dire!), a sciogliere l'intreccio delle braccia e a lasciarsi andare...
Ben più dolorosa , dicevo, questa morte e ben più pericolosa anche! Dal momento che non uccidendo la totalità dell'individuo, ma solo i suoi sentimenti, può rischiare di condannarlo alla sopravvivenza per il resto dei suoi giorni!
Come fare a sapere quando è il momento di smettere di morire?
Quando è il momento di lasciare aperto un piccolo uscio nel proprio cuore, per permettere ad una nuova fiamma, un nuovo soffio di vita di permeare?
Come conciliare la propria voglia di nuova vita, pur continuando a rispettare "l'immenso edificio del ricordo"?
E quale rispetto si deve a questo ricordo?
I ricordi non sono nemici, ma hanno il vizio di non voler mai cedere il loro posto di assoluta centralità nella nostra vita (si piazzano ben bene e non c'è verso di convincerli a far fagotto!).
Ma se un grande albero secolare, con i suoi rami folti e tanto alti che sembrano toccare il cielo, per alimentarsi e seguitarsi ad espandere smodatamente, succhia via tutto il nutrimento dal terreno che lo circonda e lo costringe a stare in ombra impedendo così ad ogni nuova vita di farsi spazio,
non è forse giusto sfrondare i suoi rami e restituire alla terra il beneficio del sole?
Certo a queste domande non so dare risposta, vorrei ma... c'è qualcuno che in fondo può dire di saper rispondere?
Forse la soluzione è nel trovare, o nell'adoperarsi nella ricerca al massimo delle proprie possibilità, un equilibrio sottile e personalissimo che armonizzi passato e presente, morte e nuova vita!
Se il mio mondo dovesse sprofondare domani, non potrei fare altro che voltarmi indietro, ricordare tutte le gioie, tutti gli entusiasmi, tutte le soddisfazioni che ho vissuto, e accorgermi di quanto sono stata fortunata. (Audrey Hepburn)
RispondiEliminaNon c'è poesia che mi si addice più di questa, la mia paura più grande è quella di dimenticare, voglio ricordare tutto, le cose brutte e le cose belle. Le cose brutte aiutano a crescere, ti fanno cambiare si, forse ti chiudono anche all'amore, alla vita; finchè un bel giorno ti svegli e dici grazie anche per questo, anche per quel dolore che ti sembrava immenso e che hai superato. Passa tutto, prima o poi. Le cose belle inutile dirlo perchè amo ricordarle, che poi sono attimi che riaffiorano alla mente in momenti in cui magari non c'entrano niente. Tutto sia bello o brutto è comunque vita, la nostra, quella che ci è stata concessa, ed io la amo così com'è...
Baci Serena