PER ROBERTO SAVIANO


































     
 

PER ROBERTO SAVIANO


Per chi non lo conoscesse, Roberto Saviano è un giovane giornalista di Napoli che ha avuto il coraggio di pubblicare un libro denuncia sul potere visibile ed invisibile della Camorra nel territorio Campano. Il libro è "GOMORRA"che è già diventato un caso letterario a livello nazionale.


Ora nelle ultime settimane si sono infittite le minacce dirette ed indirette contro la persona di Roberto Saviano. Tanto da costringere la Procura Nazionale Antimafia ad imporgli una scorta armata . L’escalation di minacce infatti fa temere per la sua vita e c'è anche l'eventualità di un delitto come quello che ha assassinato recentemente la giornalista russa Anna Politkovskaya uccisa impunemente sotto la propria abitazione.


La Rete, si sta mobilitando nel frattempo per esprimere solidarietà a Roberto che ha avuto il coraggio di fare anche i nomi dei capo-clan che tutti conoscono nell’ambiente della malavita campana ma che, in pubblico, nessuno ha il coraggio di pronunciare.

La risposta della Rete sta passando attraverso i Blog che moltiplicano   appelli, petizioni, lettere di solidarietà e di protesta.



Alcuni coetanei di Saviano - perchè non va dimenticato che lo scrittore non ha ancora trent'anni (28) - lanciano il sito Sosteniamo Roberto Saviano dove nel giro di pochi giorni le firme raccolte sono diventate un fiume in piena. Centinaia di nomi e cognomi che si aggiungono quotidianamente come a volerci essere in questa sfida culturale ai boss, alla guapperia, alla strage continua e all'indifferenza.

Poi c'è Io sto con Roberto” contro la camorra, un blog di alcune associazioni e dei Ds di Caserta.

C'è tutta un'Italia che non accetta l'idea di soccombere alla malavita organizzata e che non vuole perdere questo giornalista temerario che ha avuto il coraggio di non voltare lo sguardo dall'altra parte, che si è alzato è ha fatto i nomi, mentre tutti li tacevano o al massimo li sussurravano. Gli appelli per Saviano invadono il web e rimbalzano da un blog all'altro, da un byte all'altro. Si mobilitano anche scrittori e intellettuali, Umberto Eco, Loredana Lipperini, Sandrone Dazieri, Massimo Carlotto.



Camorra  uguale  Gomorra.
Wikipedia gli dedica una pagina. Su Google, per dire, sono 352mila le pagine sullo scrittore campano.Tutto questo perché Saviano ha puntato i riflettori su una organizzazione malavitosa che i più consideravano secondaria, quasi versione casereccia della mafia e che invece è una vera e propria holding economico-finanziaria con diramazioni e interessi nel mondo. Capace di condizionare politica, modelli, consumi, costumi.
Di tutti, non solo di chi la camorra la vive tutti i giorni sul territorio.













Su L’Espresso è apparso un articolo di Gianluca Di Feo (la notizia anche su Repubblica) sulle minacce a Roberto Saviano.

Ne  riporto  una  parte:




"Prima le lettere minatorie, le telefonate mute in piena notte, camerieri che dicono "Lei qui non è gradito", o negozianti che con tono supplichevole sussurrano "Ma lei deve proprio continuare a comprare il pane qui...".


Poi il disprezzo delle autorità campane, anche le più importanti come il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino. Infine i messaggi diffusi dai familiari dei boss: i padrini latitanti, quelli più feroci che sanno come fare arrivare sulla stampa locale, i loro umori.


Quanto basta a far scattare l'allarme e a trasformare il caso letterario dell'anno in una questione di sicurezza.


Adesso per Roberto Saviano, 28 anni, autore del libro-inchiesta sulla camorra insediato da cinque mesi nelle classifiche di vendita, e collaboratore de L'espresso, saranno decise nuove misure di protezione: il prefetto di Caserta ha aperto un procedimento formale, che dovrà essere valutato dal comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza.
Il casus belli che ha alzato il livello di guardia, paradossalmente, è stato l'articolo di un piccolo quotidiano, sempre fin troppo attento a cogliere i gesti delle famiglie casertane.


In ballo ci sono pezzi da novanta come Michele Zagari e Antonio Iovine, inclusi nella lista dei super-ricercati, o il più celebre Sandokan, al secolo Francesco Schiavone. Hanno mal tollerato il successo di Gomorra, il volume edito da Mondadori che ha imposto i loro traffici all'attenzione dei mass media.


Si sono infuriati per la sfida che Saviano ha portato nel loro feudo, in quella Casal di Principe che negli anni Novanta aveva il record mondiale di omicidi.
Il 23 settembre, a conclusione di quattro giornate di mobilitazione anticamorra aperta dal ministro Clemente Mastella, il giovane scrittore si è presentato sul palco assieme a Fausto Bertinotti.

Nella piazza principale, davanti a tanti che non chinano la testa, il presidente della Camera si è lanciato contro le "cosche che non danno nulla, ma tolgono e compromettono il futuro".

Saviano invece ha chiamato i padrini per nome: "Iovine, Schiavone, Zagaria non valete nulla. Loro poggiano la loro potenza, sulla vostra paura, se ne devono andare da questa terra".

Il Corriere di Caserta ha prontamente registrato sia le assenze dei parlamentari eletti in città, sia la presenza del cugino di Sandokan che "inchiodava al muro un signore con uno sguardo feroce e si faceva dire, uno a uno, chi applaudiva troppo forte alle parole sui figli di Schiavone". Titolo: 'Un cugino di Schiavone origlia. Davanti al bar si fa raccontare tutto quello che è stato detto in piazza. E su chi c'era'.

La stessa testata definiva 'spregiudicato' l'intervento dello scrittore e spiegava "che non tutti si sono lasciati impressionare dall'invettiva" di Saviano, descrivendo nei dettagli il dibattito su caldo e traffico che avveniva contemporaneamente nella sede dell'Udeur.
(…)


Altri si stanno mobilitando. Un appello è stato improvvisato, raccogliendo firme di scrittori e lettori: tra i primi Massimo Carlotto e Giancarlo De Cataldo.
Poche righe che denunciano "un isolamento fatto da ciò che non ti fanno e che vogliono farti credere ti faranno. Ma intanto ti fermano, creano diffidenza intorno, screditano, insultano, allontanano tutti dalla tua vita perché mettendo paura ti creano attorno il deserto. A questo punto devono venire fuori altre voci...".

E ancora: "Quando Saviano ha 'cacciato' con le sue parole i boss dalla piazza di Casal di Principe e dalle vie di Secondigliano, quando ha raccontato il loro potere con la letteratura, quando ha fatto i nomi, quando accompagna il suo libro non è solo la sua voce a parlare. Lui lo ha detto e noi con lui".

L'iniziativa è partita da Sandrone Dazieri. Lo scrittore, sceneggiatore e manager editoriale, divenuto famoso con il personaggio de Il gorilla ha lanciato l'appello.
Racconta Massimo Carlotto, uno dei maestri del noir italiano: "Appena ho ricevuto la mail di Sandrone ho firmato subito. Stiamo pensando di organizzare una manifestazione di autori proprio nelle terre di Saviano, nel cuore del Casertano".
Sfida accettata, dunque, e rilanciata. In attesa di eventuali decisioni sulla protezione, Saviano ora si prenderà una pausa lontano dalla Campania.
Ma sarà solo una sosta di poche settimane, per alleggerire la pressione e concentrarsi su un nuovo progetto. Solo una parentesi, prima di ricominciare a misurarsi con il suo lavoro


Perché se a Napoli scrivere Gomorra dovesse costringere a emigrare e obbligarlo a una vita blindata, allora sarebbe perduta anche l'ultima speranza.




 


     
     
     

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