IL GATTO MOULOUD
Il mondo degli animali è fatto di silenzi e balzi. Mi piace vederli distesi a riposare, nel momento in cui riprendono contatto con la Natura, ricevendo in cambio del loro abbandono una linfa che li nutre. Nell’albergo in cui abito, non mi sveglio mai di notte, ma se mi sveglio come questa notte, 15 novembre, alle tre, sento tossire, parlare, ecc. Quando il mio gatto dorme, tutto in lui rispetta il suo sonno. Cerca a lungo il posto migliore, si raggomitola e quasi subito s’addormenta a metà. Poi, dorme più profondamente. Si direbbe che calcoli... Eccolo che passa a sogni felici: arrampicato su un albero, fa la posta a un uccello che vorrebbe raggiungere. La cosa piacevole di quest’uccello, non è che sia di colori vivaci, ma che sia grosso e grasso. Mouloud ama gli uccelli... Si capisce che voglia possedere l’oggetto del suo amore! Ma più Mouloud s’avvicina, più l’uccello si ritrae. Mouloud prova a incantarlo, fatica sprecata. Alla fine l’uccello vola via, il gatto si sveglia a metà e si stira mugolando.
Quando si sveglia, Mouloud scende dal letto dov’era sdraiato e salta alla finestra. S’accoccola nel suo vano. Oppure, raggiunge i tetti, s’allunga su una terrazza, scende in giardino lungo i rami d’un lauro vicino al muro. Quando i rami vengono potati, è obbligato a risalire per i tetti fino a una stanza e scendere lungo le scale. Da piccolo non aveva paura di niente. Camminava lungo le grondaie, senza vertigini, e, quando c’era gente in giardino, s’arrampicava fino alla cima dell’albicocco, per farsi ammirare. Ora, conoscendo il prezzo delle cose, fa solo sforzi utili; ha meno il gusto del gioco, e più quello del confort. I suoi affetti sono più sicuri. Nel pomeriggio, steso su un letto, zampe in avanti, fa le fusa. È arrivato presto stamattina e resterà tutta la giornata perché ieri ha fatto la bella vita. Eccolo più affettuoso del solito: è stanco. — Lo amo: lui cancella quella distanza che, a ogni risveglio, rinasce tra il mondo e me.
Al crepuscolo, in quell’ora d’angoscia in cui il giorno consuma le sue ultime forze, chiamavo il gatto vicino a me per alleviare la mia inquietudine. A chi altro avrei potuto confidarla?
Guardando Mouloud pensiamo ai momenti benedetti. L’altra sera, mentre passavo sotto i pioppi, ho visto confondersi i loro alti rami. Come a mezzogiorno, davanti a una pianura abbagliata di sole, ho visto e ho accettato; davanti a rovine illuminate dalla luna, ho creduto che l’uomo potesse ereditare l’uomo e che questo dono fragile bastasse. Stamattina aprendo la porta m’ha investito un calore. — È tutto. Tu non dici niente, ma io credo di sentirti: «Io sono questo fiore, questo cielo e questa sedia. Ero quelle rovine, quel vento, quel calore. Non mi riconosci sotto i miei travestimenti? Mi credi un gatto perché tu ti credi un uomo. «Come il sale nell’Oceano, come il grido nello spazio, come l’unione nell’amore, sono sparso in tutte le mie sembianze. Se lo vuoi esse rientreranno in me come gli uccelli stanchi la sera fanno ritorno al nido. Gira la testa, nega l’istante. Pensa senza dare oggetto ai tuoi pensieri. Abbandonati come fa il giovane gatto perché sua madre possa afferrarlo coi denti e portarlo in un luogo in cui nessuno lo troverà» . Mouloud è felice. Prendendo parte alla battaglia che il mondo dà eternamente a se stesso, non scopre l’illusione che lo fa agire. Gioca e non pensa a guardarsi giocare. Sono io che lo guardo, e sono incantato di vederlo adempiere al suo ruolo con una precisione di movimenti che non lascia posto a nessun vuoto. In ogni istante è tutto intero nella sua azione. Se desidera mangiare, i suoi occhi non lasciano i piatti che escono dalla cucina e tradiscono un desiderio tanto violento che lo s’immaginerebbe trasportato nel nutrimento stesso. E se si raggomitola sulle ginocchia, lo fa con la cura di tutta la sua tenerezza. Invano cerco uno iato. I suoi atti coincidono con i suoi movimenti, i suoi movimenti con i suoi appetiti, i suoi appetiti con le sue immagini. E una catena senza fine. Se il gatto allunga la zampa a metà, è necessario che l’allunghi, e che l’allunghi solo a metà. Il contorno più armonioso dei vasi greci non ha questa necessità. Questa pienezza, quando torno su di me mi rattrista. Mi sento un uomo, vale a dire un essere mutilato. So che m’incepperò prima della fine della commedia e che a una domanda che mi porrà il mio interlocutore, dimenticherò la mia battuta e resterò senza parole: assenze. Eccomi strappato a questi esseri che dicevo di amare, e a me stesso da cui non potevo staccarmi. Una necessità che mi confonde mi allontana dalla mia condizione. Gli uomini non amano che li si sfugga: il fatto è che non amano sfuggire a se stessi. Sono contenti d’essere uomini quanto Mouloud d’essere gatto. Ma Mouloud ha ragione e loro hanno torto.
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[ Tratto da "ISOLE" di J.GRENIER Edit.MESOGEA ] | ||
"Un grazie sconfinato ad Aliante per la condivisione di questo gran libro " | ||
anche Merlina sta diventando una star!!! :O) grazie!!! sono tutta emozionata!
RispondiEliminaVoglio rinascere gatto.
RispondiElimina(in realtà è quello che avrei sempre voluto)
Spero -tutto sommato-a posteriori- che il mio adorato Ariel, cui augurai nel suo papiretto funebre di tornare a vivere una vita felice e circondata d'amore in un corpo più sano, non sia rinato 'umano'...
bentornata su questi lidi cara Leira!
RispondiEliminachi può dirlo meglio di te?
chi più gatta di te? ma gatta nel senso quasi soprannaturale del termine! quell'alone magico e straordinario che continua a fare della vita, insieme, lo spazio della conoscenza e della meraviglia
il gatto è germoglio del Mistero.
Messaggero inquietante e quantomai altero
del senso dell'Altrove.
...e chi più di te? :o)
Klimt, non so piu' cosa pensare delle coincidenze di pensiero fra te e me...sono alcuni giorni che penso al mio Teo che non c'è piu'. Poi ho letto l'articolo che sostiene che i gatti sono sensuali, insomma una gran nostalgia acuita da questo tuo post.
RispondiEliminaNotte di sogni leggeri come nuvole.
Ma grazie a te!
RispondiEliminaCondividere qualcosa con te è come goderla cento volte in più. Sei grande, Carlo.
P.S. Sapevo che questo passo ti avrebbe colpito. ; )
Ciao Carlo, il commento che mi hai lasciato ieri era splendido, allo stesso tempo dolcemente luminoso così come chirurgicamente preciso. Meritevole di una pole position, e sicuramente preferibile alle mie ultime lagne. Non ti dispiace vero se lo posto sul mio blog appena posso?
RispondiEliminaHo pochissimo da dire in questi giorni (mi sento molto gatto, e i gatti non usano le parole per comunicare), e vorrei lasciare spazio a chi le parole le sa usare così... proficuamente!!!
Baci
Aria
bello questo pezzo,ma non sono d'accordo sul collare!!!!!!!!anch'io ho scritto un post felino..Io parlo spesso col gatto...:-)
RispondiEliminaCiao! Da un pò non passi a trovarmi. Come va? Io sto in un momento un pò strano, un pò più insicura del solito e poi stressata da difficoltà che sono piccole x carità ma comunque non riesco a gestire certe cose. Alla prossima! Ciao! Polly
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