La luna di pomeriggio
La luna di pomeriggio nessuno la guarda, ed è quello il momento in cui avrebbe più bisogno del nostro interessamento, dato che la sua esistenza è ancora in forse. E' come un’ostia trasparente, o una pastiglia mezzo dissolta; solo che qui il cerchio bianco non si sta disfacendo ma condensando, aggregandosi a spese delle macchie e ombre grigiazzurre che non si capisce se appartengano alla geografia lunare o siano sbavatùre del cielo che ancora intridono il satellite poroso come una spugna. In questa fase il cielo è ancora qualcosa di molto compatto e concreto e non si può essere sicuri se è dalla sua superficie tesa e ininterrotta che si sta staccando quella forma rotonda e biancheggiante, d’una consistenza appena più solida delle nuvole, o se al contrario si tratta d’una corrosione del tessuto del fondo, una smagliatura della cupola, una breccia che s’apre sul nulla retrostante. [...] Bisogna dire che l’azzurro del cielo ha virato successivamente verso il pervinca, verso il viola (i raggi del sole sono diventati rossi), poi verso il cenerognolo e il bigio, e ogni volta il biancore della luna ha ricevuto una spinta a venir fuori più deciso, e al suo interno la parte più luminosa ha guadagnato estensione fino a coprire tutto il disco. E come se le fasi che la luna attraversa in un mese fossero ripercorse all’interno di questa luna piena o luna gobba, nelle ore tra il suo sorgere e il suo tramontare, con la differenza che la forma rotonda resta più o meno tutta in vista. In mezzo al cerchio le macchie ci sono sempre, anzi i loro chiaroscuri si fanno più contrastati per rapporto alla luminosità del resto, ma ora non c’è dubbio che è la luna che se li porta addosso come lividi o ecchimosi, e non si può più crederli trasparenze del fondale celeste, strappi nel manto d’un fantasma di luna senza corpo. Piuttosto, ciò che ancora resta incerto è se questo guadagnare in evidenza e (diciamolo) splendore sia dovuto al lento arretrare del cielo che più s’allontana più sprofonda nell’oscurità, o se invece è la luna che sta venendo avanti raccogliendo la luce prima dispersa intorno e privandone il cielo e concentrandola tutta nella tonda bocca del suo imbuto. [...] Corre la nuvola, da grigia si fa lattiginosa e lucida, il cielo dietro è diventato nero, è notte, le stelle si sono accese, la luna è un grande specchio abbagliante che vola. Chi riconoscerebbe in lei quella di qualche ora fa? Ora è un lago di lucentezza che sprizza raggi tutt’intorno e trabocca nel buio un alone di freddo argento e inonda di luce bianca le strade dei nottambuli. Non c’è dubbio che quella che ora comincia è una splendida notte di plenilunio. A questo punto, assicuratosi che la luna non ha più bisogno di lui, il signor Palomar torna a casa.
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[ Italo Calvino ] | ||
...mi capita spesso di fermarmi e guardare la luna anche di giorno...ha un fascino sottile che accarezza l'anima e ti fa sentire come una piuma che naviga nell'Infinito...
RispondiEliminaGrazie per questa pagina di luce bella.
un abbraccio
Blue
Adoro questo brano!
RispondiEliminaLo sapevi?
Ne so dei passi a memoria,
me li ripeto in mente ogni volta che mi capita di vedere
la luna di pomeriggio,
lo trovo di una poesia ineguagliabile!
Calvino è così,
ostico, difficile, assurdo ai limiti del fastidioso
eppure in alcuni casi
assolutamente magnifico,
senza eguali!
Non sarebbe tra i miei scrittori preferiti
se non fosse tanto "difficile".
Una scelta "da me",
non ti pare?
In più, ti ricordi?
Avevo messo un pezzetto di questo brano nel mio blog per festeggiare il secondo compleanno del tuo,
con tanto di fiocco blu! :o)
Ecco il link di quel vecchio post:
http://nautike.splinder.com/post/7130097#comment
p.s. oggi è andato tutto abbastanza bene, poi ti racconto con più calma, un bacio!
ah la luna! quanti la guradano... e calvino è il mio scrittore preferito, ma così, da subito, dalle prime righe, che io non avevo mai letto prima questo brano, ma certe cose non bisogna conoscerle per amarle.
RispondiEliminaora però capisco sempre di più perchè qualcuno un giorno mi disse che sono calviniana e io nella mia ignoranza rimasi perplessa.
o, ma ci tengo a precisare che l'aggettivo era dato per quello che sono, non per quello che scrivo, perchè poi, mica son tanti quelli da cui mi faccio leggere.
stamattina anch'io ne ho scritto un po' della luna, ma non c'è confronto.
forse se avessi letto di più nella mia vita, non mi sarei mai arrischiata a scrivere, perchè è così bello quello che si trova in certi libri, che non c'è bisogno di aggiungere altro.
e tu, dimmi, com'è la tua luna oggi?
L'altra sera ho mangiato un pezzo di pizza davanti la spiaggia..la luna rifletteva una luce splendida sull'acqua..e ieri sera l'ho riguardata dalla mia finestra, sempre rispecchiarsi nel mare..mi toglie il fiato, ogni volta.
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