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Ui era un burdel cun i oc sgrane´ ferum, a guardè un canzèl d’un fond tot inruznì. Qualcadun e pasèva u l’avdeva.. "Csaiel da guardè? – ui geva – e lo... zett ! La rozna la m’ha sempra fat efèt, impresiòn. Da burdèl a la spièva, a la tneva sot oservaziòn, a l’andeva a scuvè dentar ogni canton Ui era qualquèl ad suspett.. Che e’fèr - e' matirièl più dur cui foss - us ardusess acse mèl, c’us sfaldess cum l’era pusebil ? .. La rozna - am cardeva - c’la fos una malatia un malàz, una roba griva. Forsa da znin an l’aveva capida o forsa, senza saveil, a l’aveva capida enca trop ben . In te pranzipi, savei che un canzèll l’é ad fer l’é fort, l’é resistent, l’é bel pansir. Po l’ariva e’mument, c’tat incurz che n’enca e’ fèr un ten, us sfarena, us sbrisla sora la gratusa de temp. Adess, senza che nisun um e’jess a ho capiì che la rozna l’an è una malatia. Piutost, un segn, e’sembol ad qualquèl. Qualquel cus ataca in dapartot, che magna, che, invisebil e’fa e'su lavor Che da ad mors in tot quel cus sta d’atond In te dur de mond. No dì “ una maledizion..” Piutost, e’segn d’una cundizion. Alora, ut ven ad purtei rispèt enca a la rozna. Com, al ragnateli d’al rughi tiredi sora a cal quatr’òsi sgangarèdi di vec. Segn, disegn, quèdar Che a nun, is vèn a scorr Ad Nun.
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C'era un bambino con gli occhi sgranati fermo a guardare un cancello d'un podere, tutto arrugginito. Qualcuno passava, lo vedeva.. "Cosa c'è da guardare? - gli diceva e lui... zitto ! La ruggine mi ha sempre fatto effetto, impressione. Da bambino la spiavo, la tenevo sotto osservazione l'andavo a scovare in ogni angolo C'era qualcosa di sospetto.. Che il ferro -il materiale più resistente che ci fosse- si riducesse cosi male, che si sfaldasse, com'era possibile? .. La ruggine - mi credevo - fosse una malattia un tumore, una cosa grave. Forse da piccolo non l'avevo capita o forse, senza saperlo, l'avevo capita fin troppo bene.
All'inizio, sapere che un cancello è di ferro è forte, è resistente, è un bel pensiero. Poi arriva il momento che ti accorgi che anche il ferro non tiene, si sfarina, si sbriciola sulla grattugia del tempo. Adesso senza che nessuno me lo dicesse ho compreso che la ruggine non è una malattia. Piuttosto, un segno il simbolo di qualcosa. Qualcosa che si attacca dappertutto che mangia, che invisibile, fa il suo lavoro. Che morde in tutto quel che sta attorno Nel nucleo del mondo. Non dire "una maledizione.." Piuttosto il segno d'una condizione. Allora ti viene da portare rispetto anche alla ruggine. Come alle ragnatele delle rughe tese su quelle quattro ossa sgangherate dei vecchi Segni, disegni, quadri Che a noi, vengono a parlare Di Noi.
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al traragni, le ragnatele...
RispondiEliminaCome al solito hai fatto centro!
la ruggine però si può pulire, la muffa toglierla via così come le ragnatele e nelle rughe dei vecchi si può leggere la vita e raccogliere perle di saggezza e di eternità
RispondiEliminaciao amico
to misspotter:
RispondiEliminaappunto.. aver considerazione anche per la ruggine o le "ragnatele di rughe" di chi ci ha preceduto..
è esattamente questo