Dl'amor (quel ch'in dis)
   
         
   
Dell'amore   ( quello che non dicono )
   
         
         
         
         
 
    
 
   
               
               
               
               

 

 

 

 

 

 
E’ su amor
un era ad quii che is lez in ti libar
un, da to da esempi o al’alzira.
Una canzòn da cantè e sol lìa.

___
L’era invìzi una bes-cia
chl'at s’infìla in tal vèni
e l’atasùga é sang’.
E nod, cut ciùd la gola
ma ut dà un respìr e un'èta ànma.
L’era e’pipistrèl cl’èntra
e ut caza fora dla cambra.
L’era che masgòt nir 
cun agl’ìli
che coza contr'al pareidi
e forsa us fa mèl,
ma par artruvè e'zil
e'vola, e’sbat, l'arprova
e'sbat ancora e'sbat d’istess.
Cuzù, e’sbat senza stanchès.
_
E te, spessa la porta
a fè i cunt cun la tu paura
com un turment cut sbàt in testa.
_
E sù amor
un era l’òc imbambulè de chèn
o quel sgarnè de pees a boca averta
che truv par chès, un de, in tla tu reda.
L' era invizi qualquèl
ch’ut fa avdei ènca in te scur.
C’ut fa vdèi piò da lùng,
pio dèntar, fin in chèv.
Enca quel, c’tan vres avdei.
Enca quel
c’tan putres avdei…sènza
_
E sù amor
un purtèva mèz ad fiur imbalsamè
stret in tla chèrta d’arzènt
o cun nèstar culurè.
Quii, chi sbota sobit vìa

parchè i dùra apèna un dè
_
E sù amor,
l’era un casp d’articiòk tot da sbuzè.
Quii, cun e'spèn in tla punta. 

Quii, chit’ fa mèl e it trapassa al didi
fin a tuchè gl’òsi,
fin a fè tarmè e’zarvèl
cun i brevid com una scòsa.

Un amor da sbiantè
intl’acqua bulènta e in tl’aseida.
Non un amor alzir còm una foia

ma una preda par quant e'bsèva.
L'era e sàs che intl'acqua e' brèla.

L’ombra, chl'atacumpagna
ènca quand tan la vì.

_
E sù amor l’era poca ròba:la sù vìda.
E sora al didi e'lasèva  e'culor scur
dla fadìga e l’udor mai piò santì
de temp acsè ben butè via:
quel ca cunsumessum par capii
che l’amor uns capess.
Uls viv.
Il suo amore
non era di quelli che si leggono nei libri
uno, da prendere d'esempio, o alla leggera.
Una canzone da cantare e solo quella.


Era invece una bestia
che ti si infila nelle vene
e ti asciuga il sangue.
Il nodo che ti chiude la gola
ma ti da un respiro e un'altra anima.
Era il pipistrello che entra
e ti caccia via dalla camera.
Era quel grumo nero
con le ali
che cozza contro le pareti
e forse, si fa male
ma per ritrovare il cielo
vola, sbatte, riprova
e sbatte ancora
e sbatte lo stesso.
Cocciuto, sbatte senza stancarsi.
_
E tu, dietro la porta
a fare i conti con la tua paura
come un tormento che ti sbatte in testa.
_
Il suo amore
non era l’occhio imbambolato del cane
o quello sgranato del pesce a bocca aperta
che trovi per caso un giorno, nella tua rete.
Era invece qualcosa
che ti fa vedere anche nel buio
che ti fa vedere più lontano,
più dentro, fino in fondo.
Anche quello
che non vorresti vedere.
Anche quello
che non potresti vedere...senza.
-
Il suo amore
non portava mazzi di fiori imbalsamati stretti nella carta d’argento
o con nastri colorati.
Quelli che si buttano subito via
perchè durano appena un giorno.
_
Il suo amore,
era un mazzo di carciofi tutti da sbucciare.
Quelli con lo spino sulla punta.
Quelli che fanno male e ti trapassano le dita
fino a toccare le ossa,
fino a farti tremare il cervello
con i brividi, come una scossa.

Un amore da stemperare
nell’acqua bollente e nell’aceto.
Non un amore leggero come una foglia
ma una pietra, per quanto pesava.
Era un sasso che nell’acqua brilla.
L’ombra, che ti accompagna
anche quando non la vedi.


Il suo amore era poca cosa: la sua vita.
E sopra le dita lasciava il colore scuro
della fatica e l’odore mai più sentito
del tempo così ben buttato via:
quello che consumammo per capire
che l’amore non si capisce.
Lo si vive.
               
               
             [ Dialetto Romagnolo / Cesena ]  
               

 

 

 

 

 

 

 
    [ k ]
               
               
               
               
               
 
   
   
   
   
 
   
   
 
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Commenti

  1. un grande amore..
    non mi prendere in giro però, credevo che fosse spagnolo..e incece si parla del dialetto tuo..
    connosco, bagno di romagna, bel posto.
    Nefer

    RispondiElimina
  2. Pensavo lo scambiassi per
    ostrogoto! :)
    Invece, forse, ha residui celti (galli)
    bizantini, greci...
    cmq lingua strana!

    RispondiElimina
  3. ti avevo lasciato una cosa, ma sicuramente non ho cliccato su pubblica..la rimetto

    Cuándo

    Cuándo susurro
    y suspiro
    cuando my alma està
    desnuda, ligera, airea

    yo, mujer
    amada en silencio
    con ojos cerrados
    grito: es un sonido
    un beso
    un amor...

    Nefer

    RispondiElimina
  4. A me sembra davvero una poesia bellissima e re-ale. Non conosco la tua "lingua", mi piacerebbe ascoltarla un giorno con il suono originale. Grazie.
    marhita

    RispondiElimina
  5. Leggo, anzi...ascolto una voce di uomo parlare, calda...con le s e le z che si srotolano...che scivolano...mentre penso...o sento...non so...sento la forza di qualcuno che non conosco, che a tutto ciò ha dato VITA...allora vuol dire che...non siamo soli...non siamo mai soli...


    Grazie Carlo

    :-) Letisha

    RispondiElimina
  6. E' in dialetto romagnolo e OK. Ma l'hai scritta tu o solo tradotta? E' eccezionalmente bella. Mammamia che brividi.
    Gianluisa

    RispondiElimina
  7. @Gianluisa:

    ehi? qui non c'è proprio traduzione! è che, a causa dei miei genitori che parlavano dialetto in casa
    io mi ritrovo bilingue sai?

    ho scoperto da poco di riuscire a pensare anche in dialetto
    e' fondamentale!
    Altrimenti mi sarebbe difficilissimo arrivare a scrivere certe cose!

    E' una cosa che ha sorpreso pure me. Non si riuscirebbe proprio altrimenti a scrivere in italiano e poi imporsi di tradurre in dialetto

    Si perderebbe la fluidità
    e il colore stesso dei pensieri.

    Così, di tanto in tanto, provo a buttar giù qualcosa in dialetto.
    Grazie a te d'esser passata.



    @ WhiterShide:

    ricambio l'abbraccio! ;)



    @Letisha

    si. hai centrato il punto. Bisogna credere nella forza della Vita. Non importa in quale Dio. Ma nella Vita,
    crederci.


    @marhita:

    grazie davvero delle tue parole!
    Recitarti il testo in Romagnolo?
    E chissà che non succeda.
    Mai dire mai.


    @Nefer:
    grazie per il regalo.

    RispondiElimina
  8. Un dialetto molto particolare.
    Conosco un signore di Bologna ma è romagnolo che se gli si chiede come sta (ha più di 70anni) risponde "chel giost". Mi piace da matti!!! (una cosa giusta, nè bene, nè male, credo significhi). Corretto?
    La tua poesia è molto molto bella, ricca e speciale come sicuramente sei tu. Un abbraccio. Bella anche la musica. Chiara.

    RispondiElimina
  9. @ chiarabella:

    si si vuol dire "una cosa giusta"
    oppure traduci in senso lato
    "non c'è male!"

    Per il resto...
    beh... sei riuscita a farmi arrossire!!
    mannaggia a te! ;) :)

    Contento che ti piacciano i brani musicali.
    Quindi devo capire
    che sono perdonato per le distrazioni musicali che mi ero preso mettendo un po' di Ligabue?

    sorrido...

    RispondiElimina
  10. Assorbo in silenzio questi splendidi suoni....

    ...ciao Carlo, un sorriso

    Blue

    RispondiElimina
  11. Ho letto il testo in italiano...mi hai fatto venir voglia di mandarti un testo in dialetto calabrese...lo farò....ciao

    RispondiElimina
  12. L’era e’pipistrèl cl’èntra
    e ut caza fora dla cambra
    L’era che masgòt nir cun agl’ìli,
    che coza contr'al pareidi
    e forsa, us fa mèl
    ma par truvè e'zil e'vola,
    e’sbat, l'arprova,
    e'sbat ancora, e'sbat d’istess.
    Cuzù, e’sbat senza stanchès.

    E te, spessa la porta,
    a fè i cunt cun la tu paura
    com un turment
    cut sbàt in testa.

    Questi i versi che mi son piaciuti maggiormente, che sono proprio sono.

    Il dialetto anche mi sembra bello,
    un pò ricorda alcuni brani recitati
    da Dario Fo.
    Non so se nelle sue rappresentazioni
    usasse proprio questo,
    ma forse il lombardo lo ricorda.
    Ne sai qualcosa?

    RispondiElimina
  13. Ho detto a una mia amica di Bologna e a un docente che vive a Bologna ma è romagnolo di venirti a leggere perché proprio ne valeva la pena. Mi hanno ringraziato tutti e due e il "professore" mi ha anche mandato un "bacio" "te lo meriti"!
    Io penso in dialetto quando penso al mio papà: lui mi parlava sempre in dialetto milanese che io conosco benissimo ma mia madre e mia sorella non avrebbero voluto che lo imparassi (poco scicK...) Adesso ogni tanto dico alla mia Bess: "fa la brava tusa" (fa la brava ragazza!) lei mi risponde in dialetto felino universale: miaoooooo. Ciao carlo, buona serata. Bessola-Gianluisa

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  14. Vivere di attimi, attimi d'amore.
    Piccoli spostamenti del cuore.

    Giorgio Gaber


    Buon week end

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  15. Ci hai fatto un altro regalo Carlo...

    Hai aggiunto l'energia della tua voce...dando ancora più VITA a questa espressione di un sentimento bello...tormentato...di quel tormento che fa evolvere...un amore così di quelli che fanno aprire gli occhi...come se ci affacciassimo ad una finestra che da sul mondo...sensualmente...con il vero significato di questa parola...persino col tatto, quando ci buchiamo le dita con le spine...con tutti i sensi, che sono molti più di 5...e svegliarli tutti...ascoltarci vibrare...attraverso un amore così...

    Letisha

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  16. Carlo, sei geniale! che bei versi!
    E' FANTASTICA!
    Ma dai, quella è la tua voce?!? che emozione! :) Sì, sì, quell'interpretazione così appassionata e da brividi è tua, ne sono certa. ;-)
    In effetti, la lingua è stranissima, ma davvero molto corposa, densa, con carattere.

    Ti abbraccio forte...
    Aliante

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