In omaggio alla due brani di una donna che scrive | ||
PERCHE' SCRIVERE | ||
"Secondo me ci sono gli scrittori veri e quelli "che scrivono" e l’appellativo di scrittore bisogna meritarselo. Allo stesso modo in cui non diremmo mai che uno é un cuoco soltanto perché ci ha preparato due o tre buone cene, così per essere scrittori due o tre libri non bastano. Per questo mi sento “una che scrive” e il termine “scrittrice“ mi fa paura e per adesso lo rifiuto.
Ma l’idea di diventarlo era un sogno, sin da bambina. Sognavo di diventare addirittura una grande scrittrice. Ma era l’idea di stupire che mi piaceva. Mi sarebbe andato bene anche mettermi improvvisamente a cantare un’opera lirica da soprano, o parlare le lingue o suonare con il violino le danze ungheresi di Brahms o diventare un bravo capitano di barche a vela. E insomma, mi sarebbe bastato far capire che si sbagliavano sul mio conto, quando si intestardivano con gli elenchi delle cose che non sapevo fare, perché fin da bambina soffrivo di “impaccio motorio”. E anche adesso, qualunque cosa io faccia, mi sembra di non essere per niente adatta a quella cosa.
Invece se scrivo, problemi non me ne metto. Lo faccio per il gusto di farlo. Anzi, scrivo in segreto, con il rimorso di rubare tempo alla realtà. Inoltre ho scoperto che la scrittura al contrario della musica e delle lingue e della scuola e della destrezza e delle altre cose riscatta, e in un modo tutto particolare. Per esempio, una persona che nessuno ama nella realtà, puoi farla amare tantissimo se la trasformi in un personaggio. (…) Non solo per questo mi piace scrivere. Scrivere è la tana che mi porto sempre dietro.Quando mi immagino dentro una situazione o in un posto di disagio, o in preda ad una crisi di panico, penso che però potrei sempre tirar fuori il mio quaderno di appunti e rintanarmi nell’altro mondo, e là starei bene. Ho sempre scritto. Sino a poco tempo fa scrivevo per me. Per fuggire, ma anche per trattenere e salvare dalla morte e dalla dimenticanza le persone e le emozioni. E scrivevo per quelli a cui volevo bene. Non riuscendo mai a farmi capire davvero quando parlo, tramite i personaggi sentivo di potermi spiegare meglio. Regalavo delle storie a quelli che mi erano vicini e dicevo cose che mai sarei riuscita a dire a voce._
Del successo mi piace che i lettori si siano commossi e divertiti, che chi mi sta vicino dica "Va bene, non sai fare niente, ma questa storia è bella” E poi la Sardegna è bellissima e mantiene, nonostante gli orrendi villaggi turistici e il chiasso estivo, una selvatichezza e un mistero che si riflettono nella scrittura, sia quella degli scrittori dell’interno, da Grazia Deledda a Salvatore Niffoi, sia degli scrittori delle coste, ventose, luminose e con il mare infinito davanti. _ Fare paragoni e dire che gli uni o gli altri rappresentano la vera Sardegna secondo me non ha senso. Io ho capito che sono vere tutte e due, e nella diversità dei codici e della cultura, ugualmente affascinanti se lo scrittore ne coglie il senso profondo. E comunque unite dal punto di vista della lontananza, questo sì, comune a tutti. | ||
[ Milena Agus, Cagliari, marzo 2007 ] | ||
CHE COSA E' UNA PASSIONE. |
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Mi sono chiesta tante volte se un professore di Italiano con la passione di scrivere possa essere un vantaggio per i suoi alunni e sempre la risposta che mi sono data è stata no, questo prof non insegna la lingua e la letteratura meglio di altri e non è certo speciale. | ||
Utile ai suoi allievi può essere soltanto l'esempio che essi hanno tutti i giorni sotto gli occhi, di cosa significa una grande passione. | ||
Spesso gli adulti le ritengono svianti rispetto alla scuola, o non danno ai giovani il tempo e la libertà di viverle: "Se non studi e hai questa grande passione, allora dimostra il tuo talento e abbi successo almeno in questo, altrimenti basta, fai le cose normali che fanno tutti". Questo secondo me è molto triste e mortificante.(...) | ||
[ Milena Agus, Cagliari, maggio 2007 ] | ||
Oltre alle foto splendide... mi ha colpito particolarmente quando lei scrive di sentirsi una che scrive e non una scrittrice.
RispondiEliminaUmile, non modesta. E' sottile la differenza tra le due cose, a mio parere, e l'umiltà è dote rara, preziosa, difficile da avere e coltivare... forse, addirittura o si ha o non si ha.
Mi ha colpito perchè spesso nella blogosfera e fuori si trovano persone che credono di essere "artisti fatti": scrittori, pittori, musicisti... etc... solo perchè fanno qualche mostra, pubblicano qualcosina o incidono mezzo cd... non sopporto il loro vanto, in qualsiasi forma si manifesti. Penso che sia un modo loro per compensare un vuoto, un dolore... ma... vuoti e dolori... ce li abbiamo tutti!
Grande post.... bravissimo!
Interessante e stimolante.
RispondiEliminaMi piacciono le persone che sono grandi e non lo sanno o, comunque, non lo fanno pesare.
Bella e molto anche la tua fotografia con questa sabbia all'infinito e solo un ciuffetto d'erba a segnalare un confine che forse neppure esiste.
Buona serata
Chiara
Quanto é brava questa donna a scrivere, mi piace moltissimo! E quanto sono particolari e magiche le tue immagini...onde di sabbia, sassi, mare, barca legata da un cordame...Sei davvero unico tu, caro Carlo! serena notte.. (Clara)
RispondiEliminaMilena Agus, una grande donna e, come i veri grandi conosce il ritegno e l'umiltà. Le tue foto sono molto belle caro Carlo e si intonano perfettamente al post da te pubblicato. Ti ringrazio.
RispondiEliminaBuona domenica.
Gianluisa
Dove finisce la voglia di esprimere e comincia l'arte, chi pò dirlo.Quando le gocce della pioggia arrivano al mare chi sà cosa si raccontano?????????Un sorriso con sole per una settimana bella. emer
RispondiEliminaNefer
RispondiEliminaCiao, anch'io sono sarda, e questo già lo sappiamo, anch'io tante altre cose, come la mia conterranea "che scrive", anch'io ho letto uno dei suoi libri, credo il primo. Il titolo aveva a che fare con un pescecane e libro più inutile credo di non averne letto mai!!
RispondiEliminaRapporto sado-masochista tra una adolescente e un uomo sposato, dove quella che subiva era, chiaramente, la ragazzina. Non so bene cosa volesse comunicare, forse un mondo popolato da mostri? Ma già lo sappiamo che è così!
Quello che mi ha fatto incazzare è l'assoluta mancanza di prospettiva, l'assoluta e spaventosa mancanza di spazio femminile all'interno del quale trovare la propria dimensione lontani dagli uomini pescecane-orchi dipinti in questo racconto! No, non mi è piaciuto, gratutito l'ho trovato e un pò troppo compiaciuto della minuziosa descrizione degli incontri. triste per piattezza, triste per mancanza di alternative, triste per troppa povertà d'animo, di fantasia, di bellezza.
..lontanE dagli uomini ... volevo dire.
RispondiEliminaInsomma voglio credere che gli uomini che riusciamo ad amare o che abbiamo la "sfortuna" di amare, lo siano in quanto noi donne si riesca a vedere in loro qualcosa di meglio rispetto al mondo che ci circonda e questo dipende davvero dalla nostra capacità di vedere, di capire, se poi dovessimo prendere un abbaglio...beh, anche lì la nostra intelligenza, la nostra sensibilità, ad un certo punto ci deve necessariamente avvertire che quello che abbiamo di fronte è un mostro!
Perché, per cosa raccontare di una donna che subisce tutto senza mai reagire?
Non è a questo che ci ribelliamo noi donne?
Buongiorno amico di ventura... come sempre la poesia è intima amica delle tue foto...
RispondiEliminap.s la foto è bellissima! Complimenti!
RispondiEliminaOttima scelta!
RispondiEliminaCome sempre azzeccatissima...
Un sorriso ed un saluto!
mi piace questo blog , mi piace quello che leggo , mi piace il mare...
RispondiEliminaMolto bella la prima citazione, mi piace pensare, con poca umiltà forse, che ne indosso qualche pezzo.
RispondiEliminaMolto bella anche la prima foto. I colori. L'aria.
Travolgi.
Un abbraccio