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LIBRI | ||||
Il prato aveva mutato aspetto. Al verde brillante di luglio s’erano sostituite tonalità bruciate e color pastello. I temporali d’agosto, gli acquazzoni, i venti che avevano accompagnato gli innumerevoli scrosci di pioggia di quelle settimane, avevano ricoperto di un color ruggine il soffice tappeto del prato che s’era intristito, spegnendosi sotto uno strato compatto di aghi di pino.
T. in quei giorni frequentava la Biblioteca, la più importante della città. Nell’andirivieni di studenti, ricercatrici, ragazzi che passavano interi pomeriggi nelle sale, gli capitò di scorgere una presenza silenziosa. Poteva avere trentacinque anni a giudicare dal viso, ma non era facile attribuirgli un’età. Il modo di muoversi, di sedersi, di rovistare in fretta nella borsa gli suggeriva che fosse più giovane. L’elasticità del suo incedere e la magrezza facevano scorgere in lei i tratti della ragazzina che era stata. T. si sorprese a pensare che il tempo agiva in modo assai strano su molte donne. Su alcune era il corpo che mutava rapidamente, appesantendosi, mentre il viso tratteneva un qualcosa di incontaminato, quasi infantile. Nasceva allora un contrasto, una distanza in questo, una distanza che per alcuni uomini era un irresistibile richiamo. In altre, al contrario, il tempo scontornava il viso conferendogli un’aria severa, vissuta, mentre il corpo restava splendido, scattante, quasi da adolescente. Ed anche in questo vi era un contrasto, una sorta di fascino. Quella ragazza intravista in biblioteca trasmetteva questo tipo di magnetismo, un'energia che pure restava ancorata a sensazioni esilissime. Nel silenzio della sala a T. era capitato solo un paio di volte di ascoltare il bisbigliare di lei mentre chiedeva informazioni alla Bibliotecaria, ma mai la sua voce direttamente.
Nei pomeriggi autunnali uscendo dall'ufficio, T. raggiungeva la Biblioteca. Una volta dentro, attraversava le sale e cercava con lo sguardo quella donna. Una forza segreta lo spingeva a trovar posto nelle sue vicinanze, a sederglisi di fronte, oppure di lato. La ragazza con l’andare dei giorni parve non stupirsi della sua ricorrente presenza. Lo accoglieva anzi con uno sguardo e mentalmente lo annotava come un elemento consueto e necessario dell’arredamento della sala. | ||||
Gradualmente T. percepiva un rilassamento nei gesti di lei. Un pomeriggio addirittura la sorprese mentre si stirava, con le braccia al di sopra del capo, i polsi girati verso l’esterno. In quel gesto, in quell’abbandonarsi intravide per un istante la sua natura felina.
Ebbe l’impressione che fosse come in attesa, in quello stato d’animo di chi abbia smarrito la concentrazione e riemergendo dalla lettura si conceda uno sguardo complessivo su tutto ciò che lo circonda. Lo prese l'improvviso desiderio di prendere posto in quello sguardo di lei. Attraversato da una strana euforia, si affrettò a scrivere su un foglietto, un invito e piegandolo lo spinse in direzione della ragazza che gli sedeva accanto.
“Un tè al bar qui di fronte?”
Anche a distanza di tempo non sapeva come gli fosse venuto in mente. Si stupiva anzi della sua sfacciataggine e nel contempo di quello che era un comportamento d’altri tempi. Sentiva confusamente che qualcosa di nobile in fondo illuminava quel gesto. _
Subito dopo tornò a sfogliare il testo che stava leggendo, mentre con la coda dell’occhio vide apparire un sorriso sul volto della sconosciuta. Lei senza girarsi scrisse rapidamente qualcosa sul foglietto e glielo allungò con un gesto distratto. Spinse il biglietto lateralmente, dalla sua parte, mentre si alzava per andarsene in bagno. | ||||
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Lui lo prese e lo tenne fra le mani piegato. Poi lesse la sua grafia minuta: “Un tè o una cioccolata calda. Appena torno, io ci sono”. T. distolse lo sguardo dal biglietto e lo lasciò vagare sulla copertina dell’agenda in pelle che lei aveva lasciato chiusa sul tavolo. Poi si accorse di un sacchetto bianco che conteneva altri libri depositato alla base del tavolo. Il sacchetto proveniva da una libreria che conosceva appena, poiché era all’altro capo della città. Delle quattro librerie che esistevano quella era la più distante da casa sua e solo una volta vi aveva acquistato un libro da regalare.
Lei tornò sorridendo e con imprevedibile spigliatezza sussurrò un risoluto e buffo “Andiamo!” In un attimo raccolse le sue cose e scuotendo il capo fece ondeggiare i capelli in un fulmineo turbine. "Pronta!" - disse sottovoce. Lui annuì, socchiudendo un poco gli occhi sorridenti. Uscirono all’aperto. L'aria fresca creava un piacevole contrasto sulla pelle. L’oscurità stava scendendo sulla città mentre la piazza brillava sotto i grandi lampioni. Il bar era a due passi. Si fece sopravanzare e le lasciò la scelta del tavolo. Lei si guardò attorno e decise per l’angolo più discreto ma da cui si poteva osservare la piazza. Di lì a poco la voce di lei, lo invase come una nuvola di luminose farfalle. Fu così che T. iniziò a sfogliare il libro che era la vita di lei e lei a stupirsi che qualcuno quel libro lo volesse leggere. | ||||
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Carino questo racconto.
RispondiEliminaOmaggio a tutte le biblioteche del mondo?
Grazie, ciao
si cara Ottobre. Lo si può vedere anche così!
RispondiEliminaUn omaggio ai libri e in modo particolare ai libri che noi stessi scriviamo con la nostra vita. I nostri giorni.
Tanti anni fa conobbi in biblioteca un ridente amore della mia gioventù...
RispondiEliminaSe ne andò da questa vita che aveva appena trent'anni.
E quasi altrettanti ne sono passati.
Ma ancora ricordo vividamente le sue spiritose strategie d'approccio per conoscermi...
E il suo sorriso: che si leggeva negli occhi prima che sulle labbra.
Sai come far provare brividi speciali tu, eh!
RispondiEliminaBuona domenica
Aicha
Dolcissimo questo racconto.
RispondiEliminaSembra quasi un ricordo di qualcosa già vissuto o che deve ancora accadere.
La musica che hai scelto è perfetta!
Buona domenica
Gianluisa
Bello questo racconto, aspetto il seguito :) Bella anche la Biblioteca della foto :) sai, nella mia città c'è solo una Biblioteca perennemente in fase di restauro e quindi inaccessibile...
RispondiEliminasplendido incontro!
RispondiEliminaChe bello questo incontro: come lo descrivi e un possibile seguito.
RispondiEliminaMolto bella anche la biblioteca. Chissà che buon profumo di libri!
Chi ti incontra è una donna fortunata!
Ciao
Chiarabella
Mi domando come tu possa raccontare con tanta dolcezza, con la capacità di renderti partecipe a ciò che scrivi.... sentirsi lì, protagonista...sentire il profumo dei libri, sentire lo sguardo vicino....e come puoi essere così capace di trovare sempre la musica adatta...la chiave perfetta che apre il mondo delle sensazioni....
RispondiEliminaSe passi ti strappo un sorriso... giuro!!!
RispondiEliminaAicha