Lo sciamano

Lo  sciamano

 

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		Aveva attimi di comprensione abissale.
		Intuiva vertiginosamente fino all’ultimo dettaglio. .Era un dono ed un castigo.  Capire ogni cosa delle situazioni  e non potere nulla.  Capire tutto  e  nulla per se stesso . Delle sofferenze, degli inganni gli riusciva di scorgere con apocalittica chiarezza l'origine, lo stallo, il lento evolvere. Il cancro che avanzava e divorava ogni tessuto vivo . Le dipendenze fasulle in cui si stordivano  e perdevano, quelli che aveva intorno. Era spaventato, a volte.  Taceva. . Costretto a fingere buon umore a mostrarsi stolto, ingenuo, sciocco. A giocare con se stesso per dissimulare ciò che sapeva,  ciò che vedeva  con allucinata nitidezza
		Nulla che sfuggisse. Aveva visioni.  Afferrava nessi
		Comprensioni fulminee,  istantanee .
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		Soffriva di questo.
		Poichè comprendeva:
		il compiacersi nell'indolenza, nella sofferenza.
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		Le piccole furbizie, le  debolezze
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		l’ostinarsi negli errori,  le innumerevoli illusioni.
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		Si fingeva lontano, allora,
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		svagato, leggero, un buffone.
		Giocava con le parole,per non rivelare l’orrido
		che riusciva a fissare con millimetrica precisione
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		Tratteneva il fiato.
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		Ma quando, infine, la notte chiudeva gli occhi
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		era dilaniato.  Quel dono feroce e noto
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		lo torturava
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		A nessuno poteva confidarsi. A nessuno
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		Ma  col tempo aveva imparato:
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		implodeva in se stesso, s’inabissava, muto
		.  .
		abbracciava ogni cosa con infinita benevolenza
		.  .
		Un sorriso invisibile, gli fioriva dentro.
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