Il croissant per strada
 






 


 


      Ci siamo svegliati per primi. Ci siamo vestiti, mossi furtivamente di stanza in stanza con la prudenza di una sentinella indiana. Abbiamo aperto e richiuso la porta dell’entrata con la meticolosità di un orologiaio.


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     Ecco, siamo fuori, nell’azzurro del mattino orlato di rosa, un accostamento di cattivo gusto se non ci fosse il freddo che tutto purifica. Soffiamo una nuvola di fumo a ogni respiro: siamo vivi, liberi e leggeri sul marciapiede del primo mattino. Meglio se la panetteria è un po’ lontana.


     Kerouac mani in tasca, abbiamo preceduto tutti: ogni passo è una festa. Ci sorprendiamo a camminare sul bordo del marciapiede come facevamo da bambini, come se a contare fosse il margine, il bordo delle cose. E tempo puro, questa spedizione rubata al giorno quando tutti gli altri dormono.
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      Quasi tutti.

      Laggiù, ci vuole naturalmente la luce calda della panetteria — luce al neon in realtà, ma l’idea del calore le dona un riflesso ambrato. Ci vuole quel tanto di appannatura sul vetro quando ci avviciniamo, e l’allegria del saluto che la panettiera riserva solo ai primi clienti —complicità dell’alba.


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       «Cinque croissant, una baguette non troppo cotta!»


       Il fornaio in canottiera infarinata si affaccia in fondo al negozio, e ti saluta come si salutano i prodi al momento della battaglia.


       Siamo di nuovo in strada. Sappiamo che il cammino del ritorno non sarà lo stesso. Il marciapiede è meno sgombro, un po’ imborghesito dalla baguette stretta sotto il braccio, dal pacchetto dei croissant tenuto con l’altra mano. Ma prendiamo un croissant. La pasta è tiepida, quasi molle. Questa piccola ghiottoneria nel freddo, mentre camminiamo: come se il mattino invernale diventasse croissant dentro di noi, come se noi diventassimo forno, casa, rifugio.


       Procediamo più lentamente, tutti impregnati di biondo per attraversare l’azzurro, il grigio, il rosa che si stempera. Comincia il giorno, e ci siamo già presi il meglio.







                                  [ da "La prima sorsata di birra" - P.Delerm ]





 




 


 

Commenti

  1. Delerm: una bella scelta. Anche i brani che pubblichi sono scelti ad hoc. Ci dev'essere un'affinità con te dato che, al primo momento, sembreresti tu l'autore.
    C'è molta freschezza e non solo nelle brioches appena sfornate...
    Ciao
    Gianlù

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  2. uhmm
    che voglia di cornetti appena sfornati, che ci lasci!

    un bacio, Carlo
    F*

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  3. Carlè, è quasi l'ora del cornetto...'naggia, tu provochi ;))
    Buona domenica amico mio :)

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  4. A voglia!!!!
    Ce lo siamo presi si, il meglio, tra colori e sapori con le parole a dire, si, si, proprio "a dire" del mondo e dell'alba, ciao, vado anch'io all'aperto, ciao

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  5. 'profumo d'intesa', lo vorrei sentire...
    ma forse adesso preferirei il profumo di un cornetto appena sfornato!!!!!!!!!!!!!!

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  6. Ieri ci sono passata su...anzi proprio ho chiuso la pagina appena ho visto i cornetti...
    Sono a dieta...questo è un attentato!!!!!
    Slurp!!!!

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  7. Al baretto, con il collega del cuore, ordinando cornetto e cappuccino per ben iniziare la giornata, era un rituale a cui non potevo sottrarmi.
    Ciao carlo.

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