In ascolto...
	Un omaggio _ ad una fotografa d'eccezione,  Misti,
	e  ai passi di Lei...
	Sua Maestà, Primavera

 

 

		Questo sì che mi piace. Di questo periodo dell'anno che stiamo attraversando, c'è qualcosa che mi fa letteralmente impazzire...       E' una  frenesia trattenuta a stento, un entusiasmo silenzioso, che tuttavia scorre sempre più veloce nelle vene...  Una febbre. Una vertigine. Un brivido che pian piano  invade ogni scorcio intravisto dalla finestra, ogni cielo al tramonto, ogni sguardo al lontano orizzonte.       E' una festa non detta quella che sta per aprirsi. Ci sarà una Festa di quì a poco, e danze e musiche. Luci e colori nuovi-nuovi ad attenderci. Ma ora tutti noi, siamo qui, col fiato sospeso, trepidanti, come degli invitati,  prossimi ad entrare in quel ritmo e in quei balli.  E Lei  già s'annuncia... Lei, l'inquieta-angosciosa... Lei, l'incredibile Primavera che viene a stravolgere ogni giardino, ogni prato, ogni albero o siepe, ci viene incontro. Sta camminando a grandi falcate verso di noi. _       E' il suo passo che risuona nei mille fili d'erba che bucano la terra e puntano al cielo. Lei che s'annuncia perfino al tramonto, in colori di perla e d'avorio. In promesse di nuovi incanti per gli occhi, e di tiepida aria a sfiorare la pelle.       Oggi, fissando una fotografia ( quella con la margherita semichiusa fra i fili d'erba), scattata da Misti   e pubblicata nel suo splendido album su Flickr,  [ http://www.flickr.com/photos/mistomisti ] mi è tornato in mente un ricordo...  Mia mamma che mi diceva che da piccolo,  già a cinque-sei-sette anni, andavo nei campi a spiare i primi tulipani selvatici ancora chiusi, quelli d'un verde pallido e le foglie lunghe e appuntite, sulle quali la rugiada faceva rotolare gocce d'acqua come luminosissimi brillantini. E io, che cercavo le viole nascoste ai bordi dei fossi e quelle che  tornavano a fiorire ogni anno, vicino al pozzo, protette dal muretto di cemento. E gli anemoni, i crochi, i nasturzi...scoperti ogni volta come in una stupefacente"caccia al tesoro". O i tanti fiori "senza nome", che portati dal vento ogni anno riempivano il prato di colori a sorpresa. _       Di certo, c'era un bambino curioso che appoggiava la guancia al terreno e voleva ascoltare il rumore della terra che si apriva, per far passare i germogli che salivano in cerca del sole.       Ecco...queste foto di Misti mi ricordano quel suono immaginario e quell'ospite - la Primavera - che con passo di danza, anche ora arriva e ci invita alla sua festa. Basta saper ascoltare il suono di quei suoi passi febbrili. Fiutarla nell'aria. Scorgerla nei colori di questi tramonti di fine  febbraio.
		Un grazie di cuore a Misti e, naturalmente, alla Primavera.
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