faber
.
[...] Sono stato un uomo tenero, ti dico, un uomo vegetale, sono stato a guardare la feroce bellezza del mondo lentamente trasformare lentamente trasformare Io sono un uomo libero, nè destra nè sinistra sogno ancora, credendo di pensare sogno ancora coi gomiti affacciato alla finestra affacciato alla finestra Ma ci sono cantanti a cui non si può credere ci sono poeti che non si può raggiungere Qui tutti parlano e parlano o peggio scrivono e scrivono è cultura universale o è biblioteca comunale Fra il celeste e il profetico fra il religioso e il mistico il maschio e la sua conquista il puro e il diabolico fra il politico e il possibile il passero e l'azzurro profondo il rosso e il suo tramonto la voce e lo spirito Scelgo di camminare in silenzio accanto a te, Vita mia che sono un uomo libero in questo mondo, Vita mia che sono un uomo libero in questo mondo Sempre e sempre sempre e sempre sono un uomo libero sempre e sempre sempre e sempre Esco di rado ma osservo molto, come vedi alla vita mi vendo tutto dalla testa ai piedi la vita è un ballo verticale si impara un passo al giorno il prezzo dei passi sbagliati è un brutto foglio di viaggio e non c'è ritorno e non c'è ritorno Fra il celeste e il profetico il religioso e il cattolico fra l'inganno e la promessa il delirio fanatico la pace con le armi il politico e il possibile il passero e l'azzurro profondo la voce e lo spirito Scelgo di camminare in silenzio accanto a te Vita mia che sono un uomo libero in questo mondo, Vita mia che sono un uomo libero, in questo mondo Sempre e sempre sempre e sempre sono un uomo libero sempre e sempre sempre e sempre
[ da "Sono un uomo libero" - I.FOSSATI ]
ci sono cantanti a cui non si può credere ci sono poeti che non si può raggiungere”
Per una volta prendo spunto dai versi di Ivano Fossati per parlare di Fabrizio De Andrè… "Faber" _ Perché è anche vero che, "ci sono cantanti, a cui si deve credere, perché sono poeti inarrivabili." Perchè ci sono poeti che in vita, a fatica vengono riconosciuti per quello che sono e che soltanto quando ci hanno lasciato, nella distanza che si scava e ci scava, riusciamo a toccarne la profondità e a valutarne per intero il valore e la statura.
Ecco perchè mi piace sostenere che Fabrizio De Andrè sia il più grande poeta europeo della seconda metà del '900 e la sua produzione meriterebbe una collocazione nella letteratura e non solo nella storia della musica. Un pò quello che sta accadendo a Bob Dylan negli Stati Uniti, da almeno dieci anni a questa parte. Da quando è stato riconosciuto come uno dei protagonisti assoluti della cultura pop e delle lotte per i diritti civili negli States. Così, a ben guardare, ci sono occasioni che non si possono perdere. Eventi a cui non si può mancare... Uno di questi eventi è la Mostra organizzata a Genova, a Palazzo Ducale,(Piazza Matteotti, 9) per celebrare Fabrizio a 10 anni esatti dalla sua partenza per un altro viaggio.
Di questo evento ne avevo sentito parlare fin da ottobre, quando l'iniziativa venne annunciata e illustrata alla stampa e mentalmente me l'ero scolpito in testa. Quell’appuntamento è stato finalmente onorato sabato scorso. Non ero mai stato a Genova e quindi il weekend che ho appena trascorso nella città ligure, ha avuto il sapore della novità assoluta e mi è piaciuto da tutti i punti di vista. Una sorpresa e l'occasione per appropriarmi di un altro frammento di quella che io chiamo "la cultura del Mare". Così questa visita a Genova è stata l’occasione per visitare anche il Museo del Mare e l’Acquario. Ma la mostra su Fabrizio merita davvero un rilievo del tutto particolare. Ecco perché inizio a scriverne con questo primo post di oggi. Per prima cosa voglio fare i complimenti agli organizzatori di "Studio Azzurro" per il clima e l'ambientazione che hanno saputo creare per i visitatori. Entrando alla Mostra, infatti, si viene accolti dal buio. Un buio che però non è il buio che tutti noi conosciamo nel quotidiano. Non è un buio opaco. Bensì un buio palpitante, vivo, pulsante, dove i video delle canzoni, le immagini delle interviste a Fabrizio, i testi a commento della sua opera e perfino i documenti cartacei autografi, illuminano il cammino dell'ospite. E continuano a risplendere negli occhi anche dopo... _ Per far comprendere da che tipo di emozione si venga sfiorati e abbracciati, potrei ricorrere ad un ricordo. Dentro le sale della Mostra ho provato la sensazione di quando da piccolo inseguivo le lucciole, nel prato di fianco a casa. Lo stesso buio delle notti maggio: tiepide e palpitanti. E lo stesso misto di stupore, scoperta, meraviglia... Di inebriante raccoglimento e di grande concentrazione in quell'avventurarsi nel buio. Poi i testi, le parole di Faber-Fabrizio... Come non riconoscersi nel suo essere perennemente anarchico, avversario di qualsiasi tipo di Potere, e nel ritrovarsi sempre sulla sponda delle minoranze e mai in quella delle maggioranze osannanti e compiacenti. Come non identificarsi nel suo inseguire una Bellezza e una Poesia mai data per acquisita una volta per tutte, ma ogni giorno da riconquistare? _ Anche il fatto di aver partecipato a questo evento, proprio negli stessi giorni in cui nel nosto paese andava in scena un ben altro evento mediatico: la fondazione del "Partito di plastica di tutte le Galassie", mi è suonato alquanto significativo.
Io ero a nutrirmi di emozioni e cultura in quel di Genova...altri ad applaudire il nano e le ballerine di turno! Come non riflettere su cosa avrebbe potuto pensare e dire Fabrizio dell'ennesimo trionfo della "Banalità", tipicamente fascista e di quell'Autoritarismo plebiscitario e acritico, andato in onda in questi giorni, a beneficio della maggioranza dei non-pensanti ?
Ma torno a me. Torno ad una delle prime stazioni del percorso all'interno della Mostra. Davanti al testo che riporto sotto, non ho potuto far altro che commuovermi e piangere come un bambino, tanta è la sincerità e la verità che sento traboccare da queste parole...
Per ora mi fermo qui.
“Cioran, uomo di grande lucidità, diceva che la vita, più che una corsa verso la morte, è una disperata fuga dalla nascita. Quando veniamo al mondo affrontiamo una sofferenza e un disagio che ci portiamo avanti tutta la vita, quelli di un passaggio traumatico da una situazione conosciuta all’ignoto. Questo è il primo grande disagio.Il secondo, non meno traumatico, è quando ci rendiamo conto che dovremo morire. Per me questa spaventosa consapevolezza è arrivata verso i quattro anni. L’uomo diventa ‘grande, diventa spirituale o altro, quando riesce a superare questi disagi senza ignorarli.
Ora, se a essi si aggiunge anche l’esercizio della solitudine, ecco che allora forse, a differenza di altri che vivono protetti dal branco, alla fine della tua vita riesci a ‘‘consegnare alla morte una goccia di splendore’’, come recita quel grande poeta colombiano che è Àlvaro Mutis. Se ti opponi, se ti rifiuti di attraversare e superare questi disagi, per sopravvivere ti organizzi affinché siano altri a occuparsene e deleghi. Questa rinuncia, ti toglie dignità, ti toglie la vita.
Credo che l’uomo, per salvarsi, debba sperimentare l’angoscia della solitudine e dell’emarginazione. La solitudine, come scelta o come costrizione, è un aiuto: ti obbliga a crescere. Questa è la salvezza.
Fabrizio De André
"fabrizio de andré – la mostra " fino al 3 maggio 2009 Palazzo Ducale, Piazza Matteotti, 9 - Genova da martedì a domenica ore 9-20 informazioni 010.5574064/65 www.palazzoducale.genova.it
[ k ]
.
.
dal Catalogo della Mostra
.
immagine di IVANO BALDI
.
foto di Ivano Baldi
.
dal Catalogo della Mostra
.
dal Catalogo della Mostra

Commenti

  1. Ti avevo letto ieri sera. Un bel post, strutturato bene e con tocco "artistico".

    Bravo sempre.

    Buona giornata

    Gainlù

    RispondiElimina
  2. La canzone è stupenda, come pure la citazione di Cioran.

    E' molto curato il tuo post e sicuramente invogli ad andare a Genova.

    Informazione utile alquanto. Sempre molto gentile e disposto a condividere.

    Grazie.

    Chiara

    RispondiElimina
  3. [spesso le pozioni magiche non servono...basta imparare ad aprire gli occhi alle magie...tu in questo sei mago]

    RispondiElimina
  4. molto bello questo blog, altrettanto le foto.

    RispondiElimina
  5. De Andrè era un uomo "consapevole"....e non è facile trovarne al giono d'oggi.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post più popolari