le ragnatele
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Le ragnatele mi hanno sempre attirato | ||||
Da piccolo pensavo fossero segnali, messaggi lasciati da esseri misteriosi, soprannaturali.
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Strani bersagli che portavano lo sguardo a fissarsi su un punto lontanissimo e assieme vicino. Come un affaccio sulla dimensione dell'invisibile. Il rimando ad un altrove precluso allo sguardo.
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Un tempo mi piaceva scoprirle fra i rami d'alloro e negli angoli insoliti: gli angoli più remoti, nascosti, impensabili e scomodi per tracciare quei misteriosi reticoli. Un alfabeto, sull'aria. Una scrittura d'aria. Aria lucente, tesa ad innervare di luce lo spazio.
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Poi crescendo, ho cominciato a vedere nei ragni lo stesso nostro ostinato destino: tendere, con commovente, infaticabile deter-minazione, mille fili sul vuoto, sull'abisso, sull'assurdo del mondo. Cercare un disegno. Costruire un'esile rete di senso, visibile ai sensi, sul freddo abisso dello spazio e del tempo.
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La nostra stessa disperata ricerca, volta a dare una forma allo spazio. Un senso, al pensiero. In quel filo teso, il fragile filo delle nostre parole che cercano di spiegare il vero, di conciliare il paradosso e l'opposto, di placare l'inspiegabile, in una rete di luce e bellezza
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Come se la bellezza, la luce, le nostre stesse mani nervose e le nostre parole, potessero mutare il freddo universo in uno spazio accogliente. Quasi fossero queste le armi per ricucire in un chiaro bagliore, in un fiore di luce, le ferite e l'invisibile pelle del mondo.
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[ k ]
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Che immagini affascinanti sia metaforiche che fotografiche.
RispondiEliminaBravissimo e sempre in crescendo
Buona giornata.
Chiara
Carlo,
RispondiEliminache tu fossi persona sensibile, lo sapevo da un pezzo ormai, da quando conosco il tuo blog ma, lasciatelo dire, questo tuo parallelo fra la ragnatela e il comportamento di noi umani è splendido. Io rispetto molto il lavoro del ragno e anche se mi dispiace quando cattura qualche insetto e se lo succhia, lo ammiro. Da bambina avevo Liù, una ragnotta gialla a cui tentai di dare dei minuscoli pezzettini di carne macinata in alternativa alle mosche, ma non le piacquero. Una mattina trovai la sua tela piena di ragnettini gialli appena nati. Una gioia che è difficile da descrivere.
L'ho ritrovata nel bel film sul ragno Carlotta. Sarà anche un film per bambini ma ti giuro che l'ho già rivisto due volte...
Buona giornata
Gianlù
Le ragnatele sono come magie ... la loro perfezione, la loro fragilità-resistenza, il loro brillare al sole, la delicatezza di geometrie volanti a riempire angoli di case o muri o ringhiere ....
RispondiElimina... non servono parole lì davanti a loro ... in me si scatena un silenzio ammirato :-)
[ma sai che stanotte é arrivata una nuova spruzzatina di neve appena qui sopra le montagne?]
Stupendo essere, il ragno.
RispondiEliminaEmozionanti come sempre le tue foto.
Grazie.
Letisha
un piccolo spazio
RispondiEliminacome uno scrigno
dove ogni sillaba diventa sogno
e cura la solitudine dell'anima
ammirata
lu