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Oggi c’è nebbia. Nebbia perfino fra le colonne, nebbia che allaga i portici e bagna l’asfalto. L'annuso, la odoro. Da quell'animale selvatico che sono, la fiuto nell’aria, come fosse il profumo dell’inverno che arriva. E’ una nebbia curiosa. S’infila fra le case, accarezza i tetti, i balconi, arriva a sbirciare dentro i giardini come un gatto esitante, che voglia vedere fin dove possa arrivare. Ma è anche una nebbia che abbraccia. Le cose e le persone. Ed è un non-vedere che riposa lo sguardo, ma porta altri sensi a un di più, di lavoro. Oggi è questa la mia città. Accetto la sorpresa. Lo stupore, mi mette allegria. E poi in fondo, la nebbia m'è sempre piaciuta. Potrei dire che la frequento da quando mi conosco. Da quando m’interrogo e mi rispondo. Da quando son proprio io. La frequento nei dubbi e nelle perplessità che si nascondono sotto le poche apparenti certezze. Nell’intrico stretto che mischia sogni, pensieri, necessità, idee folli e una vaga, ostinata, ricerca della felicità.
Perchè c'è una nebbia che ti mette addosso un buon umore di fondo. Come il vestito di una donna che ti sorprenda ogni giorno. E se ieri, poteva essere il nuovo taglio di capelli a scoprirle la nuca sensuale, oggi è la sciarpa. Sono i guanti intonati, il colore che indossa, il colore che porta appena dietro gli occhi, che annebbia e accelera il cuore.
La nebbia mi piace perché amplifica i pensieri - mi dico - in un soprassalto di narcisismo. E' così. Accade sul serio. - Vero. La vista si attenua, ti da pace. Mentre altri sensi, tutti interiori, intensificano il loro raggio d’azione. Ci penso proprio nell’attimo in cui inforco la bici per andare in ufficio. E’ così che funziona. Abbiamo sensi, racchiusi dentro la nostra "insensibilità quotidiana". Dentro quel nostro restare a lungo in stand-by, dentro ciò che chiamiamo routine. Dentro il muoverci nella giornata, con il pilota automatico che resta inserito. Quei sensi restano lì, con la spia al minimo, per giorni e per settimane. Poi arriva qualcosa, una nebbia, una donna, un mistero, un fiammeggiare di curiosità che li risveglia. _ E’ così che percorro le strade che mi portano al lavoro. Con l’attenzione a mille e l’ascolto che vede, che sente, che intercetta ogni suono attutito che mi corre incontro. _ Lavoro? Ma qual'è il mio lavoro? Mi faccio domande e mentalmente rispondo, mentre salgo sul marciapiede, ben attento agli eventuali pedoni. E stamattina non ce ne sono. Non c’è proprio anima viva. Solo auto e furgoni, dentro una città intorpidita. Prendo larga la curva. La ruota corre su un tappeto di foglie. Quelle di ippocastano mischiate a quelle, più piccole, dei pioppi del fiume. E’ la via per il centro commerciale e quest’oggi è un ventaglio di grigi. Quello scuro, dell’asfalto bagnato, quello rugoso del marciapiede, poi le sagome di esili alberi piantumati dal Comune dentro asfittici quadrati di terriccio scuro. Le chiome, fino a ieri, infuocate di gialli, di ruggine, di rossi bruciati, oggi giacciono a terra, come capelli dal barbiere, pronti per essere spazzati via. Poco più su, un paesaggio sfumato, che avvolge i contorni ed i tetti dei palazzi fino alla mistica evanescenza del cielo. Un pallore lattiginoso là dove dovrebbe esserci un cielo. Già … che lavoro mai faccio, io? E perché poi vengo da queste parti, in questa terra di nessuno? E’ una domanda che mi frulla in testa da ieri sera, da quando scrivevo sullo schermo bianco, che lavoro per una Banca. E, che da autentico sovversivo, non conto soldi, ma trasformo un lavoro, in un osservatorio sul mondo e sulle persone. “Formazione” la chiamano. _ Insegnare qualcosa? A volte. Più spesso, insegnare e imparare. Altre volte, più rare, insegnare a insegnare. - E poi, tentare di insegnare a guardare, ad abbracciarlo tutto un dubbio, piuttosto che scartare di lato e decidere di non vederlo. Ma è insegnare?
O piuttosto, non è uno spezzare la nebbia che ho io intorno e quella che ho dentro, per condividerla con quella degli altri? Forse, insegnare, presupporrebbe che la nebbia non m'appartenesse... E invece mi porto la mia, in aggiunta a quella degli altri. Una mia nebbia personale. Come un'avventura, che mi fa il cuore piccolo e mi chiude la gola, nell'attesa, nel brivido, nella vertigine, di vedere dove vado a sbucare. Se mi perdo. Se mi oriento. Se mi so ritrovare. _ In realtà, aiuto i colleghi che vengono al corso, a recuperare concetti rimossi, a giocare ai perchè, a disseppellire elasticità, collegamenti mentali. A capire che, in fondo, qualunque lavoro tu vada a fare, c’è un substrato, una strumentazione da portare sempre con sé. Una vera cassetta d’attrezzi che ti segue. Diventa parte di te. _ Ragionare, interrogarsi, formulare domande da un luogo immaginario che scegli per i tuoi occhi, per potere avere una tua posizione. Un'opinione, che non sia la più comoda. Che non sia soltanto il tuo solito, abituale, punto di vista. E’ l’arte, più che la disciplina, di allargare lo sguardo, fino a farvi entrare una fetta di realtà che, senza motivo apparente, avevi preso a rimuovere, ad escludere, ad oscurare. - E' un tentativo, un'approssimazione - d'accordo - ma sempre un modo per tornare a vedere l’intero. Tentare... Questo, almeno. Tenere un corso di formazione non è tanto il riversare contenuti nella testa di un altro. Piuttosto rivitalizzare i sensi sopiti, lo spirito critico, la capacità di scorgere al di là del proprio naso. Mettere con cautela i piedi nudi sul filo. Darsi slancio, provare a provare. Camminare. Per vedere di più, vedere meglio, guardare più in fondo, oltre.... E tutto questo, in una giornata di nebbia feroce com'è oggi ?! Ah... che vita!
Ma vivere non è poi imparare ad attraversarla la nebbia? A respirarsela tutta, senza perdere la direzione. Nel caos, allevare la lucidità. Allenarla. Se non è Zen, poco ci manca. Sono arrivato. Chiudo il lucchetto. La catena intorno alla ruota. Il freddo del metallo contro le dita e il mio sobbalzare, vorranno dire che sono già sveglio o che mi devo ancora svegliare? Chissà... Nebbia totale! |
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Sei fantastico, Carlo... hai trasformato la nebbia in un diafanoscopio
RispondiEliminaper ritrovare il senso della vita e di se stessi.
Sei fantastico, Carlo... hai trasformato la nebbia in un diafanoscopio
RispondiEliminaper ritrovare il senso della vita e di se stessi.
tra le cose apparentemente poco visibili....la più sicura è il dubbio..
RispondiEliminae rimarrà tale... la nebbia esisterà sempre per chi cerca la verità.
Si può comprendere attraverso gli occhi... una chiara intuizione di tolleranza...
Complimenti sei bravissimo!!
Il tuo blog è una bella scoperta, Ci sono così pochi motivi per gioire di questi tempi. Ti linko
RispondiEliminaChe dire? ti sei fatto le domande e dato anche le risposte. Non è poco. Complimenti per la scelta della frase della Salomè, non c'è niente di più vero. Buona vita. NM
RispondiEliminaUn gran bello scritto. Molte diramazioni. Molte possibilità di lettura e interpretaizone. Piacevoli questi tuoi "scarti" psicologici abbinati alla normalittà, anche se interpretata, di un tragitto verso il posto di lavoro nella nebbia.
RispondiEliminaMi sarebe piaciuto partecipare a questo tuo "convegno ri-educazionale", senza mai intervenire ma osservando le reazioni di chi ti segue e ascoltando te.
Per me la nebbia è come la miopia: un dono del signore. Se io non fossi miope, oltretutto senza usare occhiali se non i casi estremi, non mi si sarebbero sviluppati e raffinati altri sensi. Un specie di 'seconda vista'.
Avverto e sento prima di focalizzare quello che c'è da capire e da vedere.
E la nebbia è un po' così. Anche bella da respirare se non inquinata.
Complimenti anche per le foto.
Ciao
Gianlù
@gianluisa:
RispondiEliminaGrazie. Troppo buona. Hai capito alla perfezione.
Siamo sulla medesima lunghezza d’onda.
La nebbia, ma potevo parlare anche della miopia :il senso è proprio quello che scrivi tu. Vedi meno,ma ascolti molto ma molto di più
Ma non sono certo le orecchie a fare la maggior parte di questo lavoro.
Tu lo sai bene...
Buona serata!
@nowhereman56:
Si si domande e risposte. Ma ti assicuro che non è un test. Giuro. Nessuna valutazione
Al massimo il test d’ammissione per una bella casa di cura per problemi mentali J
Buona vita anche a te e ripassa se ti va.
@nonnacarina:
Grazie per il passaggio da me.
Contento che qualcosa ti piaccia di questa mia spiaggia e di questo mare
@utente anonimo :
Esattamente. E’ proprio quello che penso. Il dubbio come strumento. Non come impedimento.
Hai afferrato benissimo questa mia “nebbia”
@ioEilidh
Macchè fantastico ! è proprio il tragitto che faccio in bici che mi lascia il tempo di far volare i pensieri.
Di domandare e rispondermi...
Mi sa che ormai verranno a prendermi: camicia di forza assicurata!
Sorpreso in bici con una overdose di pensieri! VIETATOO!!!!
Ora però che ci penso ...sai che anche un manicomio è un bel posto da esplorare...Lo sarebbe, lo sento.
Hai voglia,gli spunti che ti trovo!!
La nebbia. Molto interessante questo tuo post (del resto non è che mi stupisca; da te solo cose speciali!).
RispondiElimina"L'overdose di pensieri" mi è molto piaciuta....
Dici che ci vieteranno prima o poi anche di pensare troppo?
hehehehe
Buona domenica
Chiara
La nebbia. Molto interessante questo tuo post (del resto non è che mi stupisca; da te solo cose speciali!).
RispondiElimina"L'overdose di pensieri" mi è molto piaciuta....
Dici che ci vieteranno prima o poi anche di pensare troppo?
hehehehe
Buona domenica
Chiara
eh si Chiara
RispondiEliminaAspetto presto le direttive del Governo per la caccia al libero pensatore!
- apertura della stagione venatoria 12 mesi l'anno
- ammessi tutti i tipi di carabina e pure le armi da guerra
- possibilità di utilizzo anche delle Reti per catturarli :-)
- non ultimo il divieto di detenerne uno in casa al pari degli animali feroci
considera poi che verrà presto stabilita la MODICA QUANTITA'
nonchè la prova del palloncino per chi si ostinerà a guidare
ascoltando la musica in auto, intrecciando i pensieri alle note
Poi ci sarà la lista di pensieri messi al bando:
- il pensiero economico indipendente ad esempio sarà equiparato
ad un attentato all'integrità dello status quo
- il pensiero gentile ad esempio non sarà consentito. Solo quello volgare
e il pensiero da gossip avranno libera circolazione ed accesso gratuito.
A proposito del pensiero gentile mi è appena balenato il fatto che sto ancora in tempo. Prima delal mezzanotte te ne dedico uno
Di petali bianchi e di leggerezza. Buonanotte