FLASH-BACK




















 

Lizzie e i Preraffaelliti


 
     
     



 


 


 



 


 


 



  


 


 



 


 


 



 


 


 

































































































         
         
         
         
         
   

Scendo in cantina con l’intenzione di procedere ad una bella pulizia. E' il momento di gettare il superfluo.
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Riempio  scatole e cartoni, di giornali, riviste, guide e opuscoli. Poi, ormai deciso e convinto, penso di andare a frugare pure fra le cose più vecchie: i libri dell’adolescenza ad esempio, che sono depositati dentro il vecchio mobile con le ante in vetro


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Ma lì, mi blocco, come folgorato.


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Appaiono  i  libri di testo del Liceo, il vocabolario di Latino, la letteratura con i Lirici Greci… Alceo, Saffo…
Frugo
ancora e d’improvviso vedo i libri di storia dell’Arte.
Pure quelli che comprai per conto mio in preda all’euforia, dopo aver conosciuto il movimento dei Preraffaelliti  (Dante Gabriel Rossetti, Hunt , Everett Millais).
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Infine fra le pagine che sfoglio appaiono i dipinti che conobbi allora per la prima volta e che mi incantarono da matti.

Quelli  che 
mi spinsero assieme ai quadri di Klimt, a fare esperimenti con i colori, a mettermi alla prova nel disegno a mano libera e nella pittura con i colori acrilici.


 


A 17 anni ho avuto quello slancio ostinato e fanatico che porta a prendere strade nuove, a conoscere l’arte e tutto quello che in letteratura o in poesia ci fa emozionare.


Prendo a sfogliarli  tutti quei  disegni e quelle immagini da cui partii allora nella mia passione per la Pittura.



Sono passati anni, ma mi catturano ancora quelle figure. Provo perfino la stessa emozione. Una particolare vibrazione del cuore e degli occhi.


 


Andavo già allora in cerca di quella qualità indefinibile e oscura che si può soltanto approssimare con il termine grazia”.
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Qualcosa di estremamente soggettivo, indefinibile ma a cui riconosco per vie misteriose una precisa ragione estetica.


 


Li vedo tutti quei quadri e poi quella donna. Quel tipo di donna che mi ha sempre intrigato in quei dipinti.


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Allora ne fui preso al punto che mi misi a studiare le biografie di  quel gruppo di artisti per finire a leggere tante cose di lei: Elizabeth Eleanor Siddal .
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La sua immagine mi ha seguito per anni e talvolta perfino nei sogni, ho fatto incontri con donne dalla vaga somiglianza con quel suo viso e quel suo sguardo.
 
 


E ora è lì. Nitida come una apparizione pur se in mezzo a pagine di libri che non sfogliavo da tanto. 


 


I miei sani propositi di una pulizia radicale in cantina sono già dimenticati


 


E' passato un tempo indefinito. Mi trovo a rivivere e a respirarmi quel primo incanto di allora. 
Quel Carlo diciassettenne che scopriva l’aura magnetica dell’immagine femminile.


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Come potevo allora non identificarmi  con quegli artisti che nei loro dipinti immortalavano i tratti del volto di Lizzie?


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Una donna  che divenne una sorta di m
usa e modella di diversi pittori. Ma anche una donna  tormentata, spesso malata e sofferente. Una vita intricata segnata dalla dipendenza dall’oppio e dalle droghe di allora.
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Una vita che la condusse ad una fine precoce a soli 33 anni, e il 33 è un numero che ricorre pure nella mia vita anche se, con altri significati.
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Ma nelle tele e nei disegni è lei che risplende,  finendo per dare il suo imprinting a tutto quel movimento artistico.


 


Più di tutto c’è uno sguardo indomito, malinconico e altero allo stesso tempo, che emerge  dalle opere. Lei che non fu solo modella ma poetessa e a sua volta pittrice



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Già allora ne avvertii il magnetismo e se oggi lo so identificare con più padronanza, l’effetto estetico ed emotivo è ancora potente.
Contemplo quelle immagini come un’apparizione. E infine viene da chiedermi...
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“Quale sarà il mistero per il quale i nostri occhi reagiscono alchemicamente a certe fisionomie.
A certi tratti, a certi volti, a certi sguardi che da quel momento saranno per sempre nostri, quasi inglobati nel nostro stesso D.N.A?


Perché a certi tratti, a certi stili reagiamo in un modo, mentre restiamo indifferenti davanti a mille altri stimoli visivi?


 


Nella marea degli incontri di cui è composta la nostra vita come mai alcuni tratti, alcuni occhi, la grazia di certe fisionomie ci resta scolpita dentro, mentre  in cento altre occasioni attraversiamo la folla, indifferenti?


 


Non ho gettato nemmeno un libro di quelli.
Ho terminato il lavoro buttando i cartoni e me ne sono risalito a casa come con un compito: recuperare in elettronico
alcune di quelle immagini e salvarla sul Pc.
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Ecco allora che le pubblico per collegare tutto quello che ho appena scritto a parole, con la senzazione estetica e visiva che mi ha colmato nuovamente
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Non credo che debbano piacere a tutti, queste immagini. Tuttavia, so che negli occhi di certe persone si accenderà una luce,  una particolare vibrazione  prenderà a irradiarsi...
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L’Arte e la Vita in fondo sono fatte di queste cose infinitesimali, apparenti inezie, che tuttavia fanno la differenza, finendo  per scrivere  
le nostre stesse storie personali.-


 

 


         
         
   

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Commenti

  1. un volo strepitoso di colori e magia... domanda:questa melodia sottofondo... l ho già sentita fra le mie parole rilasciate in un blog di libero.. ma tu sei quella persona... aveva un altro blog.. furore nero... non so.. grazie simonetta 

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  2. Molto delicati e soffusi di pace, persino il dipinto dove si raffigura la morte di Ofelia: il mio preferito da sempre.Buon fine settimanaBess-Gianluisa

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  3. Riuscire a ritrovare intatti i sentimenti, le sensazioni di allora èfavoloso, significa coerenza con se stessi e la magia di riscoprireun se stesso intatto, con tutti i suoi sogni ancora negli occhi...Ciao, buona domenica

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