Ho il mio centro.
Conficcato nella radice dell'Universo


Roteano le galassie 
T
empeste risuonano alle mie spalle


Sotto di me torrenti corrono  verso il mare.
Si spianano le montagne, esplodono vulcani.


Ho piedi piantati nella realtà


e la fantasia  di Dio, da tempo,


s'è fatta nido fra le mie tempie
-


 


Ho il mio centro
dentro il respiro dell'Universo


Nulla mi ferisce
Puoi trafiggermi da fianco a fianco


Colpirmi  da parte a parte


Sono spirito e luce
Suono ed energia


Sono eternità piantata
dentro carne di uomo
Attraverso le vite per purificarmi 
al fuoco della coerenza


 
_


Ho il mio centro.
in espansione come l'Universo


Nulla può sconfiggermi
Consapevole di ciò che attende
l'attesa non mi impaurisce


poiché mi basta uno sguardo 
per abolire il tempo
e bere il tuo fiato.
-
Io che accarezzo la luna 
e mi lascio sfiorare 
dalle maree delle tue dita
-
Io che respiro i tuoi capelli 
e la febbre ardente
degli occhi sorridenti.
-
Io che bacio le tue ferite
e sono riconoscente delle mie
cosciente che è delle stelle
l'energia che il  battit
o spinge
-



Ho il mio centro
nel cuore dell'Universo


Trascorrono pianeti 
risplendono solstizi
mentre seguendo la tua luce 
giungo alla mia.
Mentre come lupo


attraverso il buio 
per ricordarmi
la nobiltà della tua essenza  
e la tua grazia
_


Ho il mio centro
Ho toccato il mio centro
-


Nulla può distruggere
la corazza di gratitudine che m'avvolge

-


Nulla ti guarirà
quanto la mia invincibile fiducia in te 


 



 



 


           
     

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Commenti

  1. ma che meraviglia e che vigore in questo tuo brano!!!In qualche modo -se non ti urta il paragone- biblico.L'immagine iniziale potrebbe essere la firma dell'Universo Mondo.Bentornato.Chiara

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  2. Questo tuo pezzo è da conservare nel tempo.Ispirato, violento e bellissimo.La foto iniziale poi ha qualcosa di molto particolare: quasi un gorgo che, se ti afferra, ti porta con sè e non c'è niente da fare. Non ci si può opporre.Uno dei tuoi pezzi più belli, a mio giudizio.Gianlù 

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  3.  Si scrive in differenti maniere. Seguendo modalità del tutto eterogenee fra loro.Poi accade che a volte si scriva come in trance. Quali “strumenti" di una ignota e superiore energia che ci innerva e ci da un asse interno.Sono le volte che prediligo, perchè - ho notato - che si origina allora qualcosa che si eleva al di fuori dei canoni.Per scrivere qualcosa di originale e al tempo stesso "nostro" sul serio mi sa che occorra conoscere anche quest'ultima modalità. Lasciarsi andare... Abbandonarsi ad un impeto superiore che ben sanno i poeti ed i mistici.Solo allora la nostra mano si trova  tracciare in aria, armonie e a seguire invisibili contorni che abitualmente mai avremmo potuto accostare.  Solo allora la voce che esce  è autenticamente nostra e insieme aliena. Così accade la creazione. La fecondazione fra ciò che conosciamo di noi e l'energia occulta in cui siamo immersi e che se lasciata operare al nostro interno ci permette di avanzare di un altro passo sulla strada del  Γνθι  σεαυτόν. Il conosci te stesso di origine greca.Il monito scolpito nel tempio di Delfi che tuttavia non è solo “conosci te stesso” ma nella sua formula più ampia è "In te, uomo si trova occulto il Tesoro degli Dei. Conosci te stesso e conoscerai la Misura, l’Universo e gli Dei"   Di certo occorre che il potenziale interiore sia stato sollecitato in maniera opportuna da una situazione o da una meditazione. Allora si sprigiona energia espressiva e  ci avviciniamo con estrema facilità alla più intima verità esistenziale. Questi alcuni pensieri rileggendo oggi a freddo ciò che ho scritto assieme alla considerazione: “è qualcosa di mio ma non è solo mio” 

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  4. Infatti non è solo tuo, ma anche nostro se lo condividiamo con te...La foto esprime bene la vertigine dell'anima...molto intensa.Ciao Carlo, buona giornata

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  5. ... è così quando si entra nel centro   :-)  

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