stasera


     
             
             
     

E allora mi inoltro nel prato ai margini del giardino ormai invaso dal buio. Ne conosco bene i confini, so i bordi delimitati dalle siepi, conosco i cespugli e il tronco di fico  e il tiglio appena di fianco. Potrei camminarci dentro il buio più nero su questo prato.
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Ma stasera il buio arriverà lentamente, il crepuscolo è appena iniziato. Mi inoltro sull'erba. Poi mi tolgo le scarpe. Appoggio i piedi su un tappeto di brividi verdi La rugiada già prende a scendere e a rendere lucide le foglie di lauro.


Ecco quì è il punto adatto. Gli alberi con le loro nere chiome sono distanti: qui il prato è del tutto scoperto


Mi stendo sull'erba col cuore in gola. Da quanto non facevo questo semplice gesto? sfidare l'oscurità sfidare l'ignoto nascosto fra silenziose radici, e fili d'erba. Prendere posto come un oggetto deposto sulla superficie del mondo. La faccia immersa nel cielo. Mi adagio nella posizione più comoda e respiro.
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Poi mi infilo nel cielo. Dapprima è un foglio compatto di inchiostro nero. Poi lo vedo schiarire e distinguo le piccole luci. Galleggio mentre ad Occidente il colore è ancora un blu cobalto con stelle più incerte. Qui dovevo venire.
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Qui nel fresco serale. Qui nel silenzio che parla di grilli e fruscii e radi voli d'insetti notturni. Mi concentro sullo spicchio di cielo e finalmente comincio a vedere.
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La rete che tutto attraversa. I legami che tengono la materia dell'universo sotto forma di suoni e di luce. Gli intrecci, i nidi di ragno appesi al soffitto di questa mia sera.
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So di essere fra i privilegiati che sanno godersi l'arrivo del buio. In città non è più possibile. Qui invece resiste un buio palpitante di presenze e antiche domande.
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Penso ai piccoli pensieri del giorno, alla fretta della mattina. Qui è tutto diverso, i pensieri acquistano una grandezza vertiginosa. Ogni pensiero pensato si espande e si prende il suo tempo. Ogni immagine e sensazione  riempie l'intero spazio degli occhi.
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Torno a ciò che ho fatto in questa giornata. Ho ritrovato il mio sguardo, il mio ascolto. Mi son ritrovato. La terra come solida radice della mia stessa presenza in questo mistero che è il tempo.
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Penso a tutto ciò che sta avvenendo in questo medesimo istante al di là dei monti, nei paesi di mare, nelle città che non abito.

Sogno di volare su case e paesi. Vado a trovare le mille persone che conosco nel mondo. Chi non ho mai incontrato, chi mi ha donato racconti, pensieri emozioni, trasportate sull'onda delle parole. 
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E volo da quelli che ho conosciuto.
Chi mi ha accolto per un giorno o una settimana, chi mi ha accolto in porti d'imbarco o mi ha raggiunto o aspettato in una stazione. Vedo i mille viaggi compiuti, i volti che ricordo e quelli che cominciano piano a svanire.
E certi sorrisi che mi hanno riempito gli occhi con un bagliore di stelle. Guardo in alto, questo buio palpitante di vita che è la memoria e che è il nostro presente.
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Infine trovo ciò che cercavo. La ragnatela che tutto avvolge e che dona significato a ciò che tocchiamo coi sensi. L'afferro intero l'abbraccio. Il punto in cui il respiro diventa contatto.
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Sono arrivato.  Adesso non sono più nulla. Non ho più peso nè corpo.
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Sono sola coscienza e volo sulle case degli uomini. Ne leggo i pensieri. Ne sento parole, canzoni, le telefonate, il bisbigliare sommesso dei bimbi che si raccontano storie prima di andarsene a letto. Vedo le stanze illuminate: quelle scosse da recenti litigi o quelle chiuse in antichi silenzi. I divani su cui dorme chi è stanco. Scorgo gli occhi lucidi di chi ha appena pianto. I pensieri di chi fissa il futuro col cuore in gola. La dolce stanchezza di chi sa abbandonarsi al tepore di un pensiero d'amore.  Chi ha appena pronunciato in silenzio un vaffanculo. Chi se ne esce per dimenticare un dialogo che stasera non c'è. Chi guarda fuori dalla finestra cercando la luna o la linea del mare, o un monte lontano o un punto che ha dentro di sè.  Le domande che s'alzano in volo da tutta questa gente che cammina le strade. Chi si chiede cosa accadrà già domani o chi, 
come me fissa le stelle e già vola in un attimo che è presente ed è eterno...

Infine la vedo la rete che tutto collega e che tutti ci tesse ed intreccia.
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Può essere che sia io il ragno o che il ragno sia soltanto una vecchia metafora per spiegare l'intreccio che cola in stelle, pianeti, pensieri, mani trepidanti e sguardi che brillano al buio.
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Come occhi di lupi affamati d'innocenza e di verità.


     
             
             
     

     [  k ]


     
             

 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 



 




 


Commenti

  1. Ecco chi mi bussava alla finestra l'altra notte...Bess attentissima ha rizzato il pelo, all'inizio, poi però faceva le fusa...Bellissima questa tua poesia-riflessione-volo e tanto altro.Buona giornataGianluisa

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  2. qualche cambiamento ma sempre bello tornare qui e soffermarsi sulle parole che galleggiano nel tuo mare...Un saluto,

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  3. ...e seguirò il tuo volo senza interferire mai ...

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  4. @gianluisa

    una carezza a Bess e dille che era solo un pò di vento fra i rami@ Vyola

    mancavi da un pò 

    e se mi scrivi questo significa che quel "mare dentro" esiste@ dorame

    "e raccoglierò i tuoi fiori che per strada perderai " bella canzone quella! :-D

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  5. Insomma, dici che passi a salutare gli amici lontani ma poi non è vero....Foto del cielo splendida e avvolgente.CiaoChiara

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