IL COLORE DEL VENTO



  
   



























“Mi hai vista?” 
















“Sì, ti ho vista.” 
















“E quando ?” 
















"Un giorno d’autunno non diverso dai precedenti” 
















“E come mi hai vista? 

















“Ti ho vista, in mezzo alla folla...
Ti ho vista mentre rincasavi guidando nel traffico. Quel fiume che scorre per la città, mentre su in alto s’accendevano le finestre dei palazzi, quasi a prendere posto nella sera.
Ho visto il tuo sguardo appannarsi, le luci sgranarsi, il paesaggio divenire un vetro su cui la pioggia disegnava macchie di colori e contorni. E ti ho vista, più tardi, affacciata a guardare la distesa di case e di strade. 
Ti ho visto alla finestra col vento in faccia, quel vento che spazzava l’intera città, mentre fissavi il cielo e muta parlavi ad una parte di te che non è mai morta e ti vive dentro. 
Ho visto per un attimo ciò che ti portavi come un peso. Nel tuo sguardo c’era qualcosa che non apparteneva a quella città, a quelle strade. Qualcosa che proveniva da molto lontano. Intatto. Qualcosa che ti apparteneva più d’ogni altra cosa”.

















“E cos’era?”  
















Qualcosa che non ha un nome. O se vuoi nominarlo puoi solo approssimarlo, sfiorarlo, accarezzarlo con altre parole, che dicano qualcosa di molto prossimo a ciò che ti porti dentro.  
















“E tu prova a chiamarlo allora. Voglio ascoltarlo da te e capire se quelle parole somigliano a ciò che ascolto, quando sono da sola. A ciò che mi fa continuare a vivere, a lavorare, a respirare, perfino a ridere insieme a quella persona che ho dentro e che m’accompagna nelle strade.”  

















“Puoi chiamarlo destino, puoi chiamarla inquietudine, puoi chiamarla speranza o tenacia…soprattutto puoi chiamarlo dolore e insieme impossibilità alla resa. Ognuna di queste parole sfiora quel grumo che hai dentro.  Sai, ci si nasce così, e ad un punto, ad una curva della vita, quando il paesaggio attorno a te muta, all’improvviso te ne rendi conto: sei diversa.
L’hai sempre saputo di essere diversa, vero?”

















“Sì. Questo sì...
Ma voglio capire… Cosa intendi quando dici a una curva della vita?”
 
















“Dico che nel viaggio che facciamo ci sono punti di svolta, come curve di una strada che percorri verso il mare. Tu il mare non lo vedi. Ci sono montagne da attraversare per arrivarci. La moto segue i tornanti, e tu respiri l’attesa. Poi ad una curva il paesaggio muta di colpo. Si apre. La strada per un attimo spiana, e tu, pur non vedendolo ancora il mare, lo senti, lo annusi, cambia il profumo dell’aria, la luce stessa non è più quella di prima.  
















“Ma quand'è che arriva questo punto di svolta?”   

















“Per ognuno è diverso... Può essere cambiare città, cambiare lavoro, o viaggiare e attraversare un paese straniero. Ma può essere un dolore, un lutto. Arriva un segno che ti spiazza e ti costringe a fare i conti fino in fondo con chi sei e con quello che vuoi veramente. Quel trauma fa di te proprio te. Al di là di ogni possibile confusione che fin lì hai avuto riguardo a te stessa.
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Da lì in poi sai che sei diversa e che lo sarai per sempre e che non puoi adagiarti in ciò che gratifica la maggior parte delle persone. Nelle mille idiozie di cui la gente si riempie la testa”

















“Vuoi dire che riscopri quello che avevi dimenticato di essere?”  




















  




















“Anche. Ma in realtà tu lo sapevi da sempre, com’eri e chi eri…non te ne eri dimenticata. Tu avevi semplicemente preso per buono quello che gli altri s’aspettavano da te. E questo ti frega perché ti rinchiude in una prigione invisibile. Tu pensi di poterti adattare, di poterci stare anche bene ma poi comprendi infine quanto sia angusta la cella e soffocante quell’aria. In quei momenti, in quella svolta che ti capita, inizi a scoprire la tua libertà.
Cominci a imparare che stai bene soltanto quando segui la voce che hai dentro. E non te ne fotte nulla delle feste, dell’uscire, dell’andare fuori per farsi vedere.
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Scopri che tutto ciò che ti serve è fare ciò che vuoi tu, non seguire una strada solo per gratificare qualcuno. Non devi più vivere in funzione di altri. Anche se costa tanto… Mi capisci?  Mi segui in questo?

















“Credo di avere capito. Forse in questi anni ho ascoltato soltanto a tratti la mia voce. Solo ad intermittenza, mi sono messa in discussione per seguirla”  
















“Certo. E’ questo. Per ognuno, la strada ha tempi diversi, ma poi arriva sempre il momento in cui comprendi dove starebbe la tua serenità, la tua felicità, se solo seguissi con costanza e determinazione la tua voce, senza più deviazioni, senza più tornare all’indietro” 
















“Dimmelo ancora una volta…Come hai fatto a vedermi?”  
















“Ti ho visto perché avevo occhi, orecchi, antenne. Ti ho visto perché, forse, ho un cuore impavido”   




















 “Perché tu e non un altro?"














“Questo non lo so. So soltanto che ho voluto vedere. Ascoltare.  Perché in quello che vedevo e ascoltavo di te, vedevo me e il percorso fatto fin qui. I mille tornanti, i miei stessi dubbi, la sofferenza. Perfino la medesima presenza di un lutto. Ti ho vista perché mi sono guardato. Ti ho vista perchè ho guardato nel vento e ne ho riconosciuto il colore."










     [ k ]














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Commenti

  1. beh.. a volte, da pazzo quale sono, ascoltando il vento, " ho visioni ".
    .
    A volte, mi piace fissarle, dargli un contorno... E' come un disegno nell'aria.
    Poi non so se sia uno spettacolo o meno.  Per me è un tentativo di disegnare ciò che visibile non è.
    Come una visione, appunto. 

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  2. Grazie per questo post, mi ha toccato veramente 

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  3. Insomma, Carlo, che dire?
    Non so.
    Ma insomma, davvero...ecco, davvero..bello
    Complimenti, e basta!
    Ma sì, ciao

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  4. @ sholena :
    felice io di essere riuscito a toccare un punto che ritengo fondamentale:
    imparare ad ascoltare la nostra vera voce. Quando cominci, ti ritrovi improvvisamente su una nuova strada piena di sorprese che ti appagano
    Resti senza fiato perchè non ti pare possibile una strada tanto congeniale a quello che sei tu veramente.

    @ bibliomatilda :
    Allora... se ti è piaciuto, se l'hai trovato bello significa solo una cosa:che ho toccato qualcosa di vero che appartiene a tutti noi. Ciao!

    @pescanoce:
    ciaoo e bentornata su questi lidi. Colpa mia se son stato lontano.
    A volte ci si allontana senza motivo. Oppure perchè non si ha abbastanza tempo o attenzione.

    @ Unarosadalmare:
    Troppo buona. Facendo esperimenti di scrittura, talvolta, resto sorpreso pure io di riuscire a dire certe cose che mi stavano dentro da tanto.

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  5. Incantata anch'io! Parole bellissime per pensieri di una persona che ama il silenzio....

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