Le parole hanno un profumo
. | ||||||
. | ||||||
. | ||||||
. | ||||||
. .
«Non c’è bruscolo di tempo/
né di spazio /
che non meriti per sé infiniti poemi/
Che già in sé non li sia»./ -
[Andrea Zanzotto]
|
||||||
. | ||||||
.. | ||||||
. | ||||||
. |
. . | |||||||
. . | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
Durante gli anni dell’Università, K. saliva piuttosto spesso sul treno. Addirittura il primo anno lo trascorse per intero da pendolare sul percorso che univa la sua città al capoluogo. Ogni mattina, poco dopo le sei, entrava in stazione e all’arrivo del treno, svelto, s’affrettava a trovare posto, andandosi a sedere preferibilmente accanto al finestrino. Gli capitava così di utilizzare quell’ora abbondante che lo separava dall’arrivo, per immergersi nei pensieri più disparati. _ Era la sua ora d’aria, la sua ora di libertà assoluta, fuori dagli impegni e dagli obblighi. In quell’ora si sentiva leggero e libero di srotolare il gomitolo dei pensieri più insoliti. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
Gli occhi come attratti da una calamita scivolavano presto sul vetro e poi oltre, a contemplare il paesaggio che scorreva veloce. La pianura si allungava fino a perdersi nella nebbia. Gli piaceva allora risalire con lo sguardo gli alberi per scorgere fra i rami spogli, i nidi. Lo stregavano quei rami che si protendevano contro il grigio del cielo e quelle macchie scure che indicavano la presenza dei nidi, ormai vuoti. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. . | |||||||
. | |||||||
I rami sottili, esili, incisi come dentro un dipinto. Come un paesaggio di Bruegel…quei panorami invernali che tanto gli erano piaciuti durante le ore di disegno. Ricordava distintamente un libro con le riproduzioni delle opere di Bruegel il Vecchio: "Il ritorno dei cacciatori", "il paesaggio invernale", "la neve", … - Da bambino aveva un libro illustrato che raccoglieva le riproduzioni di quadri famosi fra cui i dipinti di Bruegel, quelli che lo avevano catturato più d’ogni altra cosa. . Così ora nel guardare la pianura ormai preda dell’inverno e gli alberi che si stagliavano contro il cielo e la nebbia, gli sembrava d'essere dentro un’opera del pittore fiammingo.
|
|||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
S’accorgeva, in quei momenti, seduto accanto al finestrino, di essere sospeso fra due luoghi, fra la contemplazione del paesaggio e della pianura e un’altra dimensione: quella delle conversazioni, dei dialoghi, delle parole che i viaggiatori si scambiavano o scambiavano con lui… | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
|
|||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
Si vedeva seduto sul margine di quei due spazi. _ Da una parte i pensieri, le sensazioni che gli arrivavano dal paesaggio esterno e dall’altra, l’ascolto delle conversazioni che il viaggio in treno, gli offriva. - Gli veniva naturale scrutare i visi dei viaggiatori, i loro gesti, ascoltarne i dialoghi. Immaginare le storie dietro le parole. E osservare le ragazze, i visi assonnati delle ragazze che salivano alle stazioni successive alla sua. - In quei tratti, nella dolcezza dei lineamenti, nella gentilezza delle battute scambiate, K. trovava il trampolino per immaginare la vita di quelle persone, quella che era accaduta, prima di quel treno e quella che sarebbe seguita, una volta giunti a destinazione.
|
|||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
In quei momenti si accorgeva di poter entrare come in una sorta di film in cui era possibile muoversi liberamente in avanti e all’indietro. _ Pensava alle situazioni da cui provenivano quei viaggiatori. L’uomo con la valigetta e le sue carte da leggere con meticolosa attenzione. La ragazza che sedeva assorta, ascoltando la musica da invisibili auricolari, coperti com’erano dalla massa dei suoi capelli lunghi. L’altra, a fianco che aveva abbracciato a lungo il ragazzo che l’aveva accompagnata in stazione, e poi quella che da sola, con l’esile trolley era giunta dal centro fino al binario. La signora che si aggiustava il trucco e leggeva nervosa il giornale. La ragazza che continuava ad allungarsi le maniche del maglione, più grande di lei, fino a farsi scomparire le mani dentro il caldo della lana. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
|
|||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
K. fissava quei visi, quei gesti, e cercava di intuirne i pensieri, i sogni, d’intravedere le situazioni che le attendevano, una volta scese dal treno. - Prese, in quei mesi, ad impiegare il tempo delle attese e dei viaggi per scandagliare quel territorio, le persone, le loro conversazioni, i gesti, conscio che tutto ciò, in fondo componesse, un nuovo paesaggio: un paesaggio umano. E che quello, come l’altro, fuori dal finestrino, fosse degno di cura, di dedizione. _ I volti, le parole, le battute scherzose, i dialoghi che illuminavano il treno lanciato sul margine della nuova giornata che stava arrivando, lo catturavano, suscitandogli una naturale simpatia. . Iniziò allora ad immergersi, sempre più a suo agio e a lungo, nella contemplazione di quel paesaggio di voci e nelle storie che raccontavano. Lo ammaliava l’accento straniero. L’intonazione sommessa di certe frasi pronunciate come se si stesse parlando a sé stessi, la carica d’allegria e sfrontatezza di certe conversazioni, a cui prendeva parte assieme agli amici.
|
|||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
Gli anni dell’Università scandivano quel passaggio. _ Ampliare l'orizzonte. Imparare a guardare i colori, il disegno del mondo, andare a scoprire, una ad una, le mille sfumature che stanno dentro una fuga d’immagini da un finestrino, ma anche imparare a vedere quell’altro territorio, quello racchiuso nel conversare di tutto e di niente, nel dire parole, nel raccontarsi storie di sè o degli amici, brevi spezzoni di vite adagiate solo per un attimo sui sedili dello scompartimento | |||||||
Fino ad allora gli era piaciuto imparare la trama delle strade, il reticolo dei campi, le onde delle colline azzurrognole e la linea dei filari a dividere i campi. Imparare a scovare l’incantevole solitudine di certi cortili ormai spogli, dove ancora fioriva la rosa o fiammeggiava il melograno. Imprimersi nella memoria l’alternanza dei campi arati e l’erba dei prati. Il contrasto fra il verde e l’asfalto delle strade. _ Ma quel suo uscire dalla città d’origine, marcava ora, la nuova passione: ascoltare le storie che i suoi compagni di viaggio erano. Accostarsi all’indagine del linguaggio. Imparare l’alfabeto non scritto dei gesti. Studiare quella tela di ragno lucente che è ogni tipo di comunicazione. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
- o - o - o - o - o - o - o - o - o - | |||||||
. | |||||||
. | |||||||
Oggi, che era un giorno di fine ottobre, fatto di nuvole e sole, K. si ritrovò a ripensare a tutto questo, mentre attendeva che lo schermo del suo portatile prendesse vita. . Il suo leggere siti e blog, il suo chattare, improvvisamente gli si rivelò per quello che era. L’evoluzione di quel suo impulso di allora. Di quella sua naturale inclinazione ad ascoltare la storia che ogni persona, per il solo fatto di esistere, narra. _ Mentre rifletteva, gli apparve chiara, ad un tratto, anche una nuova certezza. Una storia non è composta soltanto di fatti, di eventi, di parole, di domande e risposte, di un prima e di un dopo. - Una storia è fatta di una sostanza impalpabile. _ Ogni testo, ogni blog, ogni racconto col quale veniva in contatto era come quella folla di viaggiatori infreddoliti che ogni mattina sul treno osservava con inspiegabile affetto. | |||||||
. | |||||||
Ognuno, raccontava una storia, ma ognuna, diversa. La cadenza, il ritmo, il tono, i suoni e i silenzi di quel conversare non erano uguali. Lo riempiva di meraviglia il diverso modo di raccontare il proprio camminare dentro i giorni. -
. Le parole potevano essere intrecciate in mille modi, ma alcuni di questi lo risucchiavano più di altri, perché si facevano “storia”. Lo ghermivano dentro un invisibile vortice come solo la musica sapeva fare. -
...
Mentre leggeva, non si sa da dove, non si sa perché, gli venne in testa una frase:
“...perché le parole hanno un profumo...” _ ..
Trasportano battiti, sogni, sorrisi, attese, sgomenti, ironie... |
|||||||
. | |||||||
. | |||||||
Hanno un profumo le parole. - Come le persone. - Colte nell’attimo, nella pausa breve e meravigliosa che precede il futuro. |
|||||||
.. | |||||||
. .. | |||||||
.. | |||||||
. . | |||||||
. . | |||||||
. . | |||||||
. . | |||||||
. | |||||||
. . | |||||||
.. |
. |
c'è così tanta vita sui treni
RispondiEliminae così tanto da imparare...
E' vero, leggendo ciò che le persone scrivono sui blog, ci si rende conto di quanta vita interiore, quanta poesia, viva in ognuno.
RispondiEliminaAnch'io osservo le persone per strada o nei negozi (meno sui mezzi pubblici perché uso lo scooter). Ma è da quando ho cominciato a scrivere, e soprattutto a leggere i blog, che li guardo con occhio diverso, e penso a quanti pensieri e a quanta complessità si nasconde dietro ai volti che vedo. Inosomma, sento una maggore empatia e ho uno sguardo più attento e partecipe nei confronti della gente. Mi piacerebbe sentire i loro pensieri, così come accade quando li leggo. Hai presente l'angelo de Il cielo sopra Berlino?
Ho sempre amato viaggiare in treno!
RispondiEliminaLo scorrere delle immagini fuori dal finestrinomi pare ogni volta un lieve addio dal posto da cui parto.
Poi osservare i dettagli delle persone, sedute vicino a me e anche quelle lontane.Quelle che stanno salendo e quelle che invece sono arrivate a destinazione.
Scambiare due parole con chi capita o magari no, scambiarle solamente con il pensiero..
E l'arrivo in stazione mette quasi tristezza..perchè non vorrei più scendere..
e non esagero.
Lory
Allora....
RispondiEliminaLe foto di questo post sono bellissime!
Dunque...l'intero post è bello e poetico, le idee, i ricordi, le riflessioni di allora, del viaggio reale, e di quello che si compie giornalmente nell'osservare le persone che incontriamo sui nostri passi e quelle delle quali ci giungono solo le parole, sono attente, partecipi e condivisibili. Contemplare la vita che scorre, il paesaggio che cambia in continuazione durante il movimento del mezzo sul quale ci troviamo è uno di quegli attimi eterni che riporta anche me molto indietro nel tempo, quando osservavo e mi specchiavo sul finestrino dell'auto di mio padre durante le nostre gite domenicali. Ricordo bene i miei genitori, me stessa e la mia immagine riflessa sul vetro, e l'andare, forse anche la solitudine dell'andare, il canto di mio padre e il silenzio misterioso di mia madre.
Era la cosa più bella del mondo.
Ecco cosa ti regalo!
Il mio profumo, come le note del piano udibili all'inizio...
RispondiEliminaEh già, le parole odorano. Tutte, Alcune di buono, altre hanno un puzzo, un tanfo terribile. Le parole dette a vanvera o quelle che ripetono stereotipi condivisi. Le parole crudeli che ti tagliano a pezzi crudelmente. ora non mi capita più, perchè evito di fare domande o chiudo le orecchie agli insulti che sento rivolti al mondo: Ho altri luoghi dove andare:... con la mente.
RispondiEliminaComunque saper guardare è sempre interessante e spesso faticoso. .g
le parole
RispondiEliminasono il fruscio della seta
il tocco di una carezza
senza muovere le labbra
che meraviglia di post...
ti ho rubato le ultime righe per il mio blog
grazie;)
Le parole hanno un profumo
RispondiEliminae senza muovere le labbra anche i pensieri hanno un profumo.
Rosa
@ pescanoce:
RispondiEliminaC'è tanto e di tutto... E per noi, il piacere di saperlo intravedere.
.
@ volatutto:
Ora che mi ci hai fatto pensare la trovo quanto mai azzeccata la tua citazione iquanto mai azzeccata la citazione sul "Il cielo sopra Berlino"
Ma è l'altro pensiero che mi fa riflettere tanto. Lo trovo vero.
Da quando scrivi e leggi blog hai un altro atteggiamento verso le persone che incontri per strada.? Lo stesso lo provo pure io me ne sono reso conto leggendoti.
Muoversi dentro la Blogosfera è un pò come navigare in quella dimensione normalmente nascosta delle persone comuni, l'interiorità e il mare dei loro pensieri e delle loro emozioni. Come affacciarsi a qualcosa che qualche hanno fa, ci era semplicemente precluso. Il diario, era segreto e privatissimo e capitava di avere l'accesso al massimo a quello dell'amica/o del cuore o della ragazza/o con cui stavi. Oggi credo che siamo in grado di avere davvero più empatia.
.
@ Lory:
Come te amo tuttora salire in treno. Mi rilassa ed è una pausa rigenerante
.
@ bibliomatilda:
Grazie davvero per questi pensieri e per quel tuo ricordo d'infanzia.
.
@frammentidiblù:
Verissimo. Nelle parole talvolta ci tocca anche fiutare la cattiveria, il rancore lo squilibrio delle persone. Capita pure di annusare odore di muffa in chi ripete come un automa opinioni non sue o i luoghi comuni triti e ritriti.
.
@cjrce:
Grazie della tua stima, ruba pure!
Sarò un "derubato" contento! :-)
.
@ Unarosadalmare:
concordo alla grande: i pensieri, prima di tutto, possono essere profumati e sapere di buono.
.
:) bel blog
RispondiEliminaquanti ricordi e quanti viaggi...il treno è magico...e l'atmosfera che si RESPIRA qui da te è davvero UNICA!!!
RispondiElimina;)))
Hai un blog arioso, come questo post che rispecchia l'acume osservativo e la passione con cui lasci commenti nei blog altrui. Ho del treno un ricordo diametralmente opposto al tuo, quasi claustrofobico. Erano anni di ansia panica, specie al chiuso e nei luoghi affollati; mi sedevo rigorosamente lontano il più possibile dagli altri, e se qualcuno si sedeva davanti o peggio di fronte ero infastidita. Capita. Sono passati tanti anni, ma non sono più salita su un treno. Forse ci salirei con una disponibilità diversa. Ovviamente quando incontro persone come te, ne sono molto contenta.
RispondiEliminaOps: incontro in senso metaforico, non mi riferivo alla possibilità d'incontrare in treno qualcuno che ti somigli :)
RispondiEliminapenso che il treno e i suoi viaggi abbiano un valore
RispondiEliminasimbolico altissimo. nei treni accade di tutto. è davvero
una sorta di dimensione parallela...
non aggiungerei altro a questo post.
è bello e c'è tutto.
ciao :-)
@ jahira:
RispondiEliminagrazie!!
Benvenuta su questo "mare".
@ ababarbra
Proprio così: per me il treno è un luogo eletto in cui riesco a pensare, a contemplare e a riflettere contemporaneamente.Talvolta mi piace perfino fare l'agente "provocatore"! Mi spiego: mi piace portare la conversazione su argomenti un pò spinosi o insoliti che richiedono agli interlocutori di uscire allo scoperto e abbandonare i discorsi più anonimi, neutri. Mi piace fare uscire, da chi mi sta di fronte, qualche nota autenticamente personale e confrontarmi con quella. Non le classiche banalità che ci affliggono (il tempo, la politica, il calcio etc etc)
@ SinuosaStrega:
spero che "blog arioso" non stia ad indicare quello che "si da arie"!
Che proprio non mi piacerebbe allora...
L'idea che ne ho sempre avuto io, (non che l'abbia sempre raggiunta, ma come idea-guida, come stella polare, come meta a cui ispirarmi) era di un luogo "liquido", fluido, pieno di onde diverse, mai uguali.
E un luogo "amniotico".
Uno spazio adatto ad una immersione anche sensoriale e non solo "concettuale" come ne conosco tanti di blog.
Una casa virtuale appagante proprio dal punto di vista emozionale e visivo anche. Di qui, le immagini, la musica, le parole, i racconti , le citazioni, le poesie, i testi più svariati..
Per i profumi ci penso da 3-4 anni, ma ancora la tecnologia non mi sta dietro e non mi aiuta ancora...
Vedremo in futuro!
Ecco vedi? quante arie questo Carlo!!!
@ violapensiero:
benvenuta!
il tuo avatar mi ha conquistato immediatamente (Ahh... il fascino magico di Matisse... spacca!) Troppo bello.
Quanto ai treni, vi scorre una "materia viva" talmente intensa (basta pensare agli addiì, ai saluti, alle partenze, alle emigrazioni, o più semplicemente allo scorrere della vita quotidiana dei pendolari...
E' un abisso traboccante di umanità e a me ispira un affetto incredibile.
Come sai non sono più su Splinder.
RispondiEliminaNon so se ti arriverà il commento.
Ti ho letto con piacere e ti rinnovo gli Auguri per il tuo Onomastico, carissimo Carlo!
Si, le tue parole hanno profumo....
RispondiEliminaRicordo quando ti conobbi su Splinder anni fa che mi dicesti " se potessi, oltre alla musica e alle immagini, metterei anche il profumo..."
Dopo tutto questo tempo, l'ho sentito...
Fiore
Il treno è il mezzo migliore per entrare per un po' nelle vite degli altri, uscendo dalla propria... è una mini-vacanza da se stessi.
RispondiElimina@sholena:
RispondiEliminaVerissimo. Ecco una notazione che mi mancava... è giustissima.
.
il viaggio in treno come "una vacanza da sè stessi"
.
Che definizione perfetta! Grazie Sholena.