Fotografia e scrittura
photo by cKlimt |
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Negli ultimi giorni ho pubblicato diverse citazioni aventi per tema lo scrivere e la scrittura, associate ad immagini un poco particolari. Immagini che “risuonavano dentro”. Ma anche fotografie che ho scelto partendo dalla mia convinzione che ci si possa accostare al mondo visibile con lo stesso spirito, la stessa attenzione, che riserviamo alla lettura d’un libro. . Perché non imparare a scorgere nella Natura e nei paesaggi che abbiamo intorno, le mille “scritture” che ci aspettano, che sono lì solo per i nostri occhi e i nostri sensi? Quando mi ritrovo a scaricare sul Pc le foto scattate durante una semplice passeggiata o una escursione, avverto come alcuni di quegli scatti abbiano in sé qualcosa di potente. Talvolta sospetto contengano nascosto fra i contorni, le ombre e le tonalità dei colori, il germe di una storia. Ci sono infatti immagini che si scolpiscono nei nostri meccanismi percettivi. Ciò che sospetto è che alcune immagini diventino, a nostra insaputa “scrittura”... . Ma quando accade questo? . Succede quando mi avvicino ad una immagine con l’attenzione e l’apertura mentale che di solito utilizzo per un libro o per un dipinto. Per certe foto, nel momento in cui le osservo meglio e apro tutti i sensi, si attiva una percezione più ampia del semplice guardare la fotografia. Posso allora contemplare due fenomeni distinti: la composizione e l'apparente soggetto dell'immagine, e, contemporaneamente, dentro di me, l’universo delle sensazioni, emozioni, intuizioni, ricordi che quella foto innesca. E’ lì che s'annida il germe di una possibile storia. E’ allora che l’osservazione visiva ci permette di ricevere molteplici messaggi su diversi livelli, finendo essa stessa per farsi "scrittura”. . Non è lo stesso meccanismo che si innesca nel momento in cui leggiamo un libro? Quando leggo, non leggo solo le parole in sequenza così come stanno stampate sulla pagina, ma arrivo a leggere molto al di là della "letteralità" del testo e a scrivere io stesso, un secondo libro del tutto personale, composto da tutto ciò che quel libro arriva ad evocare e a smuovere dentro di me. Un libro non è tanto più interessante quanto più ci costringe ad ascoltarci? A filtrare una per una le impressioni e le riflessioni che quel testo ci scatena. Il medesimo meccanismo può attivarsi nel momento in cui penetriamo con lo sguardo dentro una fotografia. Allora guardiamo, ”leggiamo” e soprattutto, "ci leggiamo". Se in quell’attimo ci mettiamo in ascolto, possiamo percepire ben oltre l’armonia visibile nei colori o nelle forme, nella profondità di un cielo o di un tramonto. Ma è solo quando lasciamo perdere la fretta e decidiamo di dare ascolto a noi stessi, che entriamo davvero dentro l’immagine. In quel momento assumiamo lo stesso atteggiamento di quando ci accostiamo ad una “storia” seguendo le molteplici direttrici del nostro pensare e sentire. La foto, non è altro che l’innesco, la miccia del “libro” che la nostra mente prende a leggere e a scrivere. . Vi può essere un livello emotivo: l’intensità malinconica, quasi dolorosa di un tramonto può impressionarci a tal punto da arrivare a “vivere” i colori nei quali ci identifichiamo. La cromoterapia avrebbe molto da dirci sui meccanismi che si attivano quando ci immergiamo emozionalmente nei colori. . Vi può essere un livello razionale: lo scatto fotografico può ricondurci a una situazione che abbiamo già vissuto e per quella via, innescare ricordi, riflessioni, pensieri sedimentati da tempo o quasi sepolti nella nostra memoria più antica. Può anche attivarsi un livello intuitivo, per il quale non vediamo più i dettagli specifici di quella immagine ma tramite quella percepiamo in modo sotterraneo messaggi per la nostra parte profonda e per ciò che nella mente rimane inconscio. Su questa strada si giunge ad una condizione invidiabile: la Natura, le situazioni, il mondo intellegibile, diventa percepibile come “scrittura”. . Ci accorgiamo allora che ciò che sta di fronte ai nostri occhi è un immenso libro che si offre alla nostra lettura e a quella scrittura che è tanto più preziosa perché disseminata di innumerevoli "messaggi" subliminali indirizzati propri a noi, alla nostra sensibilità. . | ||
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La scrittura racconta. Le immagini raccontano. Solo che nel primo caso chi scrive mette in fila le parole giuste, la punteggiatura più efficace per creare mondi, immagini che modificano la nostra percezione delle cose e che costituiscono il punto di vista di chi scrive. L’immagine induce ad un percorso inverso, chi guarda maneggia, decodifica, interiorizza una realtà oggettiva secondo il proprio gusto. In un certo senso la lettura di un immagine è molto più libera.
RispondiEliminaSul fatto che la natura sia un libro, non ci sono dubbi. Ma sai che pensavo? Mai considerarla un libro aperto!
Buona giornata.
@ Iraida2:
EliminaVero. Verissimo. La Natura è sempre anche mistero.Non è mai conoscibile interamente e proprio per questo è inesauribile. Quì ci vedo un ulteriore parallelo con il libro, perchè nessun libro è "solo" le parole che contiene. Dalle parole stampate ed esplicitate sulla pagina, nasce un lavorio interiore di "riscrittura", di interrogativi, di ipotesi e di nostro "cammino" per entrare in contatto con ciò che non è conoscibile esclusivamente tramite la nostra razionalità.
Rimane un quid che non si lascia addomesticare. Così, anche quando leggiamo il libro o l'immagine con tutto il nostro apparato percettivo resta sempre altro, ma riconoscere questo invece che essere un limite, rientra nella meraviglia del vivere.