Giornata della Memoria 2012

foto dal Web


 




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Quanto amore, quanto amore
mise prima della guerra, un calzolaio
nel fare questi sandali perchè un bambino, calzandoli
potesse saltellare lungo il maggio della sua vita
lungo quel maggio che era la sua vita.
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Ed ecco che ora questi sandali

sono esposti al museo di Auschwitz.
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L'uomo si sente quasi in colpa
per il suo piede che è potuto crescere
fino al numero 43.



Proprio lui che nel  '41, calzandoli

giocava in quegli stessi sandali

correva in quegli stessi sandali

saltava in quegli stessi sandali


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 [ Erri De Luca ]

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Commenti

  1. “In questo momento rifletto molto sulle cose che continuano: oggi c'è una popolazione e tra vent’anni ce ne sarà un’altra. La vita riprende sempre.”Christian Boltanski
    (volevo inserire una foto di un suo lavoro dal titolo,Sans fin, alla Fondazione volume)

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  2. Tutto giusto, anche il dire del poeta, però...dobbiamo ricordare che ISRAELE, si comporta allo stesso modo contro la PALESTINA. Saluti da Salvatore.

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  3. Un genocidio orrendo e crudele, un massacro di innocenti che ancora chiede vendetta. Ma questi crimini purtroppo avvengono ancora, come non ricordare il genocidio compiuto nella ex Iugoslavia, o in altri parti del mondo: l'uomo per il potere schiaccia senza pietà il suo stesso fratello. Ecco che la giornata della memoria serve a far riflettere sulla malvagità umana.
    Molto bella la poesia.
    un saluto
    annamaria

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  4. Concordo con Annamaria. Saluti da Salvatore.

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  5. @ GERMOGLIARE:
    Grazie delel tue parole
    La vita che riprende deve conservare nel proprio DNA la MEMORIA della vita che è stata schiacciata dall'odio cieco.Altrimenti si ricreerannio le condizioni per un simile orrore

    @ SALVATORE:
    Il passato deve essere una molla potente per cambiare ogni atteggiamento discriminatorio del presente. Mi riferisco a ISRAELE così come alla cafoneria delirante degli odierni LEGHISTI.

    @ ANNAMARIA:
    Ben arrivata quì da me. La giornata della memoria deve essere lo spazio che reclamiamo per noi. Per riflettere, per cambiare strada, per rivedere ciò che stiamo facendo ora, per meditare sull'essenza delle qualità umane che ad Auschwitz andarono perse completamente in un delirio di onnipotenza.

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  6. Temo che un pò tutti siamo di memoria corta. Mi sento di dar ragione a Salvatore, va benissimo ricordare l'orrore dell'olocausto ma forse non basta una giornata per ricordare che "ieri l'altro" o forse oggi, adesso, continua la sopraffazione.
    E'sotto i nostri occhi. Ma chi parla dei morti del regime di PolPot, di Sabra e Chatila, del massacro in Nigeria e quello di Sebrenica. Nessuna giornata è dedicata agli 800.000 uomini donne e bambini fatti a pezzettini a colpi di macete in Rwanda?
    Francamente suonano insincere tante parole non seguite da fatti.

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  7. @ IRAIDA:
    E infatti a che serve mai una memoria che non sia utile nel presente? Nell'oggi?
    .
    La Storia è lì per il nostro presente, non certo per mummificare un evento passato.
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    La Storia deve parlare ai VIVI.
    Il problema di questi nostri anni però è che ci vogliono espropriare anche della Storia, ci vogliono di memoria corta perchè dobbiamo essere semplicementi cittadini consumatori. E il consumo si esaurisce nell'attimo.
    Richiede una mentalità usa e getta. Dove "ieri" non conta più niente, perchè dobbiamo essere costantemente pronti a proiettarci verso un nuovo gadget, un nuovo miraggio un nuovo status symbol in una rincorsa disperata e disperante. Ci voglioni dentro un presente senza profondità, un presente del peso totale pari all'attimo in cui avviene il "consumo"
    Un presente senza profondità
    Così ci vuole il sistema:Immemori.
    Per questo a me pare che oggi avere memoria e studiare la Storia sia perfino un atto "sovversivo" nel suo più nobile significato.
    .
    Ricordare è già essere "contro".

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  8. Vincitori e vinti, com'è facile invertire i ruoli... c'è sempre un motivo, c'è sempre un pretesto per accettare la parte oscura di noi,
    allora il ricordo è un monito, un grido che non si è ancora spento.

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