Interrogativi.
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. Prendo spunto da un curioso episodio che mi è capitato qualche giorno fa in Rete. . Avevo espresso la mia personalissima opinione sull’azione del governo Monti e alcune riflessioni sulla svolta autoritaria che si può intravedere nell’Europa ripiegata su sé stessa di questi ultimi anni. . Una Europa completamente ostaggio degli organismi e dei meccanismi della Finanza Internazionale dove l'unico organo di governo politico è proprio quell'istituzione che in teoria avrebbe dovuto essere esclusivamente "tecnica", cioè la B.C.E. In altre parole al vuoto politico e progettuale della comunità europea si è sostituito un organo "tecnico" come la Banca Centrale Europea. . Una Europa, quindi, totalmente incapace di affermare il primato della politica e, cosa ancora più importante, il primato della democrazia rispetto allo strapotere della grande speculazione internazionale. . Una situazione che pare anticipare una stabile "dittatura della Finanza e delle multinazionali" e lo stravolgimento delle più elementari regole democratiche (vedasi l'inconstituzionalità della estromissione della Fiom dalle fabbriche, operata e sostenuta strenuamente da Marchionne). . Avevo tentato di spiegare che chiunque voglia cercare di “leggere” e interpretare le dinamiche sociali di questi ultimi anni non può prescindere dalle analogie con altri periodi storici. . Sono infatti convinto da sempre, che la Storia sia una formidabile miniera di informazioni e ci offra gli strumenti per cercare di interpretare il nostro presente. Ovviamente, nulla si ripete uguale a se stesso cioè con le medesime caratteristiche, ma è innegabile che esistono corsi e ricorsi e che soprattutto i gruppi sociali che aspirano al Potere mettono in campo meccanismi ben individuabili e tendenzialmente ripetitivi. . Per questo è prezioso attingere alla Storia per mettere a fuoco le logiche seguite dai gruppi più forti per affermare il proprio potere a scapito di tutti gli altri. . Inevitabile allora il raffronto con la situazione dell’Europa uscita dalla Prima Guerra mondiale, con la disgregazione della Repubblica di Weimar e con la situazione dell’Italia dei primi anni Venti. Come non vedere infatti (sia a livello sociale che economico) le analogie del nostro presente, con la grande depressione e prima ancora con la crisi finanziaria del ’29? Come non vedere nell'impoverimento di estesi strati della popolazione l'habitat ideale per le svolte e le involuzioni autoritarie? Oggi, come allora. . La Storia è lì, a nostra disposizione… e se solo decidiamo di utilizzarla, ci può dare davvero gli strumenti per comprendere meglio le forze e le tendenze che operano anche ora dietro certi mutamenti politici e soprattutto legislativi. . Invece, del tutto inaspettatamente, mi son visto accusare di fare paragoni a sproposito e di utilizzare metafore troppo “forti” e pregnanti nel tentare di analizzare ciò che sta avvenendo anche in questi ultimi mesi ad opera del “governo dei tecnici”(che tecnici non sono). . Il mio commento, complesso, per forza di cose, è stato ridotto ad una banalizzazione da bar. Si è arrivati perfino a scrivere provocatoriamente: ma che si vuol sostenere? che Monti è il nuovo Hitler? . Ovviamente una lettura tanto grezza, povera e semplificatoria non meriterebbe alcuna replica. . Ragionare in questi termini, - mi verrebbe da dire – ci da la misura dei danni che ha creato nel nostro paese la subcultura leghista, quella che pretende di ridurre ogni analisi ad una frase, una imprecazione o una bestemmia ad effetto, da gridare da un palco. Ma poi riflettendo, ho compreso che è giusto utilizzare questo episodio casuale e apparentemente senza importanza, per illuminare meglio la superficialità che affligge perfino la “blogosfera”e molti blogger (probabilmente, "a loro stessa insaputa" così come molte cose nell'Italia degli ultimi anni). . Tutti sappiamo che la "blogosfera" è alimentata e composta da una piccola fetta della popolazione italiana. Ci sono studi e ricerche a tal proposito. Documenti che esaminano nel dettaglio, le caratteristiche particolari di ciò che chiamiamo "Blogosfera". Quell'insieme di utilizzatori della Rete che rispetto ad altre forme di interazione, prediligono la forma del Weblog. .utilizzatori della Reste In generale, è vero che chi tiene un blog, di norma, appartiene a una fascia di popolazione con istruzione superiore, persone con alto tasso di scolarizzazione e, almeno in teoria, persone inclini a fare del dialogo e del dibattito culturale una sorta di “habitus mentale”. . Non è forse vero che la “blogosfera" pullula di operatori culturali, di giornalisti, di studenti universitari, di insegnanti, di redattori, di scrittori, di poeti, di pittori, di grafici, di fotografi, di artisti e più in generale di intellettuali? . In fondo, chi pubblica un blog, rispetto all’intera popolazione rappresenta una minoranza, una elite e al tempo stesso una sorta di “intellighenzia”. . Ma quello che accade perfino sui Blog (l’episodio che ho appena citato è una inezia in sè, ma probabilmente è solo la punta dell’iceberg) non la dice lunga, allora, sull’incapacità di ascolto e di “lettura” approfondita delle parole degli altri che affligge tante persone, anche di valore? . Già questo, sarebbe un ottimo spunto di discussione, io credo.. . Siamo un pò tutti affetti da una strana sindrome. Nel leggere le parole degli altri, molti, dimostrano un nevrotico bisogno di semplificazione, di ridurre tutto a slogan, a un'unica frase che racchiuda l'intero pensiero dell'altro. Ma una volta effettuata questa “riduzione” dell’opinione dell’altro a formula, non ci si accorge che viene meno la ricchezza che invece dovrebbe caratterizzare un dibattito? . L’opinione delle persone non è mai riducibile a formula, non è sintetizzabile in slogan. Non è materia per le operazioni tipiche della propaganda pubblicitaria. Altrimenti si scivola nella banalizzazione e nello stravolgimento. Comprendere l'altro e le sue argomentazioni è operazione paziente, complessa ed articolata. . Le sfumature, i toni, i collegamenti di un ragionamento hanno una loro funzione, una loro fondamentale importanza. E poi la Realtà è di per sè qualcosa di complesso, ricco, multiforme, contradditorio a volte. E analizzare la Realtà per comprenderla, richiede una analisi approfondita, capacità di vedere e instituire collegamenti, e “finezze”, sottigliezze… abilità percettiva, oltre ad un atteggiamento di "accoglienza" per il messaggio che l’altro ti offre. . Così, ogni volta che riduciamo tutto a schema, a battuta, a “riassunto di mille riassunti” in fondo è come se usassimo sulle opinioni degli altri, una "accetta mentale". Una vera e propria ascia per maneggiare le idee con le quali entriamo in contatto. . Ma se utilizziamo l'ascia, cioè uno strumento rozzo e brutale all'interno di una discussione e di un confronto di opinioni, non rischiamo allora di mandare completamente in frantumi, la verità che è contenuta nell’intervento dell’altro? . Facciamo violenza alla realtà insomma. Ed io mi chiedo: tutto questo non deriverà forse da ciò a cui ci ha abituato la televisione, la comunicazione pubblicitaria e la politica in modo particolare? . Non è che siamo tutti influenzati da ciò che vediamo nei dibattiti televisivi? Non sarà questo, l’esito finale di anni e anni di televisione-spazzatura? Non è che il modo di fare politica e televisione dell’ultimo ventennio ci stia modificando la mente e l'attitudine al dialogo e all'ascolto? . Se assistiamo ad un qualsiasi dibattito politico non ci accorgiamo forse che ogni opinione viene cristallizzata in slogan, in urlo, in frase ad effetto? Non interessa a nessun politico entrare nel merito sostanziale e “scientifico” degli argomenti. . Ciò che interessa è far bella figura, risultare brillante, incisivo, aggressivo (Santanchè ?! ) . Farsi ricordare per una battuta, bucare lo schermo, a scapito della validità di ciò che si sostiene. . Ma questo non si chiama forse “superficialità”? Torniamo a chiamare le cose con il loro nome! . Il nostro tempo è dominato da dosi massiccie di “superficialità” che portano a banalizzare e a schematizzare ogni argomento, ogni opinione altrui, ad appiattire ogni dibattito. . Ciò che mi pare di vedere è che la superficialità arriva poi a sconfinare nell’oscurantismo: ...visto che non riesco a “leggere” la tua comunicazione nella sua ricchezza, nella sua complessità, nelle sue sfumature, allora preferisco abolirla, ridurla ad una cosa piccola piccola che alla fine non mi dice più nulla...qualcosa in cui non rinvengo più (per forza di cose) alcun senso... . Ma tutto questo non mostra anche una incapacità sostanziale di essere in relazione e di interloquire con le opinioni altrui? . Così allora mi assale un dubbio ancora peggiore: a cosa serve tenere un blog se si è affetti da questa incapacità? Non è una “contraddizione in termini” aprire un blog e dimostrare poi nel concreto, l'incapacità di prestare attenzione e ascolto agli altri? . La realtà tutta è qualcosa di complesso, ma se abdichiamo, se ci priviamo degli strumenti di analisi, non rischia per davvero di risultare ancora più oscura e sfuggente? . Se non ci facciamo fecondare in modo costruttivo dalle opinioni degli altri, per arricchire i nostri punti di vista, con altri e diversi contributi, non finiamo per rinchiuderci in una prigione costruita da noi stessi e dalla nostra rigidità mentale? . . Lo voglio proporre come spunto di riflessione: . Voi, che passate di qui e che frequentate la Blogosfera, cosa ne pensate? . . |
a volte si confonde la sintesi con i concetti espressi. Si, è capitato anche a me, eppure io sintetizzo molto, è una mia abitudine.
RispondiEliminaPurtroppo capita spesso, non solo sui blog o in rete (a volte anche sugli autobus) di essere additati e tu logicamente mai ti eri sognato di dire cose di quel genere.
Temo che, a parte la malafede, che molto sia dovuto anche alla mancata capacità di interloquire, di esprimere compiutamente il proprio pensiero, forse anche di livello culturale.
C'è un notevole analfabetismo di ritorno e spesso chi lo evidenzia ha anche in tasca una laurea.
"Le sfumature, i toni, i collegamenti di un ragionamento hanno una loro funzione, una loro fondamentale importanza. E poi la Realtà è di per sè qualcosa di complesso, ricco, multiforme, contradditorio a volte. E analizzarla per comprenderla richiede una analisi approfondita, capacità di collegamenti e “finezze”, sottigliezze… abilità percettiva, oltre ad un atteggiamento di "accoglienza" per il messaggio che l’altro ti offre."
RispondiEliminaprendo questo paragrafo del Tuo scritto come spunto...
mi sono accostata al web, per vivere un momento di Condivisione/confronto...
ma sovente mi trovo ad interagire con persone a cui non interessa il punto di vista altrui, ma usa la propria pagina, solo come vetrina...
ho provato a dire la mia, ma non ho trovato "accoglienza"...
e dunque, anche qui, vige la regola del propagandismo personale...
con una sostanziale differenza...
hai libertà di scelta, su quali pagine posare il Tuo sguardo per acquisire...e le Tue Parole che confrontarti...
mentre la tv e i quotidiani, ti propinano ciò che vogliono...
e Tu, paghi il canone per ascoltare senza approfondire...
e acquisti un quotidiano, dove scarterai un buon 70% delle pagine che hai pagato...
resto comunque ottimista...
c'è del buono fra i blogger...
anche se io, non sono persona di livello culturale elevato...
è solo un mio pensiero...
grazie per l'opportunità Carlo...
sereno finire del giorno..
un caro saluto..
dandelìon
OT
RispondiEliminasolo per dirti che tutto questo pomeriggio la tua "colonna sonora " mi ha fatto compagnia e sono stata ..meglio.. sì meglio! perchè ero un po'"inversa".
Commenterò il tuo interessante post quando sarò più... lucida..:))
Siamo tutti..stanchi..di leggere..
RispondiEliminala nostra vita..come necrologo di
una politica asfittica...a pie' pagine dei maggiori quotidiani.....
scrissi..tempo fa...ma quanto pare sempre più attuale..
Ma più precisamente..in risposta..
alla tua domanda...credo..che in molte persone regna una certa...voglia di credere a tutti i costi....che arrivi la soluzzione..da..mario...una speranza nel miracolo..ma purtroppo
nn ci sono precedenti..storici...
ad alimentare queste speranze....
poi quanto all ascolto...
Ho sempre trovato un certo voglia di polemica.. nei italiani..sopratutto..quando si tratta di politica o calcio...
Quanto ai blogger..io ho scelto bene..
sono qui da te...TU...
Un grande abbraccio..con pupazzo di neve..compreso..alma
Ascolto.
RispondiEliminaCondivido tutto quel che hai detto sull'ascolto, che è un'abilità da esercitare, ma soprattutto una disponibilità ad accogliere , comprendere, rielaborare i discorsi per poi dare risposte significative.
La risposta che qualcuno ha dato a te, attribuendoti parole mai dette e nemmeno pensate, è una tecnica utilizzata per "stendere" l'avversario, non certo per dialogare.
Abbiamo lunghi anni di cattivi esempi nei dibattiti televisivi dei politici, tuttavia ognuno/a di noi ha la responsabilità di costruirsi giorno per giorno e di decidere che cosa e come essere nella relazione interpersonale.
Nella blogosfera si distribuiscono i più diversi tipi psicologici, come nella vita reale. Non credi?
Cercherò più tardi di parlare dei problemi che hai proposto e che sono della massima importanza. Intanto grazie per il tuo impegno. A presto!
Siamo stati abituati a questo, Carlo, da una stagione in cui la politica è diventata populismo, dove le proposte si sono ridotte a slogan e pazienza se non significano niente, dove i ragionamenti sono perdite di tempo, dove le parole stesse hanno subito torsioni di significato, dove il marketing conta più delle idee e la polemica più dell' argomentazione.
RispondiEliminaLa semplificazione è l' arma dei pigri, una belle etichetta e sei liquidato. Capita anche a me, e capita anche che l' etichetta sia l' UNICA reazione, che sia addirittura sostitutiva dell' argomentare.
Che l' identità tipica delle tifoserie calcistiche sostituisca la differenza che è il sale di una democrazia sana.
La blogosfera è un luogo privilegiato ? Forse sì, ma non è del tutto separato dalla realtà sociale.
Bisogna resistere, e continuare caparbiamente ad argomentare, spiegare, analizzare. Riconquistare uno spazio di discussione che non diventi tutte le volte un ring dove si fa a botte.
Ce ne vorrà, di tempo.
E' vero la contradizione esiste ma per percepirla occorre avere "la cognizione dei propri limiti", cosa rara.
RispondiEliminaQuello che tu denunci in alcuni blogger io l'ho riscontrato, più volte,anche nelle discussioni con
amici, quindi è qualcosa che ormai è penetrato a fondo nella nostra società e sradicarla non sarà cosa facile.
Ciao Carlo.
"Sono infatti convinto da sempre, che la Storia sia una formidabile miniera di informazioni e ci offra gli strumenti per cercare di interpretare il nostro presente." Anch'io la penso così. Nel nostro paese non si fa politica da 17 anni, abbiamo un trascorso politico fondato sulla disinformazione e sulla pornografia e per pornografia intendo anche banalmente il modellino che ci mostra vespa nella suo insulso quanto inutile salotto televisivo. C'è così tanta disinformazione creata e alimentata da determinate classi politiche che il confronto quando avviene se portato a termine sembra un miraggio.
RispondiEliminaLa storia ci insegna che finora non abbiamo vissuto in una democrazia, e nemmeno adesso possiamo definirci tali.
@ jeneregretterien:
RispondiEliminasull'analfabetrismo di ritorno non ci piove.Ci son prove certe! :-)
Il problema è che io non avevo sintetizzato ma articolato un discorso dentro un commento ma da quelle parole è stata ricavata una sintesi del tutto fuori luogo. Come per un bisogno di semplificazione estrema.Comunque è bello indagare la Rete anche per questi aspetti relazionali.NOn si finisce mai d'imparare
@ Dandelion67:
lo so bene che è difficile trovare ascolto e accoglienza sincera. Merce rara di questi tempi. Lo ripeto l'qascolto richiede profondità e la profondità "costa" un minimo di impegno.
@ titti:
felice di offrirti una bella colonna sonora
@ emerenz:
Un onore averti di nuovo come ospite. Mi piacerebbe un giorno avere la tua testimonianza su come vive questi giorni amari la Grecia, l'amata Grecia, a cui in realtà, tutti gli Europei sono debitori di saggezza e cultura
@ harmonia:
è vero, la blogosfera, indipendentemente dalla cultura di ognuno, è un "mondo" pieno di tutto e di tutti i tipi di personalità
Ma ciò non toglie che almeno in teoria, l'attenzione a non stravolgere il senso degli interventi altrui, dovrebbe essere "pane quotidiano".
@ melogrande:
Il populismo è colato giù dai palchi della politica e degli studi televisivi e ha corroso molto più di quel che si creda il nostro modo di porci e stare in relazione con gli altri. Ci vorrà molto tempo per riparare certi danni ma credo sia un passo essenziale per la "rifondazione civile del paese"
Quando mi capita di rivedere antichi dibattiti televisivi dei primi anni '80 resto incredulo del rispetto per l'altro che almeno formalmente si dimostrava. Le parole non erano abusate e violentate come accade ora. Meno marketing, meno grida, meno volgarità e più sostanza.
@ eilidh:
non sarà facile estirpare certe brutte abitudini ma è indispensabile. Anche la Scuola dovrebbe insegnare l'ascolto e il rispetto, l'approfondimento dell'opinione dell'altro.
@ Vyola:
completamente d'accordo. La Storia ci mostra che la democrazia compiuta è qualcosa ancora tutta da conquistare. Per ora abbiamo assistito solo a tentativi e prove ben presto naufragate.
E soprattutto ci insegna che nessuna Democrazia è per sempre.Ognuna va alimentata, sostenuta. Un pò come andare in bicicletta: se ti fermi o se ti distrai, ti ritrovi per terra.