OGGI HO DISEGNATO SU UNA PIAZZA
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Oggi che la mia città, Cesena, è sepolta dalla neve mi è tornato in mente un vecchio Post a cui sono molto affezionato. . Un post, addirittura del febbraio 2005. . E' passato del tempo, eppure la neve di questi ultimi giorni mi riporta a quell'atmosfera di allora e a quegli stessi interrogativi. | ||
photo by cKlimt . . . . |
_ ._ 23 febbraio 2005 | ||
Oggi è nevicato tutto il giorno su Cesena.
. Esco dalla libreria in piazza. Sono le cinque di pomeriggio e non c’è nessuno in giro. Piazza del Popolo è una distesa immacolata. C’è un senso di straniamento: un altro luogo e un altro tempo. E silenzio... un impressionante e inconsueto silenzio. . Un silenzio che crea come il senso di una stanza vuota e accogliente. . La piazza, l’intera piazza è come una stanza vuota. Una pagina bianca che attende mentre anche la fontana sepolta adesso è muta. ...
Mi avvio, costeggiando i muri delle case
quasi timoroso di calpestare la candida coltre. . Guardo per terra. Osservo bene dove appoggio i piedi... e, come i passi, tutti i passi delle persone che mi hanno preceduto, senza saperlo, hanno creato dei percorsi che altri, a loro volta, hanno seguito. E questo sovrapporsi di orme alle orme, ha finito per disegnare un sentiero. . Certo, si cammina più spediti sul sentiero... . Mi fermo... esco dal sentiero tracciato. . Con una crescente gioia
metto i piedi
sulla neve non calpestata,
perfettamente bianca. . Puro bianco. Metafisico bianco. Un bianco talmente bianco che non pare di questo mondo. . . Avanzo sulla neve... il sentiero ormai distante. Seguo un'altra rotta e guardo... la linea dei passi che lascio... . Diverge. . S'allontana dai muri delle case punta al centro della piazza e lascia un segno una linea, una traccia un tratteggio di passi più scuro sul bianco . Sto scrivendo? Sto disegnando? _ .. . Ora riprende a nevicare più fitto... . Mi immagino di guardare dall’alto la piazza come fossi un uccello... -. Ma che penseranno gli uccelli, dall’alto, di tutti questi solchi e sentieri che lasciamo ? .. Questi segni scuri, questa scrittura... Questi disegni, tracciati col nostro camminare sul mondo .. Tutti quei segni che noi, da qui non leggiamo… che non sappiamo interpretare. .. Saranno parole, le nostre ? Saranno figure? . Minuscoli segni per noi... che dall’alto, magari, si comporranno a formare compiute figure? .. . .Si fa notte. Sorridono gli occhi... Torno a casa. Oggi ho disegnato su una piazza
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P.S.
_ Vado a casa. Ho metri di neve da spalare. C’è da liberare il garage. La pala e i moon boot sono in cantina. . Dopo il disegno... in fondo, anche la scultura, m' è sempre piaciuta. | ||
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A me piace la neve, basta che non esageri. Saluti da Salvatore. "Belle le immagini!"
RispondiEliminaAh, beh, l'immagine notturna mi piace tantissimo. W la neve! ecco, magari facesse un poco meno freddo ;)
RispondiEliminaE comunque vedo che è una buona "musa" :)
Abbracci
Ars
che belle foto e che bel post cKlimt.
RispondiEliminapiace molto :-)
... Oggi era la neve ieri, forse, la sabbia o il fango ma sono niente al confronto dei tanti disegni che sono rimasti invisibili. Nascosti allo sguardo, tracce di percorsi sovrapposti o sfiorati o evitati. Orme invisibili che qualcuno, inconsapevole, a caso, ha seguito.
RispondiEliminaè bello leggere i tuoi post!
RispondiEliminaQuando si cammina in montagna e le distese bianche sono infinite, avresti di che divertiti a leggere le impronte.
RispondiEliminaUomo di fantasia ... spesso i tuoi pensieri sono i miei !
meraviglia!
RispondiEliminalo dico sempre anche io
non siamo che timbri
per la neve!
Bel post!La foto mi incantano.
RispondiEliminaUn saluto.
Mara
Bellissima poesia... Ma la neve richiama sentimenti ed emozioni sopite, poichè oltre ai disagi che provoca (sarò prosaica ma sono innegabili) fa vivere anche atmosfere surreali e rarefatte... quasi ci proiettasse su pianeti cui ci è dato di rado andare...
RispondiElimina“E allora la sentì, agli inizi molto debolmente e tuttavia distintamente. Sentì la neve cadere lenta nell’aria, ogni fiocco con un suono proprio e distinto e non ostacolato nella caduta così che i suoni di tutti quei fiocchi non mescolavano né stridevano ma si fondevano invece in un canto, quello della neve, che lui sapeva che pochi avevano mai udito. E, pur restando dolce, quel canto diventava sempre più forte mentre lui era sempre più assorbito dalla luce, diventava una cosa sola con la luce…e alla fine non ci furono più piedi che lasciassero impronte né corpo né occhi che brillassero ma soltanto luce e suono e gioia pura ed eterna. Niente passato, niente futuro, niente, neppure un presente, unicamente la nuova gioia che non conteneva ricordi di angustie e lotte e sofferenze…unicamente la nuova gioia…e capì che sarebbe potuto restare lì per sempre.”
RispondiElimina(Canto della neve silenziosa - Hubert Selby Jr)
Un abbraccio!
Che bei pensieri..Mi hanno rapita nel loro svolgersi. Hai fatto bene, allora, ad abbandonare quel sentiero per dare vita al tuo disegno. Forse la neve cade per ricordarci che sappiamo creare, che possiamo farlo in moltissimi modi dei quali, purtroppo, non siamo forse tutti così consapevoli.
RispondiEliminaun abbraccio,
Fede (la terrestre)