CERTI SILENZI
Sono giorni che non ho molto da dire.
Perchè le cose spesso non si lasciano dire e la capacità di raccontare ha molto a che fare con le modalità con le quali siamo in rapporto con il mondo circostante. Con le modalità attraverso cui il mondo ci fa male, ci duole, oppure con i canali percettivi tramite cui la realtà ci invade o ci assorbe.
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A volte succede che il mondo semplicemente accada. Senza concedere appigli. Senza lasciare nascondigli dai quali lo si possa raccontare.
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Allora le parole divengono rade. Come affette da un morbo che ne pregiudica la consistenza. Un vizio esiziale che le condanna, non appena formulate, alla disgregazione. .
L'immagine più fedele forse è quella dei castelli di sabbia.
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Forme, progetti visibili che in breve precipitano nell'informe, nell'indicibile. E' realistico allora progettarne il racconto?
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A certe condizioni, potrebbe essere una nuova frontiera da cui sarebbe bello andare e tornare, portandone umile memoria.
Invece su questo terreno, più spesso, la parola corre il rischio di essere un vuoto esercizio, da lasciare a poeti "in carriera" e a poetesse "del niente", che traboccano di un assordante Ego. Gli esempi sono innumerevoli. .
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Quando avverto questo rischio, ho imparato un percorso, una specie di antidoto: placare il silenzio, rifacendomi a voci autentiche. Così oggi torno ad Annalisa Teodorani, ad Antonia Pozzi, a Emanuel Carnevali.
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DU AN | DUE ANNI | ||
Al mèni a l vuntèva di giarùl te vièl s’un vstidìn a pois. L’éra la vóita d’un pasaròt ch’e’ zùga s’una sménta, un fiòur... Pu l’à tàch a pióv la catóiva stasòun la s’à ingulè. . A i’ò cmè un’òmbra t’un cantòun d’un òc u n gn’è gnént in fònd a e’ curidéur però u m tòcca sèmpra guardè. |
Le mani tracimavano di sassolini nel viale con un vestitino a pois Era la vita di un passerotto che gioca con una semenza, un fiore... Poi ha cominciato a piovere la cattiva stagione ci ha ingoiati. . Ho come un’ombra nell’angolo dell'occhio non c’è nulla in fondo al corridoio però devo sempre guardare. |
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Annalisa Teodorani . |
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PERIFERIA
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Sento l’antico spasimo - è la terra che sotto coperte di gelo solleva le sue braccia nere - e ho paura dei tuoi passi fangosi, cara vita, che mi cammini a fianco, mi conduci vicino a vecchi dai lunghi mantelli, a ragazzi veloci in groppa a opache biciclette, a donne, che nello scialle si premono i seni - E già sentiamo a bordo di betulle spaesate il fumo dei comignoli morire roseo sui pantani. Nel tramonto le fabbriche incendiate ululano per il cupo avvio dei treni… Ma pezzo muto di carne io ti seguo e ho paura - pezzo di carne che la primavera percorre con ridenti dolori. |
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Antonia Pozzi [ 21 gennaio 1938 ] |
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Oh, mare, tu ti stendi calmo e sereno, pagina aperta dove a
immensi caratteri è scritta la parola Pace; oppure batti la spiaggia con i
pugni chiusi delle tue onde.
. Sei eternamente bello, o mare; mare della mia cara Italia, quando sei calmo le tue piccole onde corrono lungo la riva, come un sorriso e un sospiro. Quando lanci i tuoi cavalloni contro la spiaggia, questa è la tua terribile risata; è la tua bellezza incomparabile che corrode le rocce, le spoglia, le dilava. Tutte le più vecchie canzoni sono tue; in te sarebbe facile morire, perchè basterebbe soltanto lasciarsi andare, senza combattere, e verrebbe la morte.
EMANUEL CARNEVALI (1919)
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certe volte le parole rimangono cucite negli orli del silenzio e lì restano, a dire il disagio dell'anima...
RispondiElimina...ed è la Poesia a soccorrerci, la Poesia...sempre e, come diceva Antonia Pozzi, "la poesia ha questo compito sublime: di prendere tutto il dolore che ci spumeggia e ci romba nell'anima e di placarlo, di trasfigurarlo nella suprema calma dell'arte, così come sfociano i fiumi nella celeste vastità del mare. La poesia è una catarsi del dolore, come l’immensità della morte è una catarsi della vita. Quando tutto, ove siamo, è buio ed ogni cosa duole e l’anima penosamente sfiorisce, allora veramente ci sembra che ci sia donato da Dio chi sa sciogliere in canto il nodo delle lacrime e sa dire quello che a noi grida, imprigionato, nel cuore."....
ti abbraccio Carlo, forte forte
Un saluto poetico e un bravo per l'immagine in alto, casa e campagna, la quale mi ricorda la fanciullezza.
RispondiEliminaPER me è un tempo silenzioso di parole parlate, ma prepotentemente ricco di parole interiori che non trovano canali e uscirebbero ruggendo e confuse, senza farsi comprendere, quindi taccio.. ma ti leggo..
RispondiEliminail tuo silenzio è prolifico di parole altrui, di belle parole altrui. Ascoltare in silenzio, il silenzio, ci fa percepire l'impercettibile... il silenzio, nel silenzio, è un vero frastuono...
RispondiElimina.... a volte viviamo silenzi così intensi da sembrare sinfonie .. quando mi capita cammino e cammino ....
RispondiEliminaIl silenzio. Ingmar Bergman
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=vRLcldRZBfY
Un saluto
L'ho scoperto stasera questo blog, a proposito della scomparsa di Tonino Guerra, e ho subito pensato che leggerlo poteva colmare -sublimandoli nel riconoscimento della profonda comune anima romagnola- certi tuoi silenzi...
RispondiEliminaimprontedeiromagnoli.blogspot.it/2012/03/oggi-se-ne-andato-lomero-della-romagna.html?showComment=1332377458855#c4980104141029651580
Ti abbraccio! :)
errata corrige:
RispondiEliminahttp://leimprontedeiromagnoli.blogspot.it/2012/03/oggi-se-ne-andato-lomero-della-romagna.html?showComment=1332377458855#c4980104141029651580
Un altro abbraccio :*