Colori fra l'aprile e il maggio
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Prima di arrivare al mare... Prima di arrivare al mare, sulla strada che va verso Cervia e le sue saline, c’è un campo infinito, interamente fiorito di giallo. Non so di che sia seminato. Non conosco la pianta. Ma quel campo, non lo guardo con lo sguardo dell’agronomo o dello scienziato. Lo guardo con gli occhi del pittore che conosce la musica che producono i colori. Come quando guardo un’opera di Van Gogh o di Kandisky.
. Guido piano verso il mare e non so togliere gli occhi da quel giallo. Lo guardo al mattino nella luce abbagliante che riempie questa fine d'aprile. Lo spio la sera, al ritorno, quando il cielo ormai buio, lascia il posto ad un blu palpitante. .
Quel giallo così intenso, fa quasi male sotto le stelle. E la pelle, stasera rabbrividisce, come sotto la carezza di una immensa mano, fatta di crepuscolo e di aria tiepida. Una carezza che è insieme languore e promessa di altre di queste sere.
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Nella luce del tramonto penso a te che non sei qui.
. Vorrei parlarti, con la dolcezza dei colori delle facciate delle case. Con il silenzio delle piazze. Vorrei parlarti con la luce che fa brillare l'acciottolato, quando perfino le pietre ed i sassi prendono a splendere come i profili degli alberi, nitidi, contro il cielo profondo.Vorrei parlarti con quella luce che viene da dentro l'essenza delle cose e che pare ad un passo dal dischiuderle, come fiori. . . Tutto in realtà sta parlando. Il paesaggio in cui siamo immersi tutti quanti, ci racconta una storia e racconta di noi, ed io pure vorrei imparare a parlare e a parlarti, con tutto ciò che vedo, con tutto ciò che tocco, con ogni gesto che compio. .
Oggi una zingara per strada mi ha chiesto che colore preferisco. Potevo dirgli il colore di fine aprile? Potevo rivelargli i colori che ha già pronti il maggio imminente?
Potevo svelargli che son nato a maggio e ogni maggio rinasco nel verde dei tigli, nelle rose nascoste dei giardini, nel profumo del glicine? Le ho detto l’azzurro. L'azzurro del cielo, pensando all’azzurro profondo dei cieli di maggio e dicendolo, sapevo di svelarle soltanto un pezzetto di quel che so. Poi, poco dopo, mentre sorridendo e scuotendo il capo, mi allontanavo, ad un tratto m'è arrivato un pensiero: il pensiero che anche il dialogo ha un colore. .
Avrei voluto tornare indietro: darle un'altra risposta. Non l’ho fatto, ma ho conservato con cura quest'idea e l’ho riposta fra le cose preziose, quasi mi dovesse servire in futuro.
Perché è già un pò che mi capita: allevare pensieri. E questo... che il dialogare con una persona, indipendentemente da dove sia e da cosa faccia, abbia un colore, mi appartiene. Lo sento mio. Ma qual'è il colore del dialogo? . E’ il colore della gratitudine, il colore della nostalgia, dell'utopia, il colore che ha il fare qualcosa gratuitamente, senza progetto ma sull'onda dello slancio che fa battere il cuore e probabilmente muove le stelle. Ma è anche il colore dello stupore. Da ricevere o da donare. Senza un fine o uno scopo, ma soltanto per nutrire quell’energia che ho imparato, può scorrere e fluire fra le persone. . Quell'energia positiva che può sostenerle, come il mare sostiene la vita dei pesci. |
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Immenso come sempre.
RispondiEliminaE' davvero fortunata la tua compagna ad avere un uomo come te.
Sei una persona sensibilissima.
Ehm...ho rubato le tue frasi e sentite profondamente nell'anima.
Foto belle come sempre.
Una mi pare di averla già vista da qualche parte, ma forse mi sbaglio :)
Un bacio e ..grazie!
chissà se anche i ciechi associano i colori.
RispondiEliminaPensavo al romanzo di Lucarelli, Almost blue, come la canzone, dove Simone, il protagonista, dà un colore alle voci.
Bellissime foto, complimenti. Anche io amo l'azzurro, e il glicine,
Noi siamo colori primari, ad ogni azione che produciamo ci mescoliamo con l'altro verso cui siamo rivolti, da qui nascono i complementari, le sfumature, che cambiano in base alle mescolanze.
RispondiElimina"Da un punto di vista musicale l'azzurro assomiglia a un flauto, il blu a un violoncello o, quando diventa molto scuro, al suono meraviglioso del contrabbasso; nella sua dimensione più scura e solenne ha il suono profondo di un organo."
Lo spirituale nell'arte. Wassily Kandinsky
bello complimenti anche per la sintesi cosa che non so fare io con il mio post agreste http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2012/04/non-sempre-vado-in-letargo-volte-esco.html
RispondiEliminaSono i fiori di Colza.
RispondiEliminaVivo in un luogo dove in questo periodo ne sono praticamente circondata, e riesco a capire perfettamente le sensazioni che provi, quando…quella distesa di giallo brillante non solo si impossessa del tuo sguardo, ma anche della tua anima.
Sai, questo post è di una tenerezza e di una sensibilità unica. Noi apparteniamo ai Colori. Tutto ciò che è Vita è Colore...
Stupenda anche la musica.
p.s. Mi piacerebbe inserire un “radio blog” anche sul mio blog. Mi potresti spiegare come si fa?
Ciao e Buona giornata.
Nair
@ Sara:
RispondiEliminaNon esageriamo..eh...
"Grazie" in ogni caso delle tue parole. Non penso nemmeno di meritarle.
@ jeneregretterien:
da quel poco che so, alcuni ciechi associano le note le vibrazioni sonore agli stati d'animo, mentre chi vede è più portato a dare un colore a ciò che sente.
W il glicine!!
@ germogliare:
"lo spirituale nell'arte" è un testo di rivelazioni piuttosto sconvolgenti per chi non è abituato alla libera associazione dei pensieri e degli stati d'animo
Ma superato l'impatto iniziale può diventare un modo di relazionarsi alla realtà.
@ Giuseppe Scano:
Beh a dire il vero non sempre mi riesce la sintesi. A volte ho il bisogno di descrivere, come un dipingere con le parole.
@ Senora Nair:
aah... finalmente mi hai tolto il dubbio: qual'è la pianta che fiorisce di questo giallo così intenso! Concordo su tutto: siamo colori pure noi e quando decidiamo di farcene invadere proviamo una stranissima sensazione di partecipare al Tutto. Penso a volte che i colori stessi ci permettano di accostarci all'elemento spirituale che è disseminato in ogni angolo della Realtà.
Per la Radio-blog ti confesso che non è una cosa semplice da far funzionare perchè richiede una doppia installazione: in locale (sul tuo PC) e una su uno spazio web dove collochi i brani da eseguire
Però se mi dai un indirizzo email proverò a mandarti le istruzioni dettagliate.Buon weekend nel frattempo!
Pensare a colori è la più sconvolgente delle sensazioni
RispondiEliminaÈ unire l'astrattezza volubile e danzante di un pensiero al suo immaginifico colore è come quando, dopo aver studiato anni e anni una lingua straniera, d'imorovviso ti accorgi di non tradurre più le tue parole ma di pensare direttamente in quella lingua. Ed è gioia pura.
Ecco è così come tu hai descritto, esattamente così. Ci vuole esercizio, come per tutte le cose più belle, ci vuole attenzione, ma poi, si va come treni! A me piace molto anche pensare ad odori... Ma questo è un altro capitolo.
Quando arrivo in quel tratto di strada, aspetto la scritta Ficocle sulla sinistra ed è, per me, come oltrepassare la frontiera ed entrare nel mondo dei ricordi. ( C'è sempre sì?)
@ Anto:
RispondiEliminaTu mi sorprendi!quindi conosci i luoghi?? Perchè avere ricordi è conoscere non due ma più volte. Comunque le coincidenze, anche questo tipo di coincidenze sempre mi mette addosso una inspiegabile euforia. Tranquilla, c'è ancora tutto quanto... compreso lo strano impasto di colori che si crea in certe ore che il sole è basso e i raggi radenti e incendiano il mondo e da lì gli occhi.
Scrivere questo post è stato un esperimento:quello di calarmi volontariamente nell'ebrezza del sentire amplificato. Quel modo inconsueto certo, ma non alieno, di pensare dove i pensieri sono note intensità, apertura spirituale e colori che divengono stati d'animo fino a sentire tutto contemporaneamente, compreso
il tumulto della luce, il profumo dell'erba, le vibrazioni che ti da il cielo al crepuscolo. Dici bene che una volta conosciuta quella porta d'ingresso si prende velocità e arriva il momento che non si può più rinunciare a fondersi con il Tutto.
Il pensare tramite profumi e odori è ancora più struggente e viscerale
Nel mio caso il glicine è come un vortice che risucchia nel tempo e restituisce ricordi sconfinati come una infanzia.
Anche per me il glicine fa parte dell'infanzia, c'era una vecchia villa il cui muro ne era ricoperto,noi bambini andavamo a raccoglierlo per succhiare il dolce dei fiori, il giallo della colza è venuto dopo, in Toscana ci sono delle distese bellissime (il ricordo fa ancora male)...
RispondiEliminaCi sono persone che hanno il raro dono di dipingere con le parole, tu sei una di quelle...
Ho sempre amato le poesie di G.Lorca perchè le sue parole erano pennellate di colore.
Sei speciale Carlo, buona domenica
Hai descritto con parole, colori e suono, magnificamente, quello che si chiama "STATO DI GRAZIA".
RispondiEliminaUn abbraccio!
:-) ho avuto la sensazione di vedere lo stesso paesaggio.
RispondiEliminaLe tue parole confermano quelle di Kandinsky: il colore è un mezzo di esercitare sull'anima un'influenza diretta. Il colore è un tasto, l'occhio il martelletto che lo colpisce, l'anima lo strumento dalle mille corde.
quel grande giallo è stravolgente quando si avvicina un temporale. il contrasto con il cielo livido è un incontro
RispondiEliminatra titani.
ciao, un caro saluto :-)
@ eilidh: sempre troppo buona tu! comunque ci trovo del vero: aver frequentato la Pittura è stato come avere a disposizione un cantiere aperto, un laboratorio in cui sperimentare i linguaggi della comunicazione e dei sensi e soprattutto i meccanismi che governano il nostro modo di percepire la realtà, la percezione, insomma. E questo credo che aiuti a pensare e a comunicare in modo diverso
RispondiEliminaA scegliere perfino le parole seguendo il proprio modo di sentire.
@ Vyola: che bello scoprire il tuo commento e sentirlo così vicino!
@ Violapensiero:
sottoscrivo la definizione:scontro di titani! Rende BENISSIMO l'incontro di un certo blu' (che io chiamo "blù apocalittico" con la luminosità acuta del giallo. Dall'accostamento e dal contrasto si crea come una corrente elettrica, un'atmosfera da pelle d'oca.Giuro.
@ iraida2:
RispondiEliminasì, credo che si possa dire anche così...