Le parole che non scriviamo...
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Bisogna dirlo. Esiste una naturale evoluzione nel nostro rapporto con le parole. Si diviene selettivi, esigenti. Non si cede più al primo impulso che ci attraversa. Questo insegna anche l’esperienza del blog. Nel dormiveglia, la notte, scrivo meravigliosi post di cui al mattino non resta che un filo di cenere. . Alla luce abbagliante di un pensiero, di una visione notturna, segue una oscurità disarmante come accade agli occhi accecati da un lampo troppo forte. Al bagliore segue una impalpabile oscurità. Per diversi secondi non si vede più nulla e solo lentamente e a malincuore ci incamminiamo verso la quotidianità, mentre pian piano riemerge il contorno delle cose. . Così alla luce del mattino tento di ricordare il colore di quei pensieri, di quelle visioni...di afferrare la gioia che li accompagnava. . Ma è come voler trattenere il mare dentro la poca acqua che ci riesce di stringere nel pugno. Come aggrapparsi al ricordo di una stella cadente, alla candida scia che per un attimo ha solcato il cielo, risucchiandoci verso la volta celeste..Le parole, nella luce del giorno, non consentono di ricreare quel bagliore. . .Allora, preferisco tacere. |
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A me è quello che succede da anni...anche molto prima di tenere un blog!
RispondiEliminaE' così che mi resi conto che forse quella di scrittrice non era la mia vera vocazione come avevo creduto da adolescente...
Ma se i miei pensieri si fossero scritti da soli al momento in cui mi si presentavano...avrei al mio attivo una serie sterminata di libri! (è una riflessione che mi è capitato di fare spesso...soprattutto quando mettendomi al tavolino a scrivere mi rendevo conto che elaboravo con critica razionalità e che l'originale spontaneità del pensiero era andata intanto perduta...e allora...finivo con l'astenermi)
Ma tu sei talmente prolifico che questo non ti servirà...che a cesellare! :)
Purché noi tutti si continui a coltivare l'"irrealtà" della passione...che è parte della nostra realtà. Scrivere, osservare, guardare, riuscire a vedere, volerlo fare (è una manifestazione dell'anima).
RispondiEliminaCerte volte ci si deve limitare ad
RispondiElimina"ascoltare il respiro del mare, il silenzio delle cose..." è un modo per
ritrovare il filo dei nostri pensieri e dargli di nuovo voce...
Ciao Carlo, un sorriso
http://www.youtube.com/watch?v=QG-J2OsnKDg
RispondiElimina:-) un caro saluto!
Vyola
Finalmente sono riuscita a passare sul tuo blog... ed hai ragione a volte è più utile fare un lavoro di sottrazione.
RispondiEliminaun caro saluto
Anna
ciao :)
RispondiEliminaVoglio riproporti(già in Splinder l'ho fatto) questa bella poesia di Magrelli sul valore del silenzio nella scrittura. E' illuminante!
RispondiEliminaUn abbraccio.
Annamaria
Preferisco venire dal silenzio di Valerio Magrelli
Preferisco venire dal silenzio
per parlare. Preparare la parola
con cura, perché arrivi alla sua sponda
scivolando sommessa come una barca,
mentre la scia del pensiero
ne disegna la curva.
La scrittura è una morte serena:
il mondo diventato luminoso si allarga
e brucia per sempre un suo angolo.
I pensieri stanno alle parole come lo spirito sta alla materia... difficile che le secondo riescano a contenere i primi.
RispondiEliminaBuona domenica.
@Leira:
RispondiEliminaNo, non credo sia legato tanto alla vocazione dello scrittore o meno. E' proprio qualcosa che riguarda tutti quelli che si interrogano sul loro rapporto con le parole (e con quelle, tutti dobbiamo farci i conti:scrittori e non).
Accade di misurare lo scarto che esiste fra la grandezza dei pensieri che facciamo, fra la profondità delle emozioni che ci attraversano e la pochezza di questi umili strumenti che chiamiamo per convenzione "parole"
Non dico sia una regola che valga sempre, ma in certi momenti quando ti accorgi che le parole non rendono giustizia a ciò che hai dentro, allora è meglio tacere. Forse qualche anno fa ero più prolifico, ora ho bisogno di raffinare tutto ciò che "bussa" per essere scritto. Che sia finalmente un sintomo di maturazione?
Chissà... Un abbraccio, cara "filosofa"!
@ bibliomatilda:
Niente paura! siamo incorreggibili in queste cose.Da certi "bei vizi" come la passione per quella dose irrinunciabile di "irrealtà" contenuta nella Vita Reale (senza la quale sarebnbe imprudente vivere)non si guarisce mai!
@ Eilidh:
E' così. Il silenzio spesso equivale all'ossigeno. Come riprendere fiato prima di un nuovo viaggio mentale o fisico che sia.
@ Vyola:
Sempre originale nelle tue "dritte" Grazie!! un mito Piero Ciampi!
@ labambinacolpalloncino:
Come nella scultura,occorre saper togliere tutto il di più e orientarsi ad una essenzialità che sappia diventare "ricchezza".
@ Jahira:
che sorpresaaaa!! ti davo per dispersa e invece finalmente ti ritrovo! spero che stai bene... Dai-dai... racconta.. il mio indirizzo mail dovresti averlo ancora da qualche parte! :-))
Ti abbraccio forte.
@ iraida2
Le tue citazioni sono sempre magistrali. Questa è perfetta
e la sento talmente mia che vorrei averla scritta io! Grazie davvero per riuscire a toccare sempre il cuore degli argomenti!
@ Mr Loto:
Credo che hai proprio ragione. Io nel mio piccolo uso altre immagini ma il senso è lo stesso: le parole stanno alle emozioni e ai pensieri, come un secchiello sta al mare. Così accade di essere sopraffatti dall'imponenza di ciò che ci sta davanti. Hai presente un bambino che dopo aver riempito il proprio secchiello, lo rovescia di nuovo sulle onde, perchè avverte l'appartenenza di quell'acqua all'oceano?
le parole sono (dannatamente) così liquide...
RispondiElimina“My life is so much more interesting inside my head”
RispondiEliminaanch'io ho scritto cose bellissime in sogno. forse la differenza sta nella coscienza. svaniscono nel nulla sorprese dalla lucidità del pensiero.
RispondiEliminaforse non vogliono essere acchiappate, meglio lasciarle libere. riscrivendole avrebbero dovuto vestire un abito diverso.
(però è bello sapere di averle quelle parole, nascoste da qualche parte:-)))