Delle differenze e del viaggio...
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Una delle scrittrici che, fin dai tempi del Liceo esercita su di me un fascino magnetico è Anais Nin.
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Perchè fu proprio allora, mentre cercavo distrattamente un libro di Camus, negli scaffali dedicato alla letteratura francese, che mi sono imbattuto per la prima volta in uno dei volumi, dei suoi sterminati Diari.
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A essere sincero credo che proprio quell'incontro del tutto casuale, mi abbia fatto nascere per la prima volta una incredibile curiosità verso l'altra metà del cielo. Curiosità nei confronti della psicologia femminile, intendo. Curiosità del modo di sentire e di rapportarsi alla realtà di quel continente per lo più sconosciuto che è il genere femminile, per un ragazzo adolescente. | ||||
A 18 anni si conosce ben poco infatti delle ragazze. A quell'età prevale o la complicità e il cameratismo con le compagne di classe, oppure già l'attrazione fisica per qualche ragazza che ci pare concentrare in sè tutte le qualità e la bellezza del genere femminile. E mi riferisco alle prime devastanti "cotte", a quegli innamoramenti fulminei e devastanti che mi verrebbe da definire "innamoramenti cosmici". "Cosmici" perchè ti sconvolgono l'universo. | ||||
Perchè da quel momento non sei più quello che eri, fino a pochi giorni prima, ma vivi una febbre e una piacevolissima malattia, che solo molto più tardi riuscirari a razionalizzare e a spiegare. In quei momenti infatti, ciò che accade, è simile ad un rapimento, mentale e sensuale. Perchè in quei giorni si vive come su una nuvola di energia e in una frenetica ricerca di conferme. Con la speranza mai confessata di aver ben presto la certezza di una corrispondenza del proprio sentire. | ||||
Mentre scrivo queste righe già mi viene un poco da sorridere, perche' mi rendo conto che sto trasgredendo ad una di quelle leggi non scritte che differenziano maschi e femmine. . Eh sì... perchè sto addentrandomi su un terreno poco battuto dal genere maschile. Il dire di sè. Il raccontarsi, l'analizzarsi. Il soffermarsi con attenzione sulla propria sfera sentimentale. . | ||||
Non è vero forse che mentre le ragazze hanno una grande confidenza con il proprio mondo interiore, con i sentimenti, gli stati d'animo, quegli stessi che si alternano incessantemente al nostro interno, i maschi sono invece più chiusi, a volte muti e poco propensi a mettersi in discussione, ad analizzarsi, a parlare di sè o di quello che provano? Non risulta anche a voi che gli uomini, in generale, sono molto più restii a tuffarsi dentro la propria anima e a tentare di comprenderla in tutte le sue mille sfumature? | ||||
Oggi, parlando di Anais Nin, voglio invece fare proprio quello che gli uomini in genere, non fanno. Guardarsi dentro...scrutarsi e descrivere quell'universo parallelo che indichiamo sbrigativamente con il termine di "sentimenti". | ||||
E allora diciamola tutta: vi risulta che i maschietti abbiano confidenza con questo abisso, con quello spazio ? Un luogo insolito, percepito per lo più come infido e pericoloso . | ||||
Da quel poco che so, mentre le ragazze già dall'adolescenza parlano e scambiano continuamente le loro impressioni, i loro stati d'animo, le confidenze più delicate con le amiche, i ragazzi tengono rigorosamente serrate le porte del proprio cuore, quelle porte che li metterebbero in contatto con un'altra dimensione di sè e del proprio modo di percepire le cose, le relazioni, le situazioni. . Perchè un ragazzo bene o male è più proiettato all'esterno, al calcio, al basket, al giocare, al praticare uno sport, a divertirsi, estraniandosi quasi da sè. | ||||
Proprio perchè conosco dall'interno questa abitudine maschile, avendola frequentata io stesso, posso dire che l'incontro con il Diario di Anais Nin mi ha portato invece ad interrogarmi e a fondo, su cosa stesse nascosto dentro un corpo di donna e più ancora, dentro la sua mente. | ||||
Le domande erano le più diverse e impensabili. Mi incuriosiva notare come le reazioni, i commenti ad un medesimo fatto accaduto in classe, fossero completamente differenti fra noi ragazzi, che affrontavamo ogni cosa con una immediatezza sventata e superficiale e invece, l'approccio delle ragazze (non tutte ovviamente, ma molte di loro), che pareva assorbissero in profondità ogni evento o discorso. | ||||
Fu allora che mi resi conto della diversa intensità che esiste nel vivere e percepire da parte di una ragazza.Ciò che mi intrigava fin da allora era scoprire come una donna viveva su più livelli, qualsiasi avvenimento o fatto la coinvolgesse. | ||||
Noi maschi in fondo, eravamo "unidimensionali". | ||||
Ci piaceva ridere, fare battute, approcciare ogni cosa in chiave leggera e sfrontata senza mai porci troppi interrogativi. Al contrario, alcune ragazze che frequentavo, mi davano l'idea, non solo di essere più mature di me, ma di essere portatrici sane, di un universo in espansione, al cui interno non di rado si perdevano per poi imparare nel giro di breve tempo, a ritrovarsi. Come vi fosse un mare che le abitasse e in cui si tuffavano spesso, per poi risalire a respirarsi l'ossigeno della razionalità e del realismo. Ma in quel tutto, in quella nebbia interna che io riuscivo solo a immaginare, c'era un mondo e un modo di relazionarsi alla realtà che io dovevo ancora scoprire. Un universo del tutto misterioso e proprio per questo degno mille volte, di essere indagato e avvicinato . | ||||
Anais Nin mi fece riflettere proprio su questo punto. . Sulle differenze di genere, sul diverso tipo di mente e di modi di sentire che ognuno di noi si porta dentro. | ||||
E' stato allora che mi è nata, forse per la prima volta, l'inclinazione ad intuire, a percepire ciò che si muovesse nella testa delle ragazze che avevo di fronte. | ||||
Dalla lettura delle riflessioni della Nin, di questa personalità così speciale, mi venne l'idea che conoscere una donna in realtà non era per nulla, uscirci insieme, andare ai concerti, accompagnarla alle feste. | ||||
Cominciai a pensare che rapportarsi ad una persona così istintivamente diversa da me, non poteva che essere un "viaggio". Un percorso pieno di sorprese, di cadute, di risate, di equivoci e chiarimenti, di liti e di rifar pace. Ma il tutto in una prospettiva di perforare quelle pareti di diffidenza e di muoversi per superare quelle distanze apparentemente siderali e incolmabili . | ||||
Un viaggio appunto. | ||||
Sarà per questo che poi, più tardi son finito a pensare che pure l'amore in realtà è proprio questo. . Un uscire da sè. Dal proprio nido. Uno sporgersi sull'abisso che siamo noi e che è l'altro. Anzi, forse per conoscere il nostro abisso (e talvolta il nostro inferno) non c'è nulla di meglio che muoversi incontro ad altre persone che ci permetteranno davvero di sapere pian piano chi siamo. | ||||
Conoscere è viaggiare, andare, muoversi, spostarsi, uscire dal proprio orizzonte e abbandonare il luogo in cui pensiamo di stare esistendo, per avvicinare l'altro, per andare incontro al mistero che abbiamo intorno e che vive nascosto in ogni nostro giorno e incontro. | ||||
Conoscere è questo ma anche amare lo è. | ||||
E allora conoscere e amare non sono forse le due metà di una stessa identica luna? | ||||
Una luna che sa illuminare le nostre vite...Una luna per cui è bello essere al mondo. Una luna talmente potente da rischiararci la notte, ogni notte. Anche quando fuori il cielo è coperto e finisce che piove. E noi, dal momento che conosciamo e riconosciamo quella luna particolarissima, sappiamo che da allora, pure la pioggia è bella quando piove. E che non piove per sempre... | ||||
Ora metto quì un brano della scrittrice francese a cui mi sento particolarmente vicino e riconoscente. Un brano che ho ritrovato pochi giorni fa sul sito di un'amica. | ||||
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" E venne il giorno in cui il rischio di rimanere chiuso in un bocciolo divenne più doloroso del rischio di sbocciare. Uno vive così, protetto, in un mondo delicato, e crede di vivere. Poi legge un libro, o fa un viaggio, e scopre che non sta vivendo, che è ibernato. . . I sintomi dell’ibernazione sono facili da individuare: primo, inquietudine; secondo (quando l’ibernazione diventa pericolosa e può degenerare nella morte), assenza di piacere. Questo è tutto. . . Sembra una malattia innocua. Monotonia, noia, morte. Milioni di uomini vivono in questo modo (o muoiono in questo modo), senza saperlo. Lavorano negli uffici. Guidano una macchina. Fanno picnic con la famiglia. Allevano bambini. Poi interviene una cura “urto”, una persona, un libro, una canzone, che li sveglia, salvaguardandoli dalla morte. Alcuni non si svegliano mai." |
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[ Anais Nin ] . , . | ||||
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non posso che essere d'accordo su tutto ciò che scrivi, alla perenne scoperta di tutto come spesso sono...anais nin la trovai in biblioteca, una biblioteca al centro...in un'epoca di grande libertà e felicità...la leggevo ebbra di vita e di piacere della scoperta...ma non so se oggi mi farebbe lo stesso effetto, oggi che mi sono svegliata e sto veramente vivendo...
RispondiEliminaCi sono certi scrittori che ti aprono gli orizzonti.
EliminaIl tuo momndo da allora è più grande.Come non essergliene eternamente grati? :-)
Ciao Carlo, a me sembra che tu abbia centrato in pieno alcune delle differenze fra il modo di "vivere" delle donne e degli uomini.
RispondiEliminaSiamo innegabilmente diversi in molte situazioni.
La donna è più abituata a essere introspettiva.
Il brano che hai riportato di Anais Nin parla una lingua che conosco bene anch'io ...
Complimenti per questo bel post e per il tuo blog in generale!
Ciao:)
Lara
tutti i suoi diari sono colmi di riflessioni importanti e mai banali. Credo sia un esempio per tutti quelli che vogliono scrivere.
EliminaSpogliarsi e addentrarsi in un universo che è misterioso e curioso.
RispondiEliminaAccogliere l'altro per comprendere noi stessi.
Difficoltoso e illuminante..
Grazie Carlo...buoni passi ..
niki
Però Anais Nin non era una donna qualunque. Era coraggiosa e sfrontata. Magari tutte le donne avessero la sua stessa serenità e sicurezza nell'affrontare la vita. Magari tutti gli uomini sapessero amare le donne come Henry Miller amò Anais. Che, per inciso, ha fomato parecchio anche me. Grazie del "promemoria" :-)
RispondiEliminaNo. Nè Anais, nè Henry erano persone comuni. Per quello ne ho letto i libri con grande ammirazione.
EliminaCerto che non fu l'amore romantico che molti anche oggi sognano o idealizzano di poter incontrare
Tutt'altro. Ma c'era una passione, un'autenticità, un mettere in discussione tutto di sè, che ancora oggi da i brividi.
Non molto tempo fa mi sono imbattuta nella lettura di Gelo di Bernhard e mi ha lasciato addosso una sensazione di freddo e angoscia. Ma vale la pena leggerlo e correre il rischio.
RispondiElimina"Per quanto mi riguarda, io sono di una durezza incredibile. E non l'ho acquisita a forza di ridere o di piangere, come si crede. No. Certo, alla sua età si corre il pericolo più grande: la capacità di fare di sé qualsiasi cosa e poi di non farne niente...Perché lei come tutte le persone non sa qual è il suo momento. Non si sa mai riconoscere il proprio momento, ecco cos'è! Quando rapidamente si sale oppure si precipita, non se ne sa nulla...quando si sprofonda nell'abitudine di lasciarsi andare e del puro e semplice vegetare. La maggior parte delle persone verso i trent'anni si perde nella sessualità. Poi ci si riduce a consumatori di cibo."
Ecco una delle cose di cui ho più timore. Scusami ho divagato, ma sono certa che capirai ;-)
Ci vuole coraggio e una buona dose di incoscienza, forza e consapevolezza per riuscire a guardarsi dentro con onestà e senza farsi bloccare dalle paure.
Strano caso, in questi giorni avevo proprio bisogno di leggere parole come quelle di Anais Nin, mi hanno in un certo senso risvegliata.
Un abbraccio
come ti capisco... C'è sempre il rischio di perdersi se non si è più che vigili sulla direzione che vogliamo dare ai nostri passi. No... Non è per nulla facile.
EliminaTi abbraccio e mi sento molto vicino a quel passo che hai riportato.
PAROLE SACRE! Io ho deciso di vivere. Certo, rischio e parecchio, ma voglio sentirmi viva, altrimenti meglio morire ora. Ora vado a ciaspolare sotto la luna, sola, in un posto isolato. Se dovesse succedere qualcosa, potrei anche morire di freddo. Ma me ne frego. Certo, non correro' rischi stupidi, ma non rinuncio. Ho rinunciato a tante cose nel passato e ho detto basta. Voglio fare una cosa? Posso farla? Non faccio del male a nessuno? La faccio e basta. E ne pago le conseguenze, nel caso. Ho ascoltato quella canzone. Bellissima. I tipi mi piacciono, credo siano vicentini :). Ti devo ringraziare anche perche' ho scoperto che presto faranno uno spettacolo molto vicino a dove abito e ho intenzione d'andarci :)))). Bene, faccio il giro dei blog che seguo e poi vado a dare sapore alla vita :))))) ciao!
RispondiEliminadai? ci vai sul serio al loro sconcerto? Allora promettimi che poi mi dici che impressione ti hanno dato. Non li ho mia ascoltati dal vivo e proprio per questo sono ancora più curioso.Quella canzone ha una poesia dentro che è ben al di là delel parole che cantano nel pezzo.
EliminaFelice che ti sia piaciuta. E poi vivi vivi vivie non rinunciare a niente! :-)
Salve, sono arrivata qui passando per la sensibilità di Anto, splendida. È la sua lettura della poesia "Gli Illuminati" che mi ha portato qui. Ho i due testi di fronte a me e non posso che rafforzare l'entusiasmo con cui ho scritto da Anto la mia speranza di avere entrambe le vostre voci nel blog collettivo che ho creato.
RispondiEliminaIl blog si intitola la casa yemenita e ci scrivono voci molto diverse fra loro, proprio per cercare di ricreare lo spirito delle case yemenite, con le loro finestre tutte diverse, anche sulla medesima facciata. Una volta sentii una guida spiegare che la ragione di tante aperture differenti stesse nelle diverse vedute che gli uomini hanno sul mondo. Ho letto l'elaborazione di Anto con meraviglia, e il suo testo originale con altrettanto incanto. Averli entrambi vicini è, oltre che un dono, un esercizio prezioso di acrobazia...si può davvero danzare con la mente, seguendo le parole da un testo all'altro. Sarei davvero felice se accettaste la mia proposta. Le riflessioni sul viaggio nel femminile, così splendidamente scritte qui sopra, mi concedono la piacevole sensazione che lei capirà perfettamente di cosa parlo e cosa ho visto nell'incrocio dei due testi: una strada di creatività gioiosa, due sensibilità in viaggio, consapevoli. Grazie in ogni caso.
Questo spazio è davvero bello, da esplorare. Grazie anche per la musica, splendida, pezzi che amo molto. Seguire quello che lei porta qui è davvero il minimo. Un saluto.
red
Ti ringrazio delle tue parole Ee del tuo apprezzamento. Per scrivere su un blog collettivo credo non ci siano problemi. Poi vediamo. Non conosco questo blog e quindi mi prendo il tempo per familiarizzare con i suoi contenuti. Ok? Buona serata
Eliminabellissimo questo libro..cmq è vero la differenza c'è tra l'uomo e la donna, nonostante abbiazno la stessa sensibilità e vivono e soffrono per i sentimenti.si dice che la donna matura prima dell'uomo che sia più aperta al dialogo e alla curiosità di conoscere cose nuove.....il ragazzo è più chiuso...infatti qualche giorno fa ho scritto un post,mentre fumavo una sigaretta, che parlavo di mio figlio che ha 15 anni e non mi parla di ragazzine ma è sempre con i suoi amici e gioca al pallone....un pò la cosa mi preoccupa ho pensato sarà gay? giusto per saperlo....cmq complimenti scrivi benissimo
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