Auguri ( Buon Natale e non solo)




















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Per la prima volta, un picccolo bilancio dell’anno che si sta chiudendo, proverò a farlo questa volta ancora prima di Natale.
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Non per un bisogno particolare ma per semplice amore della verità o forse   perché mi piace da sempre “portarmi avanti coi lavori”
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Anno strano, ostico, duro, questo 2013...
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Anno senza sconti. 
Senza ammortizzatori per le cadute e le buche prese. E anno difficile e critico anche  a livello più generale, per le situazioni che ho visto venire avanti  a livello sociale, politico e soprattutto economico.
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Perchè diciamolo pure...
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L’Italia, il nostro paese, sta cambiando radicalmente aspetto.
Si stanno diffondendo situazioni che appena qualche anno fa, immaginavamo proprie di certe regioni e città degli  Usa. Depressioni da vecchi distretti industriali dismessi e obsoleti. Abbandono di intere filiere produttive.
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Oggi, invece, la continua trascuratezza e il menefreghismo della politica,  hanno portato anche il tessuto sociale delle nostre città al collasso e alla disgregazione. Da lì precarietà e senso di smarrimento sono precipitate dentro le nostre vite con la violenza di inondazione.
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Sono saltate le dighe. Stanno venendo giù mese dopo mese, nell’assoluta sordità del “palazzo del potere”.

Parlo del fenomeno della povertà. 
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Delle povertà diffuse che ormai traboccano e non solo nelle forme che si appalesano la sera, all’ora di cena davanti alle porte della Caritas o della Croce rossa.













































Anno sanguigno. Anno tutto in salita, ma in fondo leale.
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Anno di lutti.  Di persone care che se ne sono andate per davvero. E in aggiunta a queste, persone amiche sprofondate in nuvole di lontananza e disinteresse, di scoglionamento e smarrimento personale.

Anno di momenti così… Di stupori che sono pugni allo stomaco.

Come quando sali in cima ad una montagna e alla vetta, ti accasci, svuotato, a guardare senza più un briciolo di fiato ciò che accade e ciò che ti riempie gli occhi.

Anche questo finale d’anno con le sue febbri che mi hanno stremato e tolto ogni goccia di energia è dissimile da ogni altro precedente. Ne prendo atto.
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Non c’è alcuna recriminazione su questo. E’ tutta vita, comunque. E la vita non puoi prevederla o guidarla dove più ti piace .
C’è la volta che ti permette di esprimere i tuoi desideri e ricavarci la tua tana e c’è un tempo arido, che è già molto se ti permette di arrivare al mattino successivo senza perdere il controllo o il senso delle cose.
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Proprio per questo, ora che il 2013 è quasi finito, voglio ringraziare tutte le persone che anche per un semplice momento, un attimo solo, hanno incrociato il mio cammino. Tutte quelle persone con le quali c'è stata la possibilità di comunicazione e di confronto. Anche quelle che spinte da difficoltà d’ogni tipo, si sono rinchiuse in un bozzolo di lontananza. 

Lo dico sinceramente questo. La dimensione spirituale ad un certo punto del proprio percorso è imparare un nuovo modo di guardare.
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Credo di averlo imparato negli ultimissimi anni questo aspetto. "Spiritualità" è fare proprio, un modo di guardare alla realtà. 
Spirituale  diventa lo sguardo. Un tipo di sguardo.
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Con la capacità di empatia di una cellula verso i tessuti a cui appartiene ed allo stesso tempo con la possibilità di saper vedere lontano con la lucidità degli astri che percorrono l’universo. Saper essere vicini, al cuore delle cose, implica allo stesso modo uno sguardo millimetrico e aperto e insieme la lucidità e la necessità di sapersi sentire lontani, come si appartenesse a sistemi solari differenti.
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E quest’anno, lo sento distintamente, cosa significa avere uno sguardo di benevolenza verso l'intera esistenza e verso le persone che come singoli atomi costituiscono il paesaggio della nostra vita.
















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Quella tela di cui parlo, non sarebbe ugualmente ricca se anche uno soltanto di quei minuscoli punti mancasse.
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Ognuno è importante ed essenziale.
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Con questo spirito, con questa profonda gratitudine, mi avvio a iniziare la nuova fase (il nuovo inverno che è appena arrivato e il nuovo anno solare che presto ci verrà incontro ).
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Auguro a ciascuno di voi le cose migliori.
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Quelle che desiderate personalmente e per le persone che vi sono care e più di tutto la buona salute e diversi grammi di felicità. 
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Diverse “sniffate” di felicità lungo tutto il prossimo anno: questo il mio Augurio.















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Buone Feste e la speranza di un (possibile) sereno 2014.
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A prestissimo. 
                               Carlo



























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 P. S.

Proprio perchè la leggerezza è importante ed essenziale
voglio mettere un piccolo video scoperto per caso in Rete 
in cui mi riconosco completamente. La curiosità di cui si parla è  quella stessa che ha dato origine, a suo tempo, al mio blog "Curiosi del Mare"
Buona Visione.





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Nota di servizio

Per " ZITTIRE "  la colonna sonora del Blog, 
prima di far partire il Videoclip, 
scendere alla sezione "AUDIO" ( in basso sulla sinistra
dello schermo), e fare click sul pulsante "PAUSE"
nel riquadro bianco che ospita la "RADIOBLOG". 










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Commenti

  1. Stupenda l'immagine della donna con il cuore-zaino! la faccio mia! :-)
    Auguri Carlo, anche ai tuoi cari.

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  2. Please don't take my sunshine away…
    Ciao Carlo, tantissimi auguri anche a te.
    Vere le cose che dici sul nostro tempo storico e sociale.
    Anche per me questo 2013 ha portato molte delusioni, molti "stati" difficili da accettare, eppure ha insegnato moltissimo, ma proprio tanto. Certo, a volte si ha voglia di camminare su strade più agevoli, con qualche sicurezza a sostenerti…poi poi scopri che… grazie davvero per la nostra amicizia lunga sul blog un abbraccio e Buon Natale.
    Ti

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    1. Più le condizioni si fanno difficili e più abbiamo da imparare. O meglio dalle difficoltà sorgono le occasioni che ci permettono di accrescere il nostro modo di rappresentarci la realtà. Per assurdo ho il sospetto che in un mondo ideale dove non si fossero difficoltà o problemi vivrebbe una umanità di ottusi. E' un paradosso ma rende l'idea. Ciao Ti

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  3. grazie, e cari auguri anche a te...che sei tra i miei rarissimi amici di blog e l'unico a cui rubo sempre la musica! ;)

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  4. Grazie per gli auguri, spero di essere ancora tra i tuoi amici, tu per me resti sempre una persona "speciale" che sono felice di avere incontrato,
    Un abbraccio

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    1. Ciao carissima! Anche se ci sentiamo a intervalli lunghissimi la stima è reciproca e inalterata. Che sia un 2014 di piccole grandi gioie!
      Perchè il senso di felicità nasce sempre da cose infinitesimali

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  5. Fai pure Silvi. :-)
    Anche a me è piaciuta tantissimo questa immagine, più significativa di mille parole.

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  6. [Anno strano, ostico, duro, questo 2013...]
    Si, molto duro... duro davvero, troppo, troppo davvero.
    Sai, ogni volta che passo a leggerti, penso che è stato bello incontrarti in questo cammino. Da te, si riceve sempre qualcosa di positivo.
    E' già trascorso lo so, ma... Buon Natale, Klimt.
    Cri

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    1. Già dire la verità...già il solo ammettere che anno tosto sia stato questo ultimo (e non solo per me a livello personale) ma proprio per tutti, secondo me è un atto di coraggio e ci da la forza per andare avanti con più energia. Buon Natale Buon fine d'anno e tanti auguri di serenità, Cri.

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  7. Auguri di cuore, Carlo.
    Francesca

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    1. Ricambio i tuoi auguri cara Francesca. Anche se non commento leggo spesso il tuo blog.
      Giorni sereni! E finiamolo con un brindisi questo 2013 cosi travagliato! ;-)

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  8. " rinchiuse in un bozzolo di lontananza". Una miriade di gocce di vita, tanta vita, Carlo. Quest'anno difficilissimo per me, non soltanto nella sfera personale, è stato la continuazione e il perfezionamento di una macchina disumana in moto da almeno tre decenni. La goccia di vita in cui mi specchio è il "bozzolo di lontananza". Sono sicura che non ci sarà una tua lettrice o lettore che non trovi nel mare di questo post la sua goccia, quella che in cui rivedere a ritroso il suo proprio 2013.
    Auguri, Carlo, con ammirazione e gratitudine e affetto. Dora

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  9. Da quanto tempo,non ti leggevo, Dora...ma io non ho fatto altro che elencare alcuni motivi che intravedo in quest'anno orribile. Un atto di verità il mio, (o almeno lo sforzo di afferrarne una porzione) scavando sotto la patina di rassegnazione e indifferenza di tanti. Questo riesci a scorgere, se ancora ti guardi attorno e hai l’umiltà di guardare nelle situazioni personali e collettive. Un tempo c’era un blocco sociale che gestiva in modo “grigio e ottuso “ il Potere e imponeva la sua morale “immorale” e i suoi modelli.Ma c’era anche la speranza dun'opposizione, e di modelli sociali che cambiassero le cose. Nel 2013 c’è stata, nettissima, la sensazione che siamo finiti tutti dentro un immane pantano e che da lì non ci possa salvare nessuno. E occorre ripartire da lì. Dalla semplice ammissione di un colossale fallimento. Dal saper vedere la paralisi che attanaglia l’Italia. Ma ciò che fa male è accorgersi che anche i cosiddetti “alternativi”, le persone che rigettano i modelli dominanti, poi finiscono per cadere a loro volta, dentro buche e incongruenze colossali. E nel paese non c’è tensione morale alla ricerca della verità. Da qui, la sensazione d'una enorme palude e che nessuno riesca a definire un nuovo punto di inizio e di rifondazione. Hai presente cosa accade in una palude?Ci cammini dentro e sotto senti solo melma, fango, sabbia che smotta ad ogni passo. Anche chi si considera fuori dagli schemi ha introiettato una mentalità fatta di rassegnazione di ipocrisia e di grande arroganza. C’è una rigidità che fa ribrezzo.Cosa manca? Per me manca proprio quella tensione alla ricerca del vero. "Tutto è falso" cantava Gaber e noi, nel giro di una decina di anni appena, siamo riusciti a trasformare un pericolo potenziale, in una realtà concreta, realtà politica, sociale, in rapporti guasti fino alla radice.In due parole siamo riusciti a dare concretezza all'incubo che Gaber aveva accennato con le sue ultime canzoni. Ora ci siamo in mezzo. Se manca la ricerca della verità, se non si ha l’umiltà di fare delle ammissioni, se non si è disposti a fare marcia indietro, come è possibile ritrovare un punto fermo da cui rifondare l’Esistente? “Datemi un punto d’appoggio e solleverò il mondo “ disse Archimede e noi, dopo 23 secoli non riusciamo a capire che è solo da uno sforzo quotidiano, da una tensione morale per la ricerca della verità, per mettere da parte ogni santo giorno, un granello del Vero,che è poi possibile ricostruire un modello di realtà e di comunità sociale. Ma non sono un pessimista solo perchè riconosco questa situazione. Al contrario, faccio un atto di realismo estremo, nel cercare di vedere qualcosa in questa nebbia che di avvolge tutti. Io non sono mai stato pessimista, anzi da sempre mi sono lasciato guidare dalla curiosità,dallo stupore, da quell’incauta meraviglia, che è andare, in un'aria di vetro e sperare con ogni propria cellula, di riuscire a scorgere infine l’anello che non tiene, il varco che ci apra ad un nuovo stato di “grazia”. Ma come al solito,tutto questo lo dice meglio la Poesia. Una poesia in particolare, che amo da sempre, e che mi piace dedicarti.

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  10. « Ascoltami, i poeti laureati
    si muovono soltanto fra le piante
    dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
    lo, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
    fossi dove in pozzanghere
    mezzo seccate agguantano i ragazzi
    qualche sparuta anguilla:
    le viuzze che seguono i ciglioni,
    discendono tra i ciuffi delle canne
    e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.
    Meglio se le gazzarre degli uccelli
    si spengono inghiottite dall'azzurro:
    più chiaro si ascolta il sussurro
    dei rami amici nell'aria che quasi non si muove,
    e i sensi di quest'odore
    che non sa staccarsi da terra
    e piove in petto una dolcezza inquieta.
    Qui delle divertite passioni
    per miracolo tace la guerra,
    qui tocca anche a noi poveri
    la nostra parte di ricchezza
    ed è l'odore dei limoni.
    Vedi, in questi silenzi in cui le cose
    s'abbandonano e sembrano vicine
    a tradire il loro ultimo segreto,
    talora ci si aspetta
    di scoprire uno sbaglio di Natura,
    il punto morto del mondo, l'anello che non tiene,
    il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
    nel mezzo di una verità.
    Lo sguardo fruga d'intorno,
    la mente indaga accorda disunisce
    nel profumo che dilaga
    quando il giorno più languisce.
    Sono i silenzi in cui si vede
    in ogni ombra umana che si allontana
    qualche disturbata Divinità.
    Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo
    nelle città rurnorose dove l'azzurro si mostra
    soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
    La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta
    il tedio dell'inverno sulle case,
    la luce si fa avara - amara l'anima.
    Quando un giorno da un malchiuso portone
    tra gli alberi di una corte
    ci si mostrano i gialli dei limoni;
    e il gelo dei cuore si sfa,
    e in petto ci scrosciano
    le loro canzoni
    le trombe d'oro della solarità.»

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