Cinque parole. E una strada, domani
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Oggi, dopo una lunga chiacchierata con una amica mi è arrivato il suo saluto: un messaggio.
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Il messaggio era breve. Appena cinque parole. L'ho letto e riletto e in quell'attimo ho avvertito l'energia che stava racchiusa dentro quelle cinque parole. | ||
Le parole, dite? _ Ah, eccole quì: "Grazie per la fiducia, rincuora" _ | ||
Ho riletto: prima la sequenza delle parole e poi di nuovo, lasciando perdere le singole lettere ma concentrandomi sul senso che ognuna di quelle parole, portava. Quasi che quelle parole fossero un piccolo treno che trasportava un carico prezioso. _ Mentre mi sfilavano davanti agli occhi, all'improvviso mi è parso che in quel medesimo istante, si aprisse una porta. Sì! Una porta in mezzo a quella fila di lettere. Mi sono avvicinato alla porta. Volevo guardarci attraverso. Quella porta socchiusa dava su una strada. E' allora che ho attraversato la porta e mi sono incamminato sulla strada. _ | ||
Era una strada bianca, come quelle di campagna, un pò fuori mano. | ||
Ho continuato a camminare per un tratto, fino a che la strada poi è terminata ed è cominciato un prato di soffice erba. Un verde brillante. _ Dapprima mi sono seduto sull'erba, con calma. Come non vi fosse altro da fare. Poi mi sono sdraiato e ho infilato le mie mani sotto la nuca per guardare meglio il cielo. Mi pareva di respirare meglio. Come se il mio respiro appartenesse all'aria. Da quel prato d'erba fissavo il cielo. Era un cielo terso, una luce d'azzurro nitida e scolpita, che pioveva dall'alto. | ||
Con gli occhi immersi in quel cielo allora ho pensato alla parola " fiducia ". A quanta energia, possa stare racchiusa in una sola parola. _ Ero disteso e l'erba mi accoglieva come in un abbraccio. Continuavo a pensare a questa parola. Ero dentro a questa parola. E da lì, continuavo a vedere quel cielo azzurro intenso, a respirare tutto lo spazio che avevo intorno. _ Quanto cielo può starci in una parola? Quanto azzurro e che tipo di volo riesce a contenere? Ma di che materiale magico è mai fatta la "fiducia", per contenere così tanto spazio e così tanto sole? | ||
E' trascorso del tempo. Ore o minuti, non so... Io so soltanto, che poi mi sono rialzato e ho ritrovato la strada bianca. Ma non volevo tornare. _ _ Mi dispiaceva rifare a ritroso quel tratto di strada per tornare da dove ero venuto. Avrei voluto una strada che non mi riportasse all'indietro, a dove stavo prima di ricevere quelle parole. _ Avrei voluto che finita la strada attraversando quella porta socchiusa fossi potuto entrare in un mondo diverso. Non questo che ci fa disperare. Che ci inchioda ad un vuoto, ad una pena, ad un buio di parole e di sentimenti. | ||
Avrei voluto tornare su una strada che mi aprisse un mondo in cui la fiducia potesse splendere sempre al centro del cielo e la sua luce ci chiamasse a danzare di gioia, ogni volta che ci avviciniamo ad una persona. Che quella luce illuminasse ogni nostro passo che facciamo in quella direzione.
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Invece ho camminato su quella strada e riattraversato la porta.
_ _ Ora sono di nuovo qua. Fuori è già buio. _ . Quella strada bianca, quella radura, non la dimentico, mi è rimasta dentro. Mi basterà, domani, rileggere quelle parole, per rivedere socchiudersi la porta. _ Per riuscire a pensare ad un mondo diverso e migliore. . . | ||
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A volte non ci rendiamo nemmeno conto di quanto immense siano le Piccole Cose...
RispondiEliminaGrazie di aver scritto questo post. Grazie davvero.
Buona Giornata.
Sono veramente delle bellissime riflessioni quelle che fai... Così poetiche che mi viene il dubbio che tu non sia un uomo. Ma una donna. Perché queste riflessioni sono negli uomini rarissime...
RispondiEliminaGrazie, e' confortante leggerti...
Le secche foglie delle mie parole
RispondiEliminapotranno mai indurre uno a sostare,
a respirare con avidità?
Credo che i versi finali della poesia di Majakovskij che hai scelto... Grazie
@ Nair
RispondiEliminaHo dei momenti così (per fortuna) in cui mi si spalancano i sensi e pare davvero di entrare in un'altra dimensione. E per lo più sono le piccole cose, quelle più umili a farti volare.
@ Nellabrezza:
Mi hai fatto morire !!!
il tuo dubbio è bellissimo! come se un uomo non potesse sentire... Ti assicuro che esistono uomini che sanno "ascoltare "e SI SANNO ASCOLTARE! però concordo che questa inclinazione nelle donne è più frequente
In ogni caso per uomini e donne si tratta di imparare ad usare l'emisfero destro... quello dell'intuizione e della sensibilità. Un salutone.
Carlo
@ Santa S:
Mi piace il tuo accostamento con Majakovskij... Penso che l'essere autentici, il dare e ricevere fiducia faccia la differenza. Poi le parole sono soltanto strumenti...ciò che conta sta al di là delle parole. Grazie del tuo commento. A presto
Carlo... Non ne conosco. Di uomini che non abbiano paura di affondare nel proprio inconscio, nei loro profondi sentimenti. Forse qualche poeta... Credo sia per paura, non per incapacità. Per tema di farsi sconvolgere, portare via. Tu comunque sei speciale, con la tua sensibilità affinatissima. Complimenti.
RispondiEliminaNon è questione di genere. Piuttosto di persone. E' che per imparare a guardarsi dentro occorre coraggio e un lungo apprendistato. Di solito capita più facilmente alle persone che in qualche modo hanno fatto i conti con il dolore. In questo la sofferenza é un formidabile "apriscatole"!
EliminaTi costringe per forza ad ascoltarti e a cercare di gettare uno sguardo nel tuo stesso buio. Nella tua confusione.
Un caro saluto.