L'essere umano nella sua totalità
|
Nell’essere umano ci sono tre livelli: il sapere, il sentire e il fare.
La presenza di questi tre livelli in ogni essere umano ha dato luogo a tre sentieri.
L’uomo è questa trinità, questo triangolo: agire, sapere, sentire. Questi tre livelli devono integrarsi in un’unità. Solo in questa unità, l’uomo può conoscere il divino. L’uomo invece, non solo ha scisso se stesso, ma ha scisso anche Dio: Dio-Padre, Dio-Figlio e Dio-Spirito Santo. Oppure secondo la mitologia indiana la trimurti, i tre volti di Dio. Ma Dio non ha faccia: è senza volto. Dio non è trino, Dio é uno. Non è giusto neppure dire che è “uno”, perché l’uno crea l’idea del due e il due crea l’idea del tre e così via.
Il divino "è", semplicemente. Il divino è semplice “essenza”. E quando sei nella tua “essenza”, tu sei divino.
Ricorda, non vedrai il divino, non incontrerai il divino, non raggiungerai l’intuizione «Ecco questo è il divino». Quando senti che il divino è in te, tu sei divino. Il divino non è qualcosa al di fuori da te, è il nucleo più profondo del tuo essere, è il centro del ciclone.
.Quindi, non esiste alcun sentiero. Non esiste un sentiero dell’intelletto, così come non esiste un sentiero dei sentimenti o di qualsiasi altro genere. Non esiste alcun sentiero: devi diventare un tutto unico, e proprio in quella totalità diventi divino.
L’intelletto può continuare ad analizzare all’infinito. E’ arido, analitico, logico, non può sentire. La scienza è nata grazie all’intelletto; ecco perché non può affermare l’esistenza di Dio. La scienza deve negare l’esistenza di Dio; questa negazione nasce dai suoi stessi presupposti. Infatti la scienza crede solo nella ragione, e crede in una ragione estremamente distaccata in cui i tuoi sentimenti non dovrebbero mai entrare. Dovresti rimanere freddo, distaccato, indifferente a qualsiasi cosa stai osservando. Dovresti essere solo un osservatore, senza sentimenti, senza cuore. Il tuo cuore non dovrebbe pulsare, il tuo sapere dovrebbe essere privo di qualsiasi sentimento.
Naturalmente la scienza percepisce la materia. Non perché esista solo la materia, la scienza percepisce la materia a causa della propria metodologia: quella metodologia è tale da non permettere di cogliere la consapevolezza.
La consapevolezza rimane esclusa fin dall’inizio, il metodo stesso la esclude. Per esempio, se tu cominciassi a vedere attraverso le orecchie, percepiresti soltanto i suoni. Non vedresti i fiori e i colori e l’arcobaleno e il Sole e la Luna e le stelle. Prima o poi concluderesti che esistono solo i suoni, che non ci sono né i fiori né i colori.
La logica ci ha dato la scienza. L’amore ci ha dato le cosiddette religioni; le religioni del passato, che non sono più così importanti, perché erano parziali come la scienza. Ecco perché la scienza e la religione erano tanto in conflitto tra loro: quel conflitto non era casuale. Era un conflitto di metodo. La religione era basata sulle emozioni, sui sentimenti; rinnegava la logica e vietava la ragione. Andavano benissimo le lacrime e le preghiere, ma non l’uso dell’intelletto:quello era il nemico.
Ecco perché, quando la scienza cominciò ad affermarsi, naturalmente la chiesa e i suoi rappresentanti si trovarono in conflitto con essa. La religione del passato era tanto parziale quanto lo è la scienza attualmente.
|
||
Nessuno è mai stato in grado di vedere l’essere umano nella sua totalità. Ora quel momento è arrivato. Il mio approccio è la totalità, l’interezza. Io definisco santo qualsiasi cosa sia intera, integra. Con me, devi imparare questo: non devi più scegliere una parte, devi scegliere la totalità. Tu devi essere un uomo intero; non devi rinnegare niente. Devi essere qualsiasi cosa tu sia, con grande accettazione
|
||
Accettare tutto è difficile perché, se accetti la logica, quando accetterai l’amore cadrai in contraddizione. Se invece accetti l’amore, ti sembrerà difficile accettare la logica. Ma che cosa ci puoi fare? Così stanno le cose. Non è un problema di scelte: così è fatto l’uomo e così funziona l’esistenza.
|
||
L’esistenza è un paradosso. E l’umanità ha sviluppato l’idea, folle e stupida, che l’uomo non deve essere un paradosso.
|
||
Perciò, quando sceglie l’intelletto, distrugge i sentimenti, perché non sono in sintonia con l’intelletto. Ma che bisogno c’è che siano in sintonia?
Oppure, quando sceglie i sentimenti, si trova in antagonismo con la logica e con la ragione. Diventa superstizioso, perché ha paura che, se cedesse alla logica, dove andrebbe a finire la fede? La fede ne uscirebbe distrutta.
|
||
Io ti dico che non devi avere paura: puoi accettare tutto; devi solo comprendere una cosa: la vita è un paradosso. E più tu sarai paradossale, più la tua vita sarà ricca. Se riuscirai a contenere dentro di te le contraddizioni, sarai sconfinato; avrai in te una varietà, una molteplicità, conterrai tutte le dimensioni. E quella sarà la nascita reale dell’uomo.
|
||
L’uomo deve ancora arrivare, è ancora una promessa. Noi stiamo solo muovendoci a tentoni, inciampando e barcollando, per far nascere l’uomo reale. L’uomo non è ancora nato, noi siamo nell’utero: ecco il perché di tanta ansia, ecco il motivo di tanta crisi. Per la prima volta può nascere l’uomo; l’uomo nel senso della totalità e del paradosso. Nel senso della vastità che contiene tutte le contraddizioni.
|
||
Un uomo dovrebbe essere un poeta e un amante e dovrebbe essere razionale e attivo. Un uomo dovrebbe essere tutto, senza che questo sia un problema.
|
||
Di fatto, se in te ci saranno contemporaneamente la logica e l’amore, la logica farà da sostegno all’amore e l’amore farà da sostegno alla logica. La tua logica non si inaridirà mai, il nettare del tuo amore, la manterrà verde. E se in te ci sarà la ragione, il tuo amore non diventerà mai folle, manterrà sempre una certa ragionevolezza; non ti porterà mai a degli estremi. Rimarrai nel giusto mezzo, equilibrato ed equidistante.
Non esiste un sentiero dell’intelletto, così come non esiste un sentiero dei sentimenti. L’interezza e la totalità sono i requisiti richiesti.
Nulla al di sotto di questo potrà mai funzionare:devi affrontare il rischio di essere totale.
|
||
[La canzone della vita - Osho Rajneesh]
|
||
Ciao,
RispondiEliminacome stai trascorrendo queste feste?
Io approfitto per portare avanti, nel senso di anticipare, il lavoro che mi aspetta dopo.
Solo pochi giorni (ma buoni) di condivisione con amici cari.
che carina la slitta con Babbo Natale!!!!wow!grazie per la cartolina di auguri
RispondiEliminaVorrei essere abbastanza tranquilla, in questi giorni, da poter trovare le parole giuste per ringraziarti.
RispondiEliminaLa poesia che mi hai lasciato nel commento rientra certamente fra i regali più belli, quelli pensati, quelli che non si ricevono tutti i giorni.
GRazie*
mmh. mi sembrava di leggere una di quelle pagine di filosofia che tanto mi affascinavano al liceo... non che ora non sia così. faccio ancora miei alcuni precetti. alcune riflessioni.
RispondiEliminaMi piace evolvere.
Buone feste, e un abbraccio.
Ilaria, :*
RispondiEliminaUn abbraccio di auguri per Te, anima bella. Così bella che fai male.
Che il nuovo anno non ti faccia mai mancare le carezze.
Le meriti tutte.
Beatrice
Felice 2007, klimt.
RispondiEliminaBacioni. :-)
Innanzitutto...AUGURI per tutto, per quello a cui tieni di più e poi...graziegraziegrazie per i tuoi auguri e le tue mail cui spesso non riesco a rispondere, grazie per continuare ad esserci e grazie per questa bellissima "Padre della notte"....lo sai che sono una cammamatta di tutto rispetto e adoro Sergiuz!! Bacioni grandi
RispondiEliminaE' vero, saebbe bello se quese feste fossero sopratutto occasione di riflessione sulla "nascita", sul nuovo"... Non dovremmo mai stancarci d stupirci, di ampliare i nostri orizzonti.
RispondiEliminaOffri sempre gli stimoli giusti! Un abbraccio, Carlo. :-)
Aliante