Piccola mistica del viaggiatore in partenza
E non c'è niente di più bello
dell'attimo che precede la partenza, l'attimo in cui l'orizzonte del domani viene a farci visita per raccontare le sue promesse. . |
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[ Milan Kundera ] . . |
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Il viaggiatore affronta il rischio di perdere il gusto del meraviglioso. Prende coscienza che, una volta passato dall'altra parte, è costretto a comprendere il senso della sua vera partenza. Si avvia sulla traccia dei propri sogni, ma deve fare esperienza dei propri errori e maturare la scelta di come vorrebbe essere nel suo rapporto con gli altri.
E' un dilemma in forma di prova: un percorso iniziatico. Partire non è forse, dall'origine dell'umanità, una pedagogia che permette a degli adepti di toccare il sacro dell'esistenza con l'esercizio della libertà, dell'autonomia?
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I miti hanno fondato il nomadismo occidentale sulla ricerca di sè. Ci hanno trasmesso l'erranza, nella quale potremmo consumarci, subire delle prove e uscirne in uno stato diverso.
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Dietro ciascuna delle nostre epopee personali cerchiamo l'accesso a un sapere nascosto, ancestrale, che nasce nella fonte misteriosa della vita. Molte partenze sono guidate dalla sete del miracoloso. Gli itinerari tracciati da ciascuno di noi sono, a livelli diversi, dei frammenti incoscienti della ricerca del miracolo, della trasformazione di sè.
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Qual'è dunque l'ideale che anima la favola dell'uomo nomade d'oggi? Se dovessi sceglierne uno solo sarebbe quello della ricerca della identità. E' all'origine delle nostre partenze e nutre il nomadismo di questo nuovo secolo con un semplice assioma:
Partire è esplorare questo nuovo mondo che emerge, comprenderlo, organizzarlo. Si apprende allora che l'erranza è una tensione necessaria alla costruzione dell'individuo. Spinge, ad ogni istante, i viaggiatori a fare delle scelte coscienti tra i propri limiti e l'istinto. Questi poli contraddittori sono fondamentali.. " Sono libero di diventare quello che voglio essere " . | ||
[ Sèbastien Jallade ] | ||
"Spinge, ad ogni istante, i viaggiatori a fare delle scelte coscienti tra i propri limiti e l'istinto." che esercizio meraviglioso..fa venire le lacrime agli occhi, ma è l'immagine stessa della vita
RispondiElimina:-) così così
EliminaGià, come diventare ciò che non siamo,anche solo per l'istante che intercorre tra il pensiero del viaggiare e scrivere di noi tra pagine presunte e immaginate. Si viaggia nei pensieri e ci si trova altrove.
RispondiEliminaSplendido questo post!
Ma nemmeno diventare ciò "che non siamo"...
EliminaPiuttosto diventare "ciò che ancora non sappiamo di poter essere"
Il viaggio... molte volte si incarica di venircelo a rivelare...
Dalla Slovenia bianca di neve,un caro saluto e tanti auguri di Buona Pasqua.
RispondiEliminaCiao Mara!
EliminaFai tante belle foto allora... Buona vacanza!
ahahahahahha! sono entrata e' partita la musica a volume stratosferico e tutti e due i gatti si sono alzati in piedi arcuati e hanno fatto grrrrrrrrrrrrrrrrr! che comica! non smetto piu' di ridere!
RispondiEliminaahahahahahaha...
RispondiEliminaHai fatto ridere pure me immaginando la scena!! Poi però credo che si siano messi a ballare assieme alla loro padrona!
Ho messo dei pezzi di musica araba un pò particolari che invitano al ballo... Ciaooo e una carezza ai tuoi micioni. :-)
"Gli itinerari tracciati da ciascuno di noi sono, a livelli diversi, dei frammenti incoscienti della ricerca del miracolo, della trasformazione di sè."
RispondiEliminaQuesto esprime bene la mia idea di viaggio, l'ansia mai sopita dentro di andare incontro a qualcosa di ignoto, che risvegli la meraviglia delle cose
che la routine quotidiana consuma, è una sensazione che toglie il respiro...
Un abbraccio e auguri per una Pasqua serena.
un passo dopo l'altro
RispondiEliminae nell'andare tutto un mondo da scoprire
:)