Meditazione... What's?
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. . . Il termine “meditazione” nel linguaggio comune, indica una pluralità di concetti molti diversi fra loro. . . Si va dalla meditazione come pratica nata e diffusasi in Oriente, specie in ambito buddhista e nella pratica zen, alle moderne tecniche di meditazione del respiro sviluppate a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso, negli Stati Uniti, a forme di semplice concentrazione e rilassamento insegnate in appositi corsi che mirano a riconnetterci al nostro centro interiore e alle energie che ci governano. - . Il mio concetto di meditazione, a dire il vero, fino ad oggi non rientrava in nessuna di queste categorie. Ciò che conoscevo io, è la mia personale pratica di meditazione, sviluppata a partire dalla predilezione per il camminare in mezzo allo spazio naturale e al verde, preferibilmente in solitudine e totale silenzio. _ Mi vengono in mente ad esempio le mie passeggiate in riva al mare durante i mesi invernali. Oppure le lunghe escursioni nei boschi dell'Appennino durante l'autunno e in piena estate. Il girovagare nelle campagne e sulle colline romagnole nei mesi primaverili, quando tutta la potenza della Natura si manifesta in una sorta di canzone dei colori e in una esplosione di energia vitale delle piante e dei campi. _ Se poi mi metto a ricordare, mi arrivano immediatamente le immagini di me bambino. Fin da bambino infatti avevo una singolare capacità di rilassamento e di benessere quando mi trovavo in piena solitudine in mezzo ai campi o dentro le vigne che si trovano sulle colline. . . Era così infatti che quel bambino passava i pomeriggi dopo aver fatto i compiti, a tempo di record. Un bambino che non vedeva l'ora di buttarsi in quell'immenso "parco giochi" che era la campagna fino a perdersi in mezzo ai boschi, alle vigne e sulle colline che circondano la casa, che era stata dei miei nonni prima, e dei miei genitori, poi. _ In quel contesto, mi accadeva di avvertire una particolare sensazione di armonia e di pace. A dire il vero, non sono mai stato un bambino pauroso di restare da solo. Al contrario: il mio regno immaginario si fondava esattamente sulla mia capacità di sentirmi a mio agio in una splendida solitudine, dove i miei compagni di gioco erano gli alberi, gli animali selvatici e quelli domestici, i boschi, il cielo sempre in perenne trasformazione, i torrenti che scendevano dalle colline più alte, le ripide rive che segnavano i confini dei campi, e le distese dei prati. . . A farmi compagnia, il senso di radicamento che mi ha sempre dato il camminare a piedi scalzi, sull’erba appena tagliata e sul soffice tepore della terra appena arata che si asciugava al sole. _ In questo so bene che ho sempre avuto un fortissimo legame con la mia parte “animale”. Senza questa parte, non mi sentirei io, ma un Essere dimezzato. . . Queste mie sensazioni da ragazzo si sono tradotte poi, nella capacità di ricreare su un foglio o su una tela, e più tardi nella fotografia, quell’arcobaleno di stati d’animo, legati allo stare in mezzo alla Natura. Il mio tentare di esprimere con i tubetti di colore e i pennelli, lo stato armonico che avvertivo nel mio stare immerso nell’abbraccio della realtà naturale è stata la prima molla per esprimere parti di me che altrimenti non avrebbero avuto voce. E sempre partivo dall'esigenza di esprimere quel tipo di gioia e quel senso di fusione con la Terra come uno stato di grazia. . . Più tardi ho cominciato a praticare una mia personale disciplina legata al camminare e al trekking, sia in compagnia. che in solitaria. _ Il mio modo di meditare si è tradotto nel tempo in un saper rientrare in me stesso, nel prestare attenzione a tutte le sensazioni corporee e contemporaneamente, nell'osservazione delle più piccole e minime manifestazioni della Natura. In un essere presente al massimo grado nelle attivitá che andavo a svolgere. _ Per me, da allora, anche il salire su una cima dolomitica ha assunto un valore esistenziale: è diventato il mio personalissimo modo di riconnettermi al mio centro interiore. Alla mia energia vitale. Un modo per sentirmi unito all’intero universo. La modalità di ritrovare la pace e la serenità che nasce quando non ti senti più una parte staccata della Realtà che hai intorno, ma una parte essenziale e indispensabile del Tutto. Un organo di un immenso Essere che chiamiamo realtà o Esistenza. _ Questo è il piccolo bagaglio che ho appreso, crescendo, e questo era anche il mio concetto di meditazione fino ad oggi. Il prestare attenzione al proprio respiro e attraverso quello, scoprire come noi esseri umani siamo nutriti dall’Universo attraverso quell'ininterrotto fluire di ossigeno e quel movimento all'interno del nostro torace _ Ma ad un certo punto, ho sentito il bisogno di aprirmi ad altre esperienze. Ad altre forme di meditazione più strutturate e organizzate. Con grande curiosità, di recente, ho deciso allora di partecipare a veri e propri Gruppi di meditazione, aventi di volta in volta, un tema specifico. Proprio io, che ero fin dall'adolescenza, diffidente verso tutte le associazioni, le sette, le Chiese e le religioni organizzate, ho deciso di vincere questa mia ritrosia e questo, che in realtà era soltanto uno stupido pregiudizio, e ho scelto con attenzione, fra tutte le opportunità quella che mi è sembrata la più rispettosa della libertà individuale. . : E qui devo fare dei nomi. Attraverso l’Associazione So Ham di Udine proprio nel primo weekend di questo mese, ho partecipato ad un gruppo di meditazione dal titolo “La Compassione: cavalcare il respiro” . . E' stato un salto nel buio e come ogni salto nel vuoto, dentro ciò che ancora non conosci, ha richiesto una certa dose di coraggio e volontà di lasciarsi andare con fiducia, a qualcosa di totalmente nuovo...andare comunque...qualsiasi cosa fosse e qualsiasi cosa mi potesse arrivare. _ . : La mia decisione è stata dettata dall'intenzione di avvicinarmi nel modo più graduale possibile a questo tipo di lavoro di meditazione di gruppo, e alla specifica tematica. . . Con il vocabolo “Compassione” in questo ambito, non ci si riferisce a ciò che è comunemente conosciuto nel Cattolicesimo con il medesimo termine (ovvero un atteggiamento spesso di pietà e commiserazione verso un altro essere, sentito come inferiore a sé e come portatore di bisogni). _ In realtà, con la parola Compassione all'interno delle più moderne discipline psicologiche e olistiche, si intende qualcosa di molto diverso, ovvero tutto l’insieme delle qualità del cuore: la gentilezza, il coraggio, l’amorevolezza, l’apertura all’altro, la comprensione e l’empatia. La capacità di essere qui e ora e ricollegarsi alla nostra vera natura. La capacità di ricontattare tramite quelle qualità e una presenza consapevole la nostra vera Essenza. Il gruppo è cominciato nel pomeriggio di venerdì 7 novembre ed è proseguito per tutto il weekend fino alle 17.00 di domenica. : La metodologia prescelta è quella di alternare meditazioni dinamiche dove c’è un impegno anche fisico del corpo, alle tecniche di centratura, meditazione del respiro, meditazioni guidate e alcuni momenti di illustrazione teorica dei principali meccanismi comportamentali che mettiamo in atto nelle relazioni e nella vita quotidiana. Il momento che tuttavia ho trovato più fecondo e produttivo per me è stato quello della successiva condivisione a due (a diadi) fra i diversi partecipanti della sessione. Il tema della condivisione è quello che mi ha più preso e coinvolto. La condivisione come modalità di arricchimento umano, è stata una delle prime intuizioni che mi ha guidato fin dai tempi dell'Università Poi, successivamente, nel tempo, l’ho sempre praticata come una vera e propria disciplina personale. _ In questo senso, perfino questo mio blog è la prova di una inclinazione a sperimentare la condivisione con tutte le persone che hanno voglia di dialogare sui temi più disparati. Il fatto poi, che questo blog compia fra pochi mesi, i 10 anni di vita tondi tondi ( il compleanno di Curiosidelmare sarà il prossimo 10 febbraio 2015) significa soltanto che in tutto questo tempo ho tenuto come stella polare non solo la voglia di esprimere me stesso, ma il piacere della libera condivisione di esperienze, emozioni e opinioni soggettive. . Ciò che mi appartiene davvero nel profondo è la convinzione che mettersi in gioco nella condivisione, permette di nutrire un bisogno originario dell’essere umano. Comprendere e farsi comprendere. _ La gioia che scaturisce dal confrontarsi con altre sensibilità è solo l’effetto indotto di questo primo gesto di coraggio e di questa curiosità. . Ora, all’interno del Gruppo a cui ho partecipato, la condivisione ha preso forme molto più intense e coinvolgenti di un semplice scambio di opinioni o di impressioni. In questo tipo di lavoro, infatti si finisce per scavare nelle ferite e nelle esperienze che compongono il vissuto di ciascun individuo. Proprio quella parte di noi che nella vita di tutti i giorni, ci preoccupiamo di tenere ben nascosta per paura di essere feriti e violati dal giudizio degli altri. . : Tuttavia proprio per la struttura di questi gruppi di lavoro e per le regole che vengono condivise fin dal primo momento, da tutti i partecipanti, in realtà si viene a creare uno "spazio protetto". Un vero territorio speciale dove la riservatezza, la cura per l'altro e per ciò che viene confidato all'interno del momento delle inquiry,assume una dimensione sacra. : E' esattamente con questa sensazione che alla conclusione del weekend, ho preso la via del ritorno. La mia convinzione è stata infatti quella di aver condiviso la sacralità della dimensione umana e di aver trasformato lo spazio fisico della sala, utilizzata per l'incontro, in una sorta di tempio dell'Umanità e della Fragilitá . . . E' questo il punto. Al di là delle tecniche di respiro apprese e dei contenuti relativi alla conoscenza della struttura psicosomatica dell'Essere umano, mi è arrivata la percezione di essere parte di uno spazio "magico" dove si finisce per rendere omaggio proprio alla nostra umanità e fragilità. _ Il fatto di potersi poi esporre in tutta la nostra vulnerabilità è già di per se' una liberazione non da poco, per non dire "un gesto rivoluzionario" se raffrontato al nostro tipo di Società dove tutto è trasformato in vuota immagine e pura apparenza, dove due individui che si incontrano, sanno dirsi esclusivamente "Sì, sì... Tutto bene", senza mai arrivare a scambiarsi una parola di autenticità, riguardo alla loro essenza. . : Ora a partire da questo primo post, inizierò una serie di contributi per condividere quella che è stata la mia personale esperienza all'interno di questo gruppo di meditazione sulle qualità del Cuore e nel successivo gruppo a cui ho partecipato nel weekend successivo (14-16 novembre) che aveva per tema il Giudice Interiore ( quel "giudice"e quell'insieme di credenze e regole che abbiamo assorbito nel tempo, dai genitori dagli insegnanti, dall'ambiente sociale in cui siamo cresciuti) che ognuno di noi si porta dentro fin dalla primissima infanzia. . . Per ora, allego semplicemente alcune immagini della location in cui si è tenuto questo weekend così particolare: l'agriturismo "CASA ROSSA" nel paese di Ragogna, alla periferia di San Daniele del Friuli. _ Ovvia l'immediata associazione con il celebre prosciutto di San Daniele... . . Tranquilli! ...c'è stato il tempo anche per questo: la meditazione sulle eccellenze gastronomiche fornite dall'Agriturismo Casa Rossa e da quella splendida cuoca che è la Signora Alessandra. : E allora ... Meditate gente...meditate! Anche sui gustosissimi intervalli a base di prodotti della terra friulana. .. :-) . . . . | ||
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... la cascina rosa. Che bel luogo. Vorrei imparare a respirare... è così duro! Ti auguro una serata di respiri.
RispondiEliminaPermettiamoci di respirare! regaliamoci il nutrimento di cui abbiamo bisogno.
EliminaLa meditazione a ben vedere non è altro che il riconoscimento del nostro bisogno ontologico di essere parte dell'universo e connessi con questo attraverso il respiro.
Il posto è splendido e regala pace solo a guardarlo :-) Anch' io ho sperimentato diverse tecniche meditative ed ho frequentato corsi di vario genere. Ogni volta si torna a casa con nuovi stimoli ma hai ragione Carlo, si vivono quei giorni come in uno spazio magico, di comprensione e condivisione profonda.
RispondiEliminaNon vedo l' ora di leggere i tuoi prossimi post ............
Mi scuso per la lentezza...ma certe esperienze vanno metabolizzate prima di poterne cogliere la ricchezza.
EliminaMolto interessante questo tuo post. Mi è piaciuta soprattutto la parte relativa alla meditazione, per così dire spontanea che facevi sin da bambino; a volte basterebbe seguire il proprio istinto per compiere quei gesti che ci fanno stare bene, ma poi l'educazione, le convenzioni sociali, le sovrastrutture mentali ci portano altrove.
RispondiEliminaognuno di noi io credo ha sviluppato un suo personalissimo modo di riconnettersi al suo"centro" e tramite quella via, tornare a prendersi cura di sè e a "nutrirsi". Grazie per il tuo commento.
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