Perchè il viaggio interiore?

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Qualcuno vide che Nasrudin
cercava qualcosa in terra.
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"Cos'hai perso Mullah?"gli chiese. _  ___
"La mia chiave di casa" replicò lui. _ 
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Allora si inginocchiarono entrambi
a guardare meglio fra l'erba.
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Dopo un pò, domandò l'altro: 
"Ma dove l'hai persa esattamente la chiave?"
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"Dentro casa" - rispose Nasrudin" __
"E perchè allora la cerchi quì fuori?". 

"Quì c'è più luce che dentro casa mia".
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"Senza cuore, non siamo veramente umani. E la possibilità di una vita autentica, profondamente soddisfacente, è solo una vana illusione se non indirizziamo il nostro amore verso ciò che appaga davvero il nostro cuore.
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Per trovare la vera realizzazione personale  ad un certo punto molte persone intraprendono una ricerca spirituale. Ma cosa c'è nella spiritualità  che conferisce soddisfazione? Da dove deriva questo  profondo appagamento? __:

Per rispondere alla domanda dobbiamo scoprire  prima di tutto perché affrontiamo la ricerca spirituale..
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Cosa cerchiamo davvero all'inizio di questo viaggio? Vogliamo sperimentare nuovi eccezionali stati di coscienza? Approdare forse in regni straordinari che oltrepassano il mondo del quotidiano? Emanciparci o fuggire dagli obblighi della vita?
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Oppure cerchiamo di arricchire e approfondire il senso della nostra esistenza su questo pianeta? Se l'obiettivo  del nostro impegno è influire sul modo in cui viviamo, trasformandolo dobbiamo partire semplicemente dall'osservare cosa facciamo davvero nella vita. Cosa stiamo facendo? Cosa vogliamo veramente?
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Noi tutti viviamo in un mondo rumoroso frenetico enorme e sconcertante. Ma se scrutiamo dentro di noi nel profondo del cuore ci accorgeremo che una delle prime cose che desideriamo è piuttosto semplice: la pace. Desideriamo quiete e tranquillità. _ .
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Vogliamo allontanarci dalle lotte, dalla competizione, dai conflitti, dalle paure e dall'odio. Siamo attirati da persone pacifiche, da situazioni che ci rasserenano. 
La semplicità senza tensioni. Essere calmi.  _
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In un senso molto profondo, tale desiderio conduce ad una realizzazione di gran lunga maggiore rispetto alle spinte verso il piacere e la felicità, perché senza la facilità dell'Essere, non ci soddisferà nessuna delle altre cose che perseguiamo.
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Molti hanno la tendenza a cercare allora la pace cambiando il proprio ambiente fisico. Ma una gran parte della loro continua attività si svolge in realtà nella loro stessa testa. E allora anche se ci allontaniamo dalle metropoli, dalle autostrade, dal traffico, dai cellulari e dalla televisione per riflettere e meditare, ciò non significa che ci sottraiamo dal nostro rumore interno.  E perchè al nostro interno abbiamo tanta confusione e tanto frastuono?
 
Ovviamente, cercare questa risposta ci riversa addosso altro rumore e altra attività mentale. Spiegare, analizzare, identificare i motivi che creano al nostro interno  tutto questo rumore non fa altro che accrescere l'attività interiore. Probabilmente  l'avrete già notato da soli.
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La nostra mente ha quindi la tendenza ad attivarsi rumorosamente proprio come il mondo esterno in cui viviamo. E se ci prendiamo uno spazio  per sentire noi stessi, ciò che troviamo dentro di noi è solo altra attività per cui la pace ci sembra davvero un sogno ad occhi aperti.  _
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Così è il nostro mondo, la nostra vita e anche la nostra mente. Per la maggior parte del tempo non li mettiamo nemmeno in discussione, perché crediamo che le cose stiano così. pensiamo che la realtà è rumorosa per cui impariamo a viverci dentro ( ci adattiamo ).
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La mente è sempre occupata da reazioni, giudizi, domande desideri, pregiudizi, associazioni e atteggiamenti. Finiamo per credere che tutto questo rumore sia la Realtà e non riconosciamo più  ciò che davvero è reale.  : _

Non ci sentiamo più in quel modo intimo, semplice e rilassato che ci piacerebbe, ma di cui abbiamo completamente dimenticato l'esistenza. 
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[...] Invece che nei moderni Cinema multisala con gli ultimi successi hollywoodiani, a molti di noi piacerebbe andare in un vecchio cinema d'essai, dove l'acustica è soffusa, i rumori minimi e la storia si snoda lentamente, così da poter seguire anche ciò che sentono dentro di loro i protagonisti. 
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E' la stessa cosa che vorremmo fare al nostro interno riguardo alla nostra esperienza: essere con noi stessi in maniera da poter vedere quello che siamo, notando quel che accade e sapendo cosa sentiamo nel frattempo. Questo ci farebbe sentire più veri.  _
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Ciò che perdiamo quando non proviamo quella semplice calma è la consapevolezza di noi stessi
in toto, nella nostra esperienza immediata. _
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Al contrario avvertiamo echi, riverberi, ripercussioni, interferenze. Tutti i nostri ideali, i progetti, le paure, le preoccupazioni diventano rumore che seppellisce l'esperienza immediata e il sottile senso di ciò che siamo. : _
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Il valore dell'essere semplicemente quì, adesso, viene dimenticato e si perde nel chiasso e nella confusione.

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Il viaggio spirituale non consiste nel fare esperienze, nell'avere intuizioni interessanti o percezioni insolite, anche se queste affioreranno spesso durante il nostro cammino. Non dico che queste cose non abbiano un loro posto e valore, ma che non sono assolutamente il punto centrale del viaggio.
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La pratica interiore è sostanzialmente una questione di calma e di assestamento. 
Si tratta di rasserenarsi nella semplicità dell'essere se stessi,  di sentire la nostra realtà: essere nella realtà anziché nei suoi echi e nel suo rumore di fondo. 
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La realtà non è quella che di solito si riflette nella nostra mente. E' molto più pulita e semplice e rispetto al mondo rumoroso dell'abituale esperienza anche molto più calma e stabile.
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C'è una delicata intimità nel nostro essere e sentirci noi stessi. E quando ci sentiamo tranquilli, ci sentiamo veri. Riconosciamo la realtà del nostro Essere, della nostra consapevolezza.  _ _
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Siamo veri quando si placa il rumore, si dissolve la complessità delle situazioni e facciamo esperienza di noi, così come siamo nella nostra condizione reale. Non il suo riflesso, l'immagine, l'eco, il ricordo il pensiero o la reazione, ma la cosa in sè.
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Il nostro "essere veri" è quel che siamo, quel che siamo davvero e ne facciamo esperienza nel momento presente. E per esserlo non occorre sperimentare nulla in particolare. _
Si tratta piuttosto del
modo in  cui siamo, non di quello che siamo.  _

E' la differenza che esiste fra l'ascoltare mille rumori assordanti e una sola nota, semplice e piacevole che ci fa sentire più vicini a ciò che siamo, alla nostra vera identità. 

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Più vicini al nostro cuore. In quel momento sentiremo che esso è vivo e tenero. Ha tale tenerezza quando ci sentiamo noi stessi. Ci riconosciamo allora in quella tenerezza, nella vicinanza a ciò che è reale.

Dopo aver vissuto per anni tra chiasso e drammi, spinte e tensioni, lotte e manipolazioni è possibile riconoscere che abbiamo bisogno solo di essere veri. 
Vogliamo essere ciò che è reale in noi, ricordare e riconoscere ciò che significa essere persone vere, cioè deste e consapevoli. E poi vogliamo fare esperienza cosciente di quell'essere.
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Procedendo nel viaggio spirituale, vi accorgerete che si può imparare ad essere veri, a collegarsi alla propria realtà e diventarne costantemente consapevoli. e vi renderete conto che c'è qualcosa in tutto ciò che ci attira. Siamo affascinati  dalla condizione di realtà, ci piace proprio essere veri.  _
Ciò dipende dal fatto che conosciamo la differenza tra essere veri e la gran parte della nostra esperienza abituale. _

La maggioranza delle nostra cose non è reale, ma solo riflesso e distorsione della realtà.
 
Non esiste nulla di paragonabile alla semplicità dell'essere se stessi:stabilizzarsi al proprio interno, essere lì, riconoscendo quel che si è, provando quel senso di verità e intimità. _   _

Ogni viaggio interiore, ogni pratica spirituale si riduce a questo: saper essere autenticamente "quel che si è ."
 
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[ tratto da "La pratica della presenza"- A.H. ALMAAS- Casa Editrice ASTROLABIO ]
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Qualcosa in questo brano mi ha preso.
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Forse l'intravedere le radici del mio stesso bisogno di indirizzarmi ad un nuovo tipo di ricerca.
 


Una pratica che parta non da astruse teorie, ma dal semplice riconoscimento della struttura dell'individuo. Dalla concretezza della sfida che è il nostro vivere in mezzo al caos interno ed esterno che rischia di travolgerci ogni giorno. : 
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Non occorre nessun atto di fede per orientarsi verso questo tipo di meditazione e di viaggio spirituale.  _ 

Ci si può arrivare sia che siamo atei oppure credenti in qualche forma di entità superiore. Non è quello il punto.
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Ciò che importa è che questo lavoro parte da noi e arriva a noi, senza rifiutare nessuna parte di quel che siamo ma anzi rafforzando dentro ognuno, proprio la curiosità di scoprire la propria vera natura e la forma di benessere più autentico. .
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Commenti

  1. Ciao, Carlo! :-) Siamo impegnati, sì! Così lontani, abbiamo e stiamo conducendo percorsi simili e ancora ci leggiamo e ancora scriviamo parole il cui senso condividiamo e su di esso riflettiamo e impariamo. Potenza del mondo virtuale ben utilizzato.

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  2. eh si cara! ci sono persone che nascono curiose e poi coltivano questa curiosità esistenziale lungo mille sentieri diversi.
    Ci si prova a "vivere" e non semplicemente ad "esistere" ... non sempre ci si riesce...a volte ci si riesce a tratti...ma l'importante è non perdere quella voglia di andare in "direzione ostinata e contraria".
    Per me sentirmi vivo significa eplorare ciò che non conosco e andare proprio verso ciò che non conosco ancora.

    Io credo che siamo molto simili, dentro questa "tenacia" che abbiamo a non farci inghiottire dalla banalità del male e dalla banalità dell'arrendersi al conformismo imperante.
    A me poco importa se sono poche le persone che si interessano ad un argomento...non mi è mai importato nulla del numero dei commenti. Quando si parla di certi argomenti lo vedi anche tu, sembra che si crei il panico e tutti fuggono...embè? che importa?
    Se qualcosa mi è interessato ne parlo e cerco di condividere quel poco o quel tanto che ho compreso.
    In fondo tu lo sai meglio di me...non si scrive per gli altri ma per un bisogno interiore. Per far respirare e nutrire ogni parte di noi che ci appartiene e fa di noi quello che siamo.
    Non si smette mai di imparare...questo è l'autentico miracolo nascosto nelle nostre vite. E' questa la Bellezza di un'anima. Essere inquieta ma costruttiva e aperta ad ogni tipo di vento e di onde. Per questo il mio blog ha avuto fin da subito quello strano titolo
    Curiosi del Mare come curiosi dell'intero Universo di ogni aspetto della realtà che abbiamo intorno.
    Anche la Meditazione è un pianeta che non conoscevo quasi per nulla...eppure ha sostanza e soprese e ottime occasioni per poter riflettere sulla nostra vera Natura di esseri umani. Felice che tu sia passata e che tu mi comprenda così bene in questa mia sete e fame di realtà e di Vita.
    Un abbraccione. Carlo

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  3. Buonanotte Carlo, l'ora lo richiede, mi è stato detto di recente (io ho molti dubbi su ciò che scrivo, e soprattutto sono sempre in frenata) di scrivere ciò che vorrei leggere. Ogni tanto in questo periodo sono venuta a rileggerti e poi a pensare. Credo che la seconda foto riassume tutto il mio pensiero, gli occhi sgranati sulle cose, con il nostro essere istinto e ragione, da sempre e la foto ha un altro particolare: i cristalli di neve, i miei frattali e gli alberi, le mie radici. La vita è così, ma è anche odori e sapori. Ed è dentro e fuori, iniziamo dentro e veniamo estratti fuori per poi tornare dentro e in questo breve spazio-tempo, accade qualcosa di miracoloso: viviamo. E nel vivere accade un altro miracolo: incontriamo. Quest'ultimo per me vale l'intero. A presto, un caro saluto.

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  4. Approfitto di questo spazio, mi scuserai spero, ma vorrei augurarti un Felice 2015 o almeno che realizzi quello che tu più desideri. Buone feste. E come dice Nasrudin stai dove c'è più luce e come dico spesso io, prenditi cura anche dei tuoi piedi è importante. Se mi è consentito, un forte, forte abbraccio.

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    1. Mi scuso con tutti i visitatori di questo luogo/non luogo che è il Blog.
      Dicembre mi ha risucchiato in un vortice di cose da fare e problemi da risolvere e mi ha tolto gran parte del tempo per dedicarmi a ciò che amo, compreso lo scrivere e l'aggiornare e il rispondere ai commenti.
      Dicembre spesso ti rapisce in un faticoso tour de force di impegni ineludibili. Ma forse è la Vita che ogni tanto, ti allontana di proposito da ciò che ami fare ed essere, proprio perchè tu capisca ancora di più...dopo un po'... quali sono le cose che ti fanno stare bene e che valgono. Dicembre con i suoi intrichi di vento, con i suoi canti di sirena, con un vago senso di dissipazione però è finito. E’ stato come percorrere un tunnel, ma ora rivedo le stelle. Respiro...

      Intanto, Santa ti ringrazio per le tue parole consapevoli...rincuora sentirsi compresi. Mi sento da sempre come il gatto della seconda foto. Mi piace farmi invadere da ciò che mi circonda. Aprire i sensi e permettere che ciò che arriva mi riempia il centro esatto delle emozioni. Quello che spesso chiamiamo "cuore" e che non è altro che il nostro sentirci vivi.

      In quella foto ci sono quegli occhi spalancati sul mondo e la neve con la sua luce accecante (l'innocenza e lo stupore dei bimbi) e c'è l'albero, la Natura. il nostro senso di appartenenza all'Universo.

      Cara Santa ricambio i tuoi Auguri e ti ringrazio davvero per aver usato quel verbo"prendersi cura". E' proprio quello che faccio da un pò : prendermi cura del prendermi cura! E' questo il mio avvicinarmi alla Meditazione. Anche a quella particolarissima forma di Meditazione che è ad esempio imparare l'arte del massaggio.
      Scomparire come individualità ed essere strumento. Perché è così che accade: tu diventi le tue mani, un ponte energetico e permetti all'energia cosmica di fluire. E' una forma di meditazione e di dono allo stesso tempo.

      Ricambio l'abbraccio: forte e caloroso. Gli Auguri che riesco a pensare io, sono quelli per poter realizzare ciò per cui siamo in questa dimensione e in questo viaggio. Riuscire a camminare nella direzione che momento per momento sentiremo più giusta per noi. Perchè già in questo c'è un inizio di felicità... FELICE 2015, allora ! E che ti arrivi ogni giorno.
      Carlo

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    2. Quanto "allo scrivere ciò che vorremmo leggere"...

      Io, se mi guardo indietro e rivedo l'adolescente che sono stato, so che ho iniziato leggendo molto spesso ciò che mi sarebbe piaciuto aver scritto io!
      Hermann Hesse, Pavese, Melville, D.H. Lawrence, Anais Nin, Borges, Saramago, Henry Miller e tanti altri
      Li dentro c'erano pagine che sentivo mie e imparavo a conoscere me stesso tramite quei libri.
      Più tardi quando ho iniziato a scrivere, mi è preso il sospetto che non ci sia poi un confine netto... Fra ciò che leggiamo e ciò che scriviamo. Spesso incontriamo libri che stavano già scritti dentro di noi da sempre o scriviamo pagine che potrebbero arricchire libri che abbiamo letto anni prima. Non c'è limite...non c'è confine... ciò che ci guida è la nostra vera natura e lì dentro risuonano orchestre e sinfonie che riconosciamo fin dalle prime note...

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